Balneari, la questione è tutt'altro che chiusa. Il Governo ha, infatti, deciso di intervenire a gamba tesa sul tema. Come? Tramite un emendamento al decreto Milleproroghe presentato da Fratelli d'Italia. Il documento prevede l'eliminazione del termine del 31 dicembre 2023 e la conseguente estensione dell'efficacia delle concessioni fino all'approvazione della riforma complessiva del comparto. L'emendamento, secondo quanto riferisce l'Ansa, sarebbe tra quelli segnalati dal partito.
Se approvato, si tratterebbe di un ulteriore cambiamento in un panorama già di per sé molto confuso e incerto.
Balneari, per le concessioni è in arrivo un'altra proroga
Balneari, si va verso la proroga delle concessioni
L’emendamento che rimette ancora una volta tutto in discussione è a prima firma della senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni e introduce un articolo sulla «cessazione di efficacia dei termini delle proroghe stabilite per le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l'esercizio di attività turistico-ricreative e sportive nonché dei rapporti di gestione relativi ad attività con finalità turistico - ricreative e sportive».
Anche Forza Italia ha presentato due emendamenti sui balneari firmati Ronzulli-Gasparri che prorogano la scadenza di uno o due anni «tempo entro il quale - spiega il senato Fi Maurizio Gasparri al Corriere della Sera - secondo noi vanno trovate soluzioni definitive una volta per tutte». Gli emendamenti sono stati condivisi anche con la Lega.
Balneari, la situazione attuale
La situazione attuale è molto complessa. Per l'Unione Europea, la gestione dei beni e dei servizi pubblici come le spiagge andrebbe periodicamente riassegnata tramite procedure selettive. L'Italia non è però in regola con le normative comunitarie ed è stata più volte minacciata di procedura d'infrazione da parte dell'Ue.
Per inquadrare al meglio la situazione: nel 2020 secondo la Corte di Conti l'Italia ha incassato 92,5 milioni di euro da 12.166 concessioni "ad uso turistico" a fronte di un giro d’affari quantificato in circa 15 miliardi di euro.
Dopo una serie di proroghe, è stato fissato un ultimatum: il 31 dicembre 2023. A novembre dello scorso anno il Consiglio di Stato ha infatti annullato la proroga fissata al 2033 e ribadito l’illegittimità di qualsiasi eventuale futura forma di rinnovo automatico al medesimo titolare, imponendo la riassegnazione tramite gare pubbliche entro la fine del 2023. Ora, l'ennesimo capitolo di una storia che si annuncia parecchio lunga...