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Prenotazione disertata? “Insolita trattoria” mette la caparra obbligatoria

Lo chef Lorenzo Romano ha inserito una caparra di 55 euro a persona nel suo ristorante di Firenze: per il titolare il danno dal fenomeno del no show è di 64mila euro in sei mesi

 
21 novembre 2022 | 14:14

Prenotazione disertata? “Insolita trattoria” mette la caparra obbligatoria

Lo chef Lorenzo Romano ha inserito una caparra di 55 euro a persona nel suo ristorante di Firenze: per il titolare il danno dal fenomeno del no show è di 64mila euro in sei mesi

21 novembre 2022 | 14:14
 

I clienti prenotano e non si presentano, un fenomeno che per l'Insolita Trattoria Tre Soldi di Firenze rappresenta una grave criticità e che ha riguardato il 34% delle prenotazioni effettuate in un mese importante come giugno: il danno derivante dal no show è arrivato a 64mila euro in sei mesi. Il titolare e chef Lorenzo Romano ha, quindi, preso una decisione drastica, ma fondamentale per la sopravvivenza dell'attività: ha inserito la prenotazione con caparra obbligatoria di 55 euro a persona.

Per lo chef la scelta è stata obbligatoria e ne ha spiegate le motivazioni: «Tra chi prenotava per poi non presentarsi e chi veniva con oltre un'ora di ritardo il fenomeno c'è sempre stato, ne ho memoria sin da quando ho iniziato a lavorare, quindici anni fa. Negli ultimi anni però è aumentato parecchio, perché il vizio che finora era soprattutto dei turisti esteri adesso ha contagiato anche la clientela italiana. I rumors dicono che nelle città turistiche è ormai prassi prenotare più locali insieme per poi presentarsi in quello più comodo, in base al resto degli impegni della giornata. Per ristoranti che hanno pochi coperti come noi il danno è doppio: all'attività, che resta con un tavolo vuoto, e agli altri clienti che prenotano e magari trovano tutto completo perché il tavolo è stato bloccato da personaggi irriguardosi».

Gli interni dell'insolita Trattoria Tre Soldi di Firenze

Gli interni dell'insolita Trattoria Tre Soldi di Firenze

Ma come funziona la caparra obbligatoria?

Il titolare de Insolita Trattoria di Firenze ha scelto di inserire una caparra obbligatoria di 55 euro per disincentivare il no show, con garanzia di rimborso totale in qualsiasi momento, seppur con diverse motivazioni: fino a 48 ore è previsto il rimborso della cifra, oltre quella scadenza il ristorante dà al cliente che disdice un voucher da utilizzare entro 3-6 mesi. «Ho un ristorante con pochi posti – insiste Lorenzo Romano – e ho bisogno che chi prenota mi garantisca la sua presenza. In fondo è un accordo reciproco, un 'patto' col cliente: io mi impegno a riservargli uno dei miei pochi tavoli e a offrirgli i miei servizi, ma lui deve impegnarsi a presentarsi il giorno e l'ora a cui ha riservato il tavolo». Tra le scuse più strane che Lorenzo Romano si è sentito rivolgere, “persone che non si sono presentate e dopo essere state chiamate al telefono hanno risposto di essere lì fuori alla ricerca di parcheggio. Oppure quelli che confessano di essersi addormentati sul divano, quelli del 'dieci minuti e siamo lì' e quelli che ricorrono a scaricabarile come 'non è venuta la babysitter'. Ma il campionario è lungo”.

 

Come è stata accolto dai clienti l'inserimento della caparra?

Sono per la maggior parte positivi i giudizi sulll'inserimento della caparra e anche i risultati ottenuti per quanto riguarda la riduzione del fenomeno del no show, come conferma lo chef Romano: «Da quando siamo partiti pensavo peggio. I no show sono stati praticamente eliminati, mentre le disdette non superano il 20%. Finora abbiamo rimborsato la cifra solo in due casi, a persone che avevano cancellato in anticipo per questioni legate al Covid. Solo a un paio di clienti la caparra non è piaciuta perché giudicata troppo impegnativa: abbiamo notato che è più sostenibile per cene di coppia, più difficile da gestire nel caso di gruppi più grandi perché è difficile che chi prenota possa anticipare una somma, ad esempio, di 220 o 330 euro. Ancora il settore non è regolato in maniera chiara, la caparra è prevista per le strutture ricettive come alberghi o campeggi, ma non ancora per i ristoranti. Vogliamo essere equiparati a ciò che accade quando si acquista un biglietto aereo o quello di un concerto: lo si compra con largo anticipo, senza polemiche».

Il titolare e chef Lorenzo Romano In troppi prenotano e non si presentano: caparra obbligatoria al ristorante

Il titolare e chef Lorenzo Romano

Un pacchetto premium per chi prenota e paga l'esperienza in anticipo

Ma all'origine della scelta di Lorenzo Romano non c'è solo evitare le perdite economiche: «Vogliamo anche incentivare questi comportamenti – conclude lo chef fiorentino classe '89, che già lo scorso Natale aveva regalato ai suoi clienti voucher e premi per 70mila euro – e abbiamo pensato a un pacchetto premium per chi prenota e paga l'esperienza in anticipo: diamo in omaggio un aperitivo (controvalore 40 euro), più acqua e caffè. Per chi viene all'Insolita Trattoria per festeggiare una ricorrenza, poi, offriamo un ricordo indelebile della serata: regaliamo ai clienti una targhetta adesiva in oro e grafite, che può essere incisa con un chiodo e riempita con i propri pensieri».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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22/11/2022 10:33:42
2) Chiarimenti
Come si riesce a chiedere una caparra (giustissima a mio avviso) senza entrare nel lungo meccanismo del bonifico con relative mail di invio iban ecc.? In Italia confermo che i ristoranti non possono accettare il numero di carta a garanzia a meno che non si è appoggiati ad un’attività ricettiva della società stessa. Pensiamo poi alle prenotazioni che avvengono in giornata, anche quelle spesso non si presentano. La vedo complicata senza accordi noshow con le banche come per gli alberghi.
Massimo Stella

21/11/2022 15:56:53
1) Caparra x prenotare
Purtroppo in italia non si può fare il no show come all’estero. Mi spiego all’estero quando prenoti risto o hotel Devi lasciare il numero carta di credito. Se il cliente non si presenta o non disdice l’esercente ha diritto di tenersi la caparra. In Italia non si può fare, come tutte le cose semplici e razionali.
Irina Freguia



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