Un salasso: 24 miliardi di euro (contro gli 11 miliardi del 2021) salirà la spesa dell’energia nel 2022. Una bolletta più che doppia rispetto all’anno scorso che si abbatterà, in particolare su ristoranti, hotel e negozi di prodotti alimentari. La stima arriva da Confcommercio che, facendo il punto sui costi energetici per le imprese di questo settore, prevede aumenti significativi della spesa annuale che arrivano a toccare punte del +122% per l’elettricità e del 154% per il gas. Andando ad analizzare nel dettaglio i risultati dell’analisi trimestrale che l’Osservatorio Confcommercio Energia realizza con Nomisma Energia emerge che nel 2021 un gestore di un piccolo bar spendeva 5.500 euro l’anno, nel 2022 le bollette supereranno i 12mila euro, sempre che nel corso dei prossimi mesi non si registrino ulteriori aumenti. Discorso analogo per quanto riguarda un ristorante: gli 11mila euro di costi energetici sostenuti nel 2021, quest’anno lieviteranno a 25mila. Nel complesso il costo è passato da 803 milioni di euro a 1,7 miliardi di euro per i bar e da 2,1 miliardi di euro a 4,7 miliardi di euro per i ristoranti. Complessivamente i pubblici esercizi si troveranno a sborsare 6,4 miliardi di euro rispetto ai 2,9 miliardi del 2021.
Continua a crescere anche il costo dei carburanti
Anche se, a voler ben vedere, un piccolo miglioramento c’è stato: a luglio 2022, rispetto ad aprile, scende del 14% il prezzo delle offerte di elettricità pagato dal settore terziario, mentre è in lieve aumento il prezzo delle offerte del gas naturale (+3%).
Questo rincaro riguarda, al momento, solo quella parte di imprese che consuma gas ad uso alimentare ma è nelle stagioni autunnali ed invernali, ossia quando il riscaldamento tornerà in funzione, che potrebbe sentirsi maggiormente il peso della dipendenza dalla Russia in termini di costo del gas, soprattutto in caso di riduzione delle forniture. In ogni caso, il costo dell’energia continua ad essere ancora molto lontano dai valori dello scorso anno: nel confronto tra luglio 2021 e luglio 2022, infatti, gli aumenti della spesa annuale arrivano a toccare punte del +122% per l’elettricità e del 154% per il gas. Continua a crescere anche il costo dei carburanti: dall’inizio della pandemia a giugno 2022, i prezzi alla pompa di benzina e gasolio per autotrazione hanno subito un rincaro, rispettivamente, del 30% e del 35%. Aumenti che sarebbero stati ancora più consistenti senza il calo delle accise varato dal governo.
In autunno ulteriori difficoltà
Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 24 miliardi di euro, più del doppio rispetto al 2021 (11 miliardi di euro) ma comunque in leggero ribasso rispetto alle previsioni dello scorso aprile (-3 miliardi di euro). I dati confermano che, nonostante l’apparente stabilizzazione dei prezzi energetici, il costo dell’energia e dei carburanti continua a pesare enormemente sui bilanci delle imprese del terziario ed è destinato a crescere ulteriormente a seguito delle recenti, nuove restrizioni nelle forniture di gas dalla Russia: è quanto emerge dall’Osservatorio Confcommercio Energia, analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia.
Ristoranti e hotel i più colpiti
A fare le spese di tutto ciò sono ancora una volata i ristoranti e gli hotel. Se rispetto alla scorsa estate la bolletta dell’elettricità è aumentata per tutto il settore terziario, a registrare l’aumento più considerevole in valore, infatti è il settore alberghiero (+55mila euro) seguito da negozi di generi alimentari (+18mila euro), da ristoranti (+8mila euro), bar (+4mila euro), e negozi non alimentari (+4mila euro). Hotel e ristoranti stanno facendo i conti con un aumento notevole della spesa per il gas: 15mila euro per il settore alberghiero e 6mila euro per i ristoranti. Nel caso dei negozi di alimentari l’incremento annuale della spesa per il gas oscilla tra il 120 e il 130%.
Sangalli (Confcommercio): Necessario che il Governo rinnovi e rafforzi i crediti d’imposta
Carlo Sangalli
«Il caro energia sta diventando l’emergenza prioritaria per le ripercussioni sulle imprese del terziario e sull’inflazione. Serve una risposta europea per contrastare questi rincari e introdurre un tetto al prezzo del gas. Ed è necessario che il Governo rinnovi e rafforzi i crediti d’imposta per le imprese non “energivore” e non “gasivore” e riduca gli oneri generali di sistema e le accise sui carburanti», ha commentato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.
Calugi (Fipe): Serve un intervento urgente
«Le cifre presentate dal rapporto di Confcommercio sui costi dell’energia – sottolinea Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio – raccontano alla perfezione le enormi difficoltà con cui si trovano a convivere centinaia di migliaia di imprenditori. Di fronte a questa situazione è quantomai urgente un intervento a tutela di imprese e consumatori. L’attività forzatamente limitata oggi di un governo dimissionario rappresenta un grosso problema per le imprese per le quali la reiterazione dei bonus già adottati nel recente passato rischia di essere largamente insufficiente».