Manca un giorno all'
introduzione del green pass europeo, l'1 luglio, eppure i dettagli da sistemare non mancano. Dopo una lunga gestazione, infatti, il certificato che permette ai cittadini dei 27 Paesi membri dell'Unione Europea di
muoversi con maggiore agio (soprattutto in vista del turismo estivo) e senza dover sottostare alla quarantena all'arrivo presenta alcune piccole falle. Dalla privacy alla gestione delle vaccinazioni eterologhe, passando per il caso dei tifosi di calcio inglesi che vorrebbero raggiungere Roma per tifare la propria nazionale in vista del quarto di finale degli Europei di calcio i nodi su cui intervenire non mancano.
Numero dosi, sicurezza e limiti di utilizzo rischiano di azzoppare il green pass europeo
Per viaggiare all'estero meglio aver concluso il ciclo vaccinale (a meno che non sia eterologo)
Innanzitutto,
la questione delle dosi di vaccino. Informazione essenziale che viene veicolata attraverso il green pass. Nel Qr code che accompagna ogni certificato verde è possibile "leggere" lo stato di immunizzazione dei viaggiatori.
In Italia, basta attendere 15 giorni dalla prima dose per ottenere il lasciapassare. Ma non è così in tutti i Paesi. E nemmeno per
l'Unione Europea che, a fine maggio, aveva invitato tutti gli Stati membri ad allinearsi allo stesso principio: consegna del green pass solo alla fine del ciclo vaccinale. Una regola che richia di far saltare i programmi delle ferie a molti vacanzieri.
Problema che potrebbe presentarsi anche ai
soggetti che sono stati sottoposti a una vaccinazione eterologa dopo l'abbandono del richiamo con AstraZeneca. Da più parti, infatti, arrivano segnalazioni di dinieghi a varcare i confini degli Stati membri dell'Unione Europea a chi ha ricevuto due sieri diversi.
Il motivo? Sostanzialmente, il sistema pare non aver registrato la prima dose già ricevuta derubricando il richiamo effettuato alla prima somministrazione. Casi simili, infine, si riportano anche per le persone che hanno ricevuto il vaccino monodose. La speranza è che si tratti solo di un mancato aggiornamento che dovrebbe risolversi dall'1 luglio in poi.
Rischio frodi via Whatsapp
A questa complicazione si aggiunge anche
l'allarme lanciato dalla Polizia di Stato il 29 giugno: «Negli ultimi giorni
numerosi utenti stanno segnalando la ricezione tramite Whatsapp del seguente messaggio: "In questo link puoi scaricare il certificato verde Green Pass Covid-19 che ti permette liberamente di muoverti in tutta Italia senza mascherina". Cliccando sul link, l’ignaro utente viene catapultato su una finta pagina istituzionale con numerosi loghi simili agli originali. Proseguendo nella navigazione sul sito,
all’utente viene richiesto di inserire i propri dati personali e/o bancari con l’obiettivo di utilizzarli fraudolentemente». Insomma, una truffa bella e buona.
Le (nuove) richieste dell'Europa
Non sorprende dunque, che
da Bruxelles sia arrivato un ulteriore invito agli Stati membri di velocizzare l'allineamento al framework europeo. I commissari europei Didier Reynders (Giustizia), Thierry Breton (Mercato interno) e Stella Kyriakides (Salute) hanno scritto alle diverse capitali affinché, entro l'1 luglio, si applichino le raccomandazioni europee. Ad oggi, sono
Cipro, Ungheria, Malta, Irlanda, Paesi Bassi, Romania e Svezia i Paesi che ancora non hanno attivato il collegamento con il sistema digitale europeo. Al di là della garanzia di libertà di movimento ai cittadini guariti o che abbiano completato il ciclo vaccinale,
c'è anche la richiesta di estendere l'utilizzo del certificato all'accesso a eventi, manifestazioni, concerti, feste e - addirittura - ristoranti. Quest'ultima, peraltro,
è una delle tesi sostenute fin da subito da Italia a Tavola. Mentre, in via generale,
il nostro Paese sembra già avanti in quanto richiede il green pass nazionale per l'accesso ai matrimoni, alle fiere e ai congressi.
E, prossimamente, anche per andare in discoteca.
Tifosi inglesi a Roma? Fra Brexit e variante Delta serve la quarantena di 5 giorni
Infine,
c'è la questione Gran Bretagna. Dopo la Brexit, il Regno di sua Maestà è fuori dalle regole comuni dell'Unione europea e, quindi, viene trattato al pari di Paesi come gli Stati Uniti o il Giappone (con cui, peraltro, l'Ue sta portando avanti da mesi dei colloqui per facilitare l'interoperabilità delle varie certificazioni verdi così da favorire i viaggi internazionali).
Detto diversamente, ai turisti inglesi viene richiesto di rispettare la quarantena non appena atterrati sul suolo Europeo. Cosa che, nelle ultime ore, ha lasciato interdetti migliaia di fan della nazionale dei Tre Leoni che, dopo aver passato l'ottavo di finale giocatosi a Webley, disputerà i quarti di finale di Euro 2020 a Roma contro l'Ucraina.
Occasione giusta per un soggiorno breve nella Capitale? Nemmeno a pensarci: «La nostra richiesta è di tifare la nazionale da casa, ed esultare davanti alla tv più forte che si può», ha dichiarato Anne Marie Trevelyan, sottosegretaria al Commercio britannico. Per chi raggiungesse l'Italia, infatti, è obbligatorio (dal 18 giugno) sottostare a una quarantena di 5 giorni; misura attivata a causa della diffusione della variante Delta al di là della Manica.
Il bollettino del 30 giugno
Sono
776 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri sono stati +679). Sale così ad almeno 4.259.909 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia.
I decessi odierni sono 24 (ieri sono stati 42, di cui 22 pregressi della Campania), per un totale di 127.566 vittime da febbraio 2020. Le persone guarite o dimesse sono complessivamente 4.081.902 e
3.135 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri 2.493). Gli attuali positivi - i soggetti che hanno il virus - risultano essere in tutto
50.441, pari a -2.383 rispetto a ieri (-1.858 il giorno prima).