Non è bastata la conversione in legge, avvenuta lo scorso 12 maggio, del decreto in materia di trasporti e disciplina del traffico croceristico nella Laguna per risolvere il tema delle grandi navi a Venezia. La deviziazione temporanea dell'attracco su Marghera per le navi da crociera non convince pienamente l'Unesco che ammonisce l'Italia: «Occorre una soluzione di lungo periodo». L'obiettivo è quello di impedire totalmente e nel più breve tempo possibile il passaggio dei vascelli per il canale della Giudecca, pena il passaggio di Venezia nella lista rossa dei siti a rischio e l'obbligo di concordare con l'agenzia delle Nazioni Unite una exit strategy entro il 2022.
Veduta di Santa Maria della Salute, porta d'accesso al canale della Giudecca
Dario Franceschini: «Non c'è più tempo per esitare»
Eventualità a cui il
ministro della Cultura, Dario Franceschini non vuole nemmeno pensare: «Per il nostro Paese sarebbe cosa grave.
Non c'è più tempo per esitare. Abbiamo già fatto un passo importante nell'ultimo decreto legge con la destinazione definitiva dell'approdo delle grandi navi fuori dalla laguna
adesso credo vada fatto di più come impedire da subito il passaggio delle grandi navi nel canale della Giudecca», ha affermato all'
Ansa. Dichiarazione che lascia intendere come il Governo sia già al lavoro su questo tema in vista dell'assemblea annuale dell'Unesco che si terrà dal 16 al 31 luglio. Appuntamento al quale l'Italia vuole arrivare preparata.
Pressing dagli enti locali per risolvere una questione che si trascina da tempo
Tanto che anche
a livello locale si alza il pressing sul Governo per trovare una soluzione in tempi rapidi: «È l'ennesimo colpo di sveglia. L'esecutivo deve prendere in mano il dossiere e scogliere i nodi irrisolti», ha commentato
l'assessore al turismo della città veneta, Simone Venturini. Fra le questioni irrisolte anche l'adeguamento dello scalo di Marghera, attualmente predisposto per l'attracco delle navi cargo. Nel testo del decreto licenziato a maggio, inoltre, si prevedeva che l'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale, che gestisce anche la laguna di Venezia,
avesse tempo fino al 31 maggio (il termine poi è slittato) per avviare un concorso di idee per individuare punti di attracco fuori dalle acque protette della laguna di Venezia.
Un progetto per il quale il governo ha stanziato 2,2 milioni. E che ora deve tornare a marciare spedito.
L'impatto dello stop sul turismo a Venezia
Ma
cosa significherebbe tutto questo per la città che sul traffico turistico e in particolare crocieristico ha fondato parte del suo successo internazionale?
«Le crociere sono molto importanti per Venezia, ma molto spesso la discussione è stata preda di radicalismi opposti. Una soluzione alternativa c'è sempre stata. Ora bisogna farla diventare operativa»,
aveva commentato di Claudio Scarpa, presidente di Ava - Associazione veneziana albergatori. Il riferimento è alla lunga querelle che ha diviso Venezia sul tema grandi navi. Il primo tentativo di risolvere la questione risale al 2012 con il decreto Clini-Passera, che vietava il transito nel canale della Giudecca alle navi passeggeri di oltre 40 mila tonnellate. Ma solo in presenza di "valide alternative" che non vennero mai trovate. Nel 2014 ci provò il Comitato interministeriale, ma il Tar annullò il provvedimento. Ora
Marghera sembra l'unica via possibile: «Là si potrebbe poi costruire un terminal croceristico che potrebbe ospitare tre, quattro grandi navi lasciando libero accesso alla città alla piccola croceristica. D'altronde, bisogna sempre ricordare che questo settore coinvolge 5mila lavoratori e relative famiglie e sostiene un traffico turistico consistente. Tanto è vero che, al di là dello stato attuale delle cose fortemente impattato dalla pandemia,
il problema di Venezia semmai era l'overtourism», ha sottolineato Scarpa.
Intanto Msc Opera passa indisturbata
Ma bisogna fare alla svelta. Perché, nel frattempo,
il settore crocieristico si sta riprendendo grazie all'offerta di un viaggio in sicurezza che, di fatto, ospita i vacanzieri in una bolla in mare aperto. Tanto che
il 5 giugno, per la prima volta dopo 17 mes,i una nave da crociera,
la Msc Opera, è tornata a traversare il Canale della Giudecca accompagnata dalle proteste ma anche dagli applausi dei portuali che temono di perdere posti di lavoro.