È arrivata la firma del presidente del Consiglio Mario Draghi sul Dpcm che istituisce, ufficialmente, il green pass nazionale (definito “certificato verde Covid-19”). Subito online il sito dedicato e prime certificazioni disponibili dal 28 giugno Il documento, cartaceo o digitale, che serve ai cittadini italiani per spostarsi nel proprio Paese in zone dal colore diverso e in Europa (ma anche visitare i parenti nelle Rsa, partecipare a eventi, andare ai matrimoni e in discoteca, ecc.) diventa così operativo anticipando l’ingresso in funzione della misura a livello europeo prevista per l’1 luglio. Dopo una lunga gestazione, quindi, va in porto il principio per cui si viaggia in sicurezza solo se si è in grado di dimostrare oggettivamente il proprio stato di salute rispetto alla pandemia. Una posizione sostenuta fin dalle prime ora da Italia a Tavola.
Il green pass nazionale è attivo. Dall'1 luglio l'integreazione con quello europeo
A cosa serve il green pass nazionale (e dall’1 luglio quello europeo)
Il certificato sarà
rilasciato gratuitamente dalle autorità nazionali e sarà
disponibile in formato digitale o cartaceo con un
codice Qr associato. I certificati rilasciati ai cittadini europei saranno differenti a seconda di quale delle tre tipologie di "immunizzazione" si presenta.
Un quadro comune dell'Unione europea renderà i certificati compatibili e verificabili in tutta l'Unione europea, oltre a prevenire frodi e falsificazioni. Il sistema si applicherà dal primo luglio 2021 e resterà in vigore per 12 mesi.
I dati sanitari resteranno conservati e protetti nel Paese d’origine. Nel Qr code, leggibile automaticamente ai varchi di frontiera o degli aeroporti, sarà possibile leggere solo il codice identificativo della vaccinazione o del test negativo, oltre al nome e cognome del titolare del certificato e la sua data di nascita.
Come detto,
in Italia il green pass nazionale sarà utilizzato anche per accedere a eventi, Rsa, matrimoni e (forse) discoteche. Esclusi, invece, bar, ristoranti e alberghi che devono attenersi alle linee guida specifiche per il settore. Detto diversamente: controllo della temperatura all’ingresso, archiviazione dei contatti dei clienti, prenotazione fortemente consigliata, ecc.
In generale, comunque, va ricordato che
il green pass a livello europeo non costituisce in senso stretto una condizione preliminare per la libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio. Durante i negoziati tra le istituzioni, inoltre, gli eurodeputati hanno ottenuto un accordo che stipula che
gli Stati dell'Unione non potranno imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati - come quarantena, autoisolamento o test - "a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica". Si dovrà tenere conto delle prove scientifiche, "compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)". Le misure dovranno essere notificate, se possibile, con 48 ore di anticipo agli altri Stati membri e alla Commissione, mentre il pubblico dovrà ricevere un preavviso di 24 ore.
Come richiederlo
Gli
enti preposti al rilascio della certificazione verde dipendono dalla condizione in cui si trova il richiedente. Per i vaccinati la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla
struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria
che effettua la vaccinazione. Diverso è per i guariti dal Covid, che devono richiedere la certificazione verde, sempre in formato cartaceo o digitale,
presso la struttura dove è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. Infine, a chi non è stato infettato, né vaccinato, non resta che poter dimostrare di essere negativo al tampone: l’attestazione viene rilasciata d
alla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.
Da tutto ciò dipende anche
la durata del green pass stesso:
- 9 mesi a partire dal 15° giorno dalla seconda dose di vaccino;
- 6 mesi a partire dalla fine dell'isolamento;
- 48 ore se l'immunità è testimoniata dall'esito negativo del tampone.
Poiché, però, il green pass è valido anche dopo la prima dose di vaccino, la sua durata varia a seconda di quando si avrà il richiamo:
- Con Astrazeneca, la cui seconda dose è somministrata circa 3 mesi dopo la prima, il green pass ha una validità di quasi un anno;
- Pfizer prevede il richiamo dopo circa 21/42 giorni, la durata del green pass può dunque aggirarsi intorno ai 10/11 mesi;
- Moderna funziona allo stesso modo
- Johnson&Johnson richiede una sola dose e la certificazione verde ha validità totale di 9 mesi.
La durata del green pass dipende anche dal vaccino somministrato
Come scaricarlo e verificarlo
Il green pass
potrà essere scaricato digitalmente attraverso un fascicolo sanitario elettronico, l’applicazione Immuni, l’app Io oppure direttamente dal sito dedicato. Chi avrà difficoltà nell’utilizzo dei sistemi digitali, potrà farne richiesta a medici e farmacisti o gli altri «operatori autorizzati» che lo scaricherranno attraverso il sistema Tessera sanitaria. Per quanto riguarda
la verifica delle informazioni contenute, sarà disponibile una
apposita applicazione che leggerà il codice Qr sul telefono o nella versione.
Ma chi sarà titolare di questa funzione? Nella versione definitiva del Dpcm sparisce l’elenco dei soggetti verificatori. Resta l’indicazione relativa ai soggetti che erogano i servizi per fruire dei quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19 e gli organizzatori di eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso della medesima certificazione, nonché i pubblici ufficiali nell'esercizio delle relative funzioni.
Le
informazioni che alimenteranno la piattaforma delle certificazioni verdi saranno conservate fino alla loro validità e successivamente trasferite
in un apposito archivio digitale per un massimo di 5 anni.
Quali dati contiene
Le
dichiarazioni verdi rilasciate dalla piattaforma nazionale
riportano i seguenti dati generali, uguali a tutti i tipi di certificazione ottenuta (vaccinazione, guarigione o tampone):
- cognome e nome del richiedente;
- data di nascita;
- malattia o agente bersaglio;
- soggetto che ha rilasciato la certificazione verde;
- identificativo univoco della certificazione verde.
A questi dati,
in caso di ciclo vaccinale completato o parziale (ossia in attesa della seconda dose),
si aggiungono anche:
- tipo di vaccino somministrato;
- denominazione del vaccino;
- produttore o titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio del vaccino;
- numero delle dosi effettuate;
- Stato in cui è avvenuta la vaccinazione.
Per quanto riguarda
le persone guarite, invece, i dati aggiuntivi sono i seguenti:
- data del primo test molecolare positivo;
- Stato che ha effettuato il primo test molecolare positivo;
- data di inizio validità della certificazione verde;
- data di fine validità.
Infine, p
er quanti si fossero sottoposti al test antigenico rapido o molecolare, le informazioni ulteriori sono:
- tipo di test;
- nome del test;
- produttore del test;
- data e ora del prelievo del campione per il test;
- risultato del test;
- centro o struttura dove è avvenuto il test;
- Stato in cui è stato effettuato il test.
Il ruolo del Garante delle privacy
Sulle modalità di funzionamento del green pass
ha giocato un ruolo centrale il Garante della privacy. L’Autorità ha sollevato diversi rilievi sul tema del trattamento dei dati personali che hanno, di fatto, limitato il potenziale di controllo del certificato verde e gli strumenti utilizzabili per farlo funzionare. Sotto quest’ultimo punto di vista, però, dopo le critiche dei giorni scorsi,
il Garante ha dato l’ok all’utilizzo dell’app Io di PagoPA. L’applicazione va quindi ad aggiungersi a Immuni come supporto sul quale conservare il proprio green pass previo aggiornamento.
La nuova versione di Io prevede l’introduzione di notifiche push a contenuto generico e la possibilità di esprimere un consenso esplicito e specifico da parte del cittadino rispetto all’uso di sistemi che permettono di raccogliere eventi relativi alle azioni effettuate in app al fine di utilizzarne le informazioni per debugging, monitoraggio e assistenza.
Green pass volano per il turismo e l'agroalimentare
Che il green pass, soprattutto nella sua variante europea, fosse un intervento atteso lo testimonia anche
Coldiretti (sulla base dei dati di Bankitalia) per cui
l'introduzione del certificato verde potrebbe raddoppiare (+107%) il numero di turisti europei in vacanza in Italia durante l'estate rispetto allo scorso anno, ritornando ai livelli pre- pandemia. Il lasciapassare comunitario, infatti, consente l'arrivo nel Belpaese dei
28 milioni di turisti europei che prima dell'emergenza Covid erano soliti trascorrere le ferie sul nostro territorio nazionale da luglio a settembre. Un ritorno strategico per l'ospitalità turistica dal momento che
i visitatori stranieri hanno, tradizionalmente, una elevata capacità di spesa che ammonta per il periodo estivo a 11,5 miliardi per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.
Il bollettino del 17 giugno
Sono 1.325 i
nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. I
decessi odierni sono 37. Per quanto riguarda i
tamponi, il totale di quelli effettuati è pari a 200.315, per un
tasso di positività dello 0,7% (invariato rispetto al bollettino di ieri).