Professionalità e passione per il lavoro sono gli elementi cardine per vincere la sfida internazionale dell’enogastronomia e promuovere il turismo come settore portante dell’economia italiana. Sono queste le conclusioni arrivate dalla tavola rotonda moderata dal direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, e organizzata all’istituto alberghiero Panzini di Senigallia in occasione della 35th AEHT annual conference, le Olimpiadi dei servizi turistici enogastronomici che hanno portato nella città marchigiana 776 ospiti internazionali provenienti da 23 nazioni e 120 scuole di tutta Europa. A discutere sono stati rappresentanti di Regione Umbria, Euro-Toques, Confindustria Alberghi, Alma, Slow Food, Rete nazionale degli istituti alberghieri e Cancelloni Food Service Spa.
Far conoscere ai turisti il patrimonio enogastronomico italiano
Paolo Gramaglia, segretario generale di Euro-Toques e cuoco con una stella Michelin, ha sottolineato come «l’Italia è conosciuta in tutto il mondo per la sua ricchezza inestimabile di tradizioni enogastronomiche. La sfida è far conoscere ai turisti il nostro patrimonio inestimabile da nord a sud del Paese. Noi ci siamo e puntiamo a collaborare per fare rete e vincere le sfide del futuro».
Paolo Gramaglia con gli studenti a Senigallia
Collaborare con gli istituti alberghieri
La parte dell’attività ricettiva, composta da alberghi indipendenti e da catene internazionali, è stata approfondita da Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi. «Il nostro settore è in continua evoluzione ed è fondamentale la collaborazione con gli istituti alberghieri. È fondamentale la personalità, che si crea proprio nella scuola secondaria. Ogni studente avrà la possibilità di venire a contatto con tante splendide realtà e girare il mondo amando questo lavoro».
Enogastronomia, il principale motivo di un viaggio
Luigi Valentini, presidente di Re.Na.I.A, la Rete nazionale degli istituti alberghieri, ha evidenziato come «siamo presenti in tutti i territori italiani con 220 scuole. L’Italia ha una ricchezza enogastronomica unica e particolarmente diffusa, tanto che è la principale motivazione di viaggio per tantissimi turisti. Ci occupiamo di formazione sulle nuove generazioni, in modo da costruire il futuro del turismo italiano. Proprio per questo bisogna pensare a maggiori investimenti dall’alto e ad una migliore programmazione, facendo attenzione alle promesse e a ciò che si trasmette. Da 5 anni portiamo avanti progetti in modo da creare un modello di formazione a cascata che coinvolge anche i formatori. In questo processo è indispensabile la partecipazione e il coinvolgimento di tutti gli attori, tenendo presenti le esigenze del territorio per creare un sistema virtuoso dando qualità alle scuole per formare al meglio i futuri professionisti».
Riformare gli istituti alberghieri
Andrea Sinigaglia, direttore generale di Alma, ha fatto presente come «è fondamentale la collaborazione con gli istituti alberghieri, che necessitano di una profondissima riforma. Al mondo della ristorazione oggi manca una competenza nella gestione dell’impresa ristorativa e bisogna tener presente la priorità legata al tema della sostenibilità. Vanno di conseguenza investite nuove chiavi di lettura con una presa di coscienza delle responsabilità correlate alla professione, che vanno dal sociale all’ambiente».
Ma la scuola non basta
Durante la tavola rotonda è intervenuta anche il consigliere regionale dell’Umbria, Simona Meloni. «Il turista oggi si aspetta un’esperienza a 360 gradi sui territori e lo stesso vale per i consumatori – ha commentato Meloni -. Le istituzioni devono cercare di facilitare i processi per puntare allo sviluppo e la formazione è un tema centrale per andare verso competenza, professionalità e qualità. Non basta però la scuola, perché serve una formazione accurata dei formatori e un rapporto diretto sempre più forte con l’università e con il mondo del lavoro. Servono maggiori risorse perché il turismo possa rappresentare sempre di più una voce importante del Pil e a tal proposito è importante costruire reti e sfruttare al meglio il Pnrr».
Da sinistra Simona Meloni, Vincenzo Maidani, Cristina Panico, Maria Carmela Colaiacovo, Luigi Valentini, Paolo Gramaglia, Andrea Sinigaglia e Alberto Lupini
Sostenibilità e cultura del territorio
Sostenibilità, territorio ed eccellenza sono state le parole più utilizzate e i concetti sui quali ha lavorato anche Slow Food. «Parliamo di enogastronomia ma alla base di tutto c’è una ricchezza culturale e del settore primario – ha sottolineato Vincenzo Maidani, presidente di Slow Food Marche -. Il turismo è il punto di arrivo di tutto un ragionamento che riguarda i territori italiani. Portiamo avanti attività pratiche e didattiche, in modo che gli istituti alberghieri conoscano direttamente le materie prime da utilizzare nel loro lavoro, senza dimenticare i temi legati alla sostenibilità – ha concluso Maidani -. Quando un ristoratore racconta il suo territorio non di deve porre solo il problema di trasformazione del cibo, ma di filiera. Nel nostro operato promuoviamo anche l’alleanza tra i cuochi, con la quale valorizziamo il rapporto con i produttori locali».
Turismo esperienziale come leva economica
Cristina Panico dell’azienda Cancelloni Food Service Spa, ha concluso la tavola rotonda, evidenziando come «siamo grossisti ma ci definiamo i nostri clienti come partner. Grazie ad un’attività intensa di formazione e alla disponibilità di prodotti dai nostri fornitori, riusciamo ad offrire le soluzioni migliori. La nostra attività prevede anche lo svolgimento di eventi e ospitiamo i ragazzi degli istituti alberghieri nella nostra azienda per contribuire a diffondere la passione per il lavoro. Il turismo esperienziale è una leva economica molto importante per il territorio».
I partecipanti alla tavola rotonda hanno chiesto al nuovo Governo riforme, risorse strutturali e una maggiore rete tra istituzione e imprese. È fondamentale anche il riconoscimento della professionalità forte in ambito turistico e maggiore attenzione alle scuole alberghiere in modo da rafforzarne l’identità.