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Montalcino, feudo globale dell’enoturismo: crescono i visitatori “di qualità”

Enoappassionati da tutto il mondo sono tornati in pellegrinaggio al Brunello per poi scoprire che qui il vino non è l’unico elemento a fare la differenza tra campi coltivati, boschi, paesaggi Unesco e qualità della vita

di Emanuele Bottiroli
 
03 dicembre 2022 | 09:44

Montalcino, feudo globale dell’enoturismo: crescono i visitatori “di qualità”

Enoappassionati da tutto il mondo sono tornati in pellegrinaggio al Brunello per poi scoprire che qui il vino non è l’unico elemento a fare la differenza tra campi coltivati, boschi, paesaggi Unesco e qualità della vita

di Emanuele Bottiroli
03 dicembre 2022 | 09:44
 

Il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, dà sfogo all'entusiasmo leggendo i dati dell'enoturismo relativi alla scorsa stagione rilevati dall’ufficio statistico della Regione Toscana: «La scorsa estate Montalcino (Si) è tornata a essere il feudo globale dell’enoturismo; dopo tre anni di assenza forzata abbiamo ritrovato gli storici frequentatori delle nostre cantine. Enoappassionati da tutto il mondo arrivati in pellegrinaggio al Brunello per poi scoprire che qui il vino non è l’unico elemento a fare la differenza. Montalcino è anche paesaggio Unesco della Val d’Orcia, biodiversità, agricoltura, stile di vita: la prova che esiste un enoturismo di qualità, alto-spendente, culturalmente esigente. E che il vino può rappresentare il motore dell’economia di un intero territorio nel rispetto dell’ambiente».

Montalcino, patria indiscussa dell'enoturismo di qualità Montalcino feudo globale dell’enoturismo: crescono i visitatori “di qualità”

Montalcino, patria indiscussa dell'enoturismo di qualità


A Montalcino boom di enoturisti di qualità

«Con questi dati - ha aggiunto Bindocci - le nostre sensazioni si sono confermate: da maggio ad agosto non avevamo mai visto un’affluenza così elevata e allo stesso tempo di qualità. Merito del grande ritorno di americani, brasiliani, inglesi, canadesi, australiani, quelli che prima della pandemia erano gli habitué storici di Montalcino. Il risultato, per un’area rurale che conta una struttura ricettiva ogni 35 abitanti e dove non manca certo lo spazio, è da record: circa 120mila presenze con pernottamenti in 4 mesi, addirittura il 20% in più rispetto al pre-Covid del 2019 e un incremento dell’87% delle presenze straniere al confronto con il 2021, quando gli arrivi italiani avevano tenuto in vita l’ospitalità enoturistica. Quest’anno il nuovo switch ci riporta alla definitiva normalità, con gli stranieri da circa 60 nazioni che tornano a rappresentare quasi il 70% del totale ospiti negli alberghi del borgo, negli agriturismi, nelle cantine e nei relais delle aziende vitivinicole, nelle enoteche, nelle fiaschetterie e - dallo scorso anno - nel museo “Tempio del Brunello”, che si è appena aggiudicato il premio innovazione di Tiqets, la piattaforma di prenotazione online leader a livello mondiale per musei e attrazioni».

 


Arrivi come pre Covid

Dai dati provvisori - osserva il Consorzio - i pesi degli arrivi sembrano essere tornati agli assetti pre pandemici, con i big spender - in crescita dai Paesi terzi - che erano ovviamente gli statunitensi, primo mercato estero per le vendite di Brunello di Montalcino Dop, ma anche brasiliani e canadesi, oltre ai più vicini tedeschi e inglesi. L’analisi per macroaree restituisce alle Americhe circa il 25% delle presenze complessive (erano al 7% lo scorso anno e a poco più del 2% nel 2020), con una crescita dell’incidenza di ospiti dell’Unione europea e un calo degli italiani, che rappresentano 1/3 della domanda ma che nel 2020 erano arrivati a 70%.


Comunità agricola tra le più ricche al mondo

A Montalcino è di 3.500 la superficie di vigneto iscritta a Dop con 2.100 ettari a Brunello, un valore quest’ultimo volutamente rimasto lo stesso da 25 anni. Ciò che non cambia sono anche gli ettari di bosco: dei 31mila ettari del comprensorio, circa la metà sono infatti di bosco (e incolti), con il 10% a oliveti e solo per il 15% dalle vigne, poi pascoli, seminativi e altre colture. La comunità agricola (un’azienda su due è agricola) è tra le più ricche al mondo e tra le più virtuose a livello nazionale, con un’economia fondata per la metà delle proprie imprese da aziende agricole e un tasso di disoccupazione che non arriva al 2%, in grado di assorbire anche gran parte della manodopera dei comuni limitrofi (4mila addetti nei periodi di punta). Il vigneto arriva a punte valoriali che oggi sfiorano il valore di quasi 1 milione di euro per ettaro, per un totale di oltre 2 miliardi di euro. Secondo un’analisi Winenews la crescita del valore della vigna rispetto a cinquant’anni fa è 4.500%. Altissima la propensione green, con una vigna bio che oggi sfiora il 50% del totale coltivato per la Dop.

Montalcino feudo globale dell’enoturismo: crescono i visitatori “di qualità”

Fabrizio Bindocci


Tra i vini più conosciuti dagli italiani

Nel 2021 il Brunello di Montalcino Dop è risultato il vino più conosciuto tra i consumatori italiani, con una notorietà al 67% secondo il report annuale di Wine Intelligence realizzato su un campione rappresentativo di consumatori del Belpaese.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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