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Bufala Campana
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Parigi riapre i bar, Londra frena a causa dei contagi. Le strategie europee sulla ripresa

Le scelte di Gran Bretagna e Francia in tema di riaperture e contagi possono servire da esempio per l'Italia su quanto di buono fatto e i rischi da evitare mentre la pandemia rallenta a livello mondiale

 
19 maggio 2021 | 13:57

Parigi riapre i bar, Londra frena a causa dei contagi. Le strategie europee sulla ripresa

Le scelte di Gran Bretagna e Francia in tema di riaperture e contagi possono servire da esempio per l'Italia su quanto di buono fatto e i rischi da evitare mentre la pandemia rallenta a livello mondiale

19 maggio 2021 | 13:57
 

Se l'Italia ha dato avvio alla seconda fase delle riaperture, seppure fra qualche mugugno, gli altri Paesi europei non vanno poi tanto meglio. Anzi, visto da questa parte dell'Europa, quello che sta succedendo in Francia e Gran Bretagna in questi giorni fa intravedere quanto di buono fatto dal Governo italiano e gli errori da evitare per non tornare punto a capo nel momento in cui il Vecchio Continente guida la classifica mondiale della riduzione di nuovi casi di Coronavirus.

Parigi riapre i bar, Londra frena Le strategie europee sulla ripresa


A Parigi si torna a bere il caffè nei dehors

In Francia, dopo sei mesi di chiusura, bar e ristoranti tornano operativi dal 19 maggio. Una data fortemente sostenuta dal presidente Emmanuel Macron nonostante il parere negativo di alcuni esperti. Tant'è che lo stesso presidente ha postato la sua uscita al bar in compagnia del premier Jean Castex sul proprio account Twitter: «Eccoci qui! Dehors, musei, cinema, teatri ... Ritroviamo cosa contraddistingue il nostro modo di vivere. Nel rispetto delle misure di contenimento», ha scritto il presidente.

Fra le misure restrittive ancora attive Oltralpe c'è il coprifuoco alle 21.00, il divieto per bar e ristoranti di servire i clienti all'interno e l'obbligo di occupare un tavolo con massimo sei persone. Dal 9 giugno, quando potranno tornare i turisti stranieri con passaporto vaccinale, riapriranno in modo completo caffè e ristoranti e il coprifuoco sarà spostato alle 23.00.

Londra in vantaggio, ma riflette sulla minaccia della variante indiana

Diverso il discorso per la Gran Bretagna, che ha già messo in calendario la fine di tutte le restrizioni a partire dal 21 giugno. Ma in un mese le cose potrebbero cambiare. Il rischio è che, nonostante il successo della campagna vaccinale, la diffusione della variante indiana renda sconsigliabile ulteriori allentamenti.

Lunedì 17 hanno riaperto in Inghilterra pub e ristoranti al chiuso, così come cinema, teatri e musei con le persone che sono pure tornate ad abbracciarsi dopo lunghi mesi. Nel frattempo, però, i contagi da variante indiana sono aumentati arrivando a quota uno su cinque. Un picco che non si è trasformato in un aumento dei degenti e delle vittime, ma ha comunque richiesto una nuova riflessione sui prossimi passi. A partire dall'allentamento delle restrizioni sui viaggi.

Dall'altra parte dell'Atlantico, New York riapre

A partire dal 19 maggio, cessano di essere in vigore la maggior parte delle restrizioni imposte per contenere il Covid a New York. Detto diversamente: i ristoranti potranno aprire al 100% della loro capacità anche le sale interne a patto che sia rispettato il distanziamento sociale o vengano erette barriere di plexiglas fra i tavoli. Potranno operare a pieno regime anche le palestre, sempre nel rispetto del distanziamento sociale ma chi farà esercizio all'interno potrà farlo senza la mascherina. Possono ripartire anche le feste in casa, dove possono essere ammesse 50 persone e non più 10 come finora previsto. La novità maggiore riguarda le mascherine: l'obbligo viene a cadere per i vaccinati sia per le attività all'esterno sia per quelle all'interno.

Cosa succede negli altri Paesi Ue?

Dopo quasi sette mesi di lockdown, più o meno rigido, l'Austria riparte il 19 maggio. In questa data riaprono ristoranti, alberghi, palestre e campi sportivi, ma anche teatri e cinema. Per accedervi, però, bisognerà sottoporsi a un test. Va bene anche quello nasale fai da te che ha una validità di 24 ore. Sale a 48 la validità del test antigenico e a 72 per i molecolari. Per chi ha ricevuto il vaccino, il lasciapassare scatta dal 22° giorno dopo la somministrazione e dura tre mesi per chi ha ricevuto una sola dose e nove per chi ha fatto il richiamo. Infine, decade il limite all'orario di chiusura dei supermercati che ora possono restare aperti oltre le 19.

La vicina Germania, invece, ancora non ha presentato una road map per le riaperture. L'idea, come in Austria, è quella di consentire maggiore libertà alle persone vaccinate mantenendo comunque un alto livello di guardia. Una linea che dovrebbe incontrare il favore degli stati federali che incontreranno Angela Merkel il 28 maggio.

Chi si è già messo molte limitazioni alle spalle è la Spagna che ha revocato lo stato di emergenza in vigore da ottobre ristabilendo la possibilità di spostarsi fra regioni diverse a partire dal weekend del 9 maggio. Nella maggior parte delle regioni, la fine di questo regime eccezionale ha significato anche la revoca del coprifuoco, salutata con gioia dai residenti di molte città. La fine dello stato di emergenza non significa tuttavia la fine delle restrizioni a livello locale. Le 17 comunità autonome possono, ad esempio, continuare a limitare l'orario di apertura o il numero di avventori di bar, ristoranti o negozi. Possono anche richiedere il ripristino del coprifuoco o la chiusura del loro territorio ma ora per farlo necessitano dell'approvazione di un tribunale.

I contagi rallentano a livello mondiale

A livello mondiale, comunque, l'ultima settimana, con dati aggiornati al 16 maggio, ha registrato un nuovo calo di nuovi casi e morti da Covid. Anche se i numeri restano altri, l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) la diminizione è del -12% dei contagi (4,8 milioni) e -5% dei decessi (86mila) rispetto al periodo precedente. Un trend che si ripete da tre settimane consecutive. A guidare il calo l'Europa che registra la variazione più significativa: un calo del 26% rispetto alla settimana precedente nei nuovi casi (684.903 negli ultimi 7 giorni, pari al 14% di quelli registrati globalmente) e decessi giù del 16% (16.255 in una settimana).


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