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Turismo organizzato: in fumo 10mila posti di lavoro

 
18 febbraio 2022 | 11:03

Turismo organizzato: in fumo 10mila posti di lavoro

18 febbraio 2022 | 11:03
 

Il 2021 è stato un anno nero per il turismo organizzato. Agenzie e tour operator fermi a causa dell’emergenza pandemica e delle restrizioni governative, hanno portato a un drastico ridimensionamento dei posti di lavoro. Secondo la Federazione turismo organizzato di Confcommercio, in due anni si sono persi diecimila posti di lavoro, pari al 25% del totale. «Abbiamo chiesto e con fatica ottenuto, insieme a tutte le associazioni del turismo e alle organizzazioni sindacali, una semplificazione della procedura di accesso all’assegno di integrazione salariale riconosciuto dal Fis. Grazie alla sensibilità e l’impegno del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il Governo ha dato risposte, ma con tempi e qualità non sufficienti». Lo denuncia in una nota Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio.

Turismo organizzato: in fumo 10mila posti di lavoro

Il 2021 è stato l'anno nero per il turismo organizzato

Per la Federazione turismo di Confcommercio il Governo dovrebbe fare di più per salvaguardare i posti di lavoro, pena l'impoverimento del settore. «L’87% delle imprese di comparto ha meno di 5 dipendenti, con una grande maggioranza di donne che meriterebbero una tutela ancora più forte. Ma non si tratta di numeri – aggiunge Gattinoni – sono persone con competenze, passione ed esperienza. Le nostre attività sono ferme da due anni: colpa della pandemia, certamente, ma anche di restrizioni che non hanno avuto riscontri negli altri Paesi nostri competitor. Il fatturato è crollato intanto dell’80% sul 2019, mentre prima del Covid eravamo in crescita».

«La vicenda degli ammortizzatori è una triste nota che ci deve far riflettere e cambiare, non abbiamo più tempo a disposizione. A metà febbraio sono evidenti le conseguenze di ritardi e scelte incomprensibili: dipendenti licenziati, costi aggiuntivi, imprenditori che ancora una volta, per il bene dei propri addetti, hanno preferito pagare di tasca propria. Non a caso abbiamo esaurito subito le 13 settimane disponibili in un biennio e rimane comunque l’incertezza circa i tempi d’accoglimento della domanda Fis e di accredito degli stipendi in caso di pagamento diretto», rincara il presidente Fto. 

«Sembra quasi un percorso a ostacoli disegnato per ridurre il numero di imprese che supereranno la crisi e, come in un conflitto, noi facciamo parte dei danni collaterali causati dal cambiamento del regime degli ammortizzatori. Purtroppo, dal mese di aprile non avremo una ripartenza immediata; noi non giriamo la chiave, ma viviamo di programmazione e non avremo più a disposizione gli ammortizzatori. Garavaglia si è dato da fare per la proroga della cassa Covid, per riaprire le destinazioni, per coprire con indennizzi i danni provocati da restrizioni normative. Il premier Mario Draghi e i ministeri competenti - conclude Gattinoni - devono ascoltare queste richieste di aiuto. Non possiamo farcela da soli».

 

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