Prima della pandemia,
viaggi e consumi andavano di pari passo. Anzi, uno tirava l'altro. Sopratutto nel caso dei turisti stranieri. Abitudini che, col tempo, hanno ingrossato un fenomeno che pre-Covid stava viaggiando ad altitudini ragguardevoli.
Stiamo parlando del tax free shopping. Ossia, il rimborso dell'Iva richiesto dai turisti internazionali (solitamente quelli più spendaccioni) sugli acquisti realizzati in un determinato Paese (ottenendo quindi in cambio una sostanziale riduzione del prezzo di acquisto).
Un trend che ha dovuto affrontare perdite di fatturato del 90% nel corso dell'ultimo anno creando non poche difficoltà anche a un colosso del settore come Global Blue: 36 milioni di transazioni tax free shopping registrate nel 2019 per un valore complessivo di vendite in negozio pari a 18,2 miliardi di euro, e 28 milioni di transazioni attraverso i servizi
added-value payment (pagamenti a valore aggiunto) per un valore di 4,4 miliardi di euro di vendite nei negozi.
Nel 2019, Global Blue ha registrato 36 milioni di transazioni tax free shoppingCon l'estate alle porte, e la notizia di
un progressivo allentamento delle restrizioni sui viaggi (a partire dal 15 maggio decade la quarantena di 5 giorni per i cittadini provenienti dall'Ue, dalla Gran Bretagna e da Israele), però, il sistema è pronto a ripartire. Lo sa bene
Antonella Bertossi, partner relationships & marketing manager di Global Blue Italia che, nel tempo, ha messo in piedi un network turistico che va oltre il rimborso Iva per diventare vera e propria "agenzia di promozione turistica" del nostro Paese e delle sue eccellenze.
Le limitazioni agli spostamenti penalizzano i flussi. In che modo il green pass potrà migliorare la situazione?Aumento della propensione al viaggio ed efficacia della campagna vaccinale vanno di pari passo, basti pensare che la voglia di tornare a viaggiare dei turisti americani è aumentata di 17 punti nelle ultime settimane. In generale, avere sicurezza e garanzie sarà centrale per rilanciare il turismo internazionale. Questo può avvenire in due modi: da un lato, attraverso la realizzazione di accordi bilaterali con altri Paesi; dall’altro, proprio grazie all’implementazione di un green pass che consenta spostamenti in modo sicuro. È un primo passo per un ritorno alla mobilità tra Paesi. Le limitazioni finora hanno messo davvero a dura prova un settore che, prima della pandemia, valeva il 13% del Pil italiano: è necessario cambiare passo.
Antonella BertossiIl tax free shopping è spesso associato agli aeroporti. Con la crisi del settore, dove si sposta il vostro marketing e/o la vostra attività di promozione?Il settore del tax free shopping ha risentito in modo importante della crisi pandemica e delle chiusure a essa associate, con un crollo del fatturato del 90%. Fondamentale, quindi, è stata la capacità di diversificare. Questo per noi è stato un anno di “osservazione e analisi”, che ci ha dato la possibilità di guardare più da vicino ciò che stava accadendo nel mondo del retail, realtà nella quale siamo attivi da quasi 40 anni. L’evidenza è stata il ridimensionamento del retail fisico a favore di quello digitale. Global Blue, grazie al know how sviluppato negli anni, ha ancora una volta scommesso sulla digitalizzazione, continuando a progettare lo shopping del presente e del futuro, ampliando un ecosistema di partner che mettono il negozio al centro delle nuove dinamiche di acquisto online. Abbiamo fatto nostro il concetto di
Remote Selling Experience, ovvero di esperienza inclusiva e immersiva che non implica lo spostamento “fisico”, e puntato molto sull’omnicanalità. Tra i nostri partner possiamo menzionare Elio, Hero, Yocuda, Scalapay, senza dimenticare l’acquisizione di ZigZag.
Il digitale e l’eCommerce si sono definitivamente consolidati. Ma che effetti ha avuto tutto ciò nel comparto turistico?Il canale dell’online è esploso: nell’alto di gamma, per esempio, si passa dal 12% del 2019 al 23% del 2020. A livello di dotazione tecnologica quello che prima era “nice to have” diventa ora “must”. Questa trasformazione digitale, però, non toglie spazio al comparto turistico: il ricorso all’omnicanalità ci dimostra come si andrà verso una sempre maggiore integrazione tra digitale e fisico. Ciò che non deve essere tralasciato, invece, è l’investimento in formazione: sarebbe un grave errore pensare di introdurre canali innovativi senza aggiornare le competenze di chi deve operare in questa nuova realtà. Pensiamo per esempio a tutte quelle formule che prevedono una remote selling, dalla vendita a distanza tramite un occhiale smart connesso ad internet alle soluzioni di live shopping che coinvolgono più utenti simultaneamente, fino alle chat virtuali di assistenza all’acquisto: l’integrazione di questi strumenti innovativi non può prescindere dall’aggiornamento delle competenze da parte di chi, nel negozio, deve utilizzarle per esercitare la propria professionalità. Perché lo store non scompare, ma si evolve nell’utilizzo e negli spazi proprio per il nuovo ricorso al digitale che l’omnicanalità richiede. È bene ricordare, infatti, che lo shopping fisico continua a essere un elemento in grado di influenzare e indirizzare un viaggiatore a preferire un Paese piuttosto che un altro: il digitale è quindi solo uno strumento in più, che non si può sostituire al negozio.
Turismo fermo? A volare è stato il canale onlineLa ripresa è legata a doppio filo alla campagna di vaccinazione, ma da quando sarà possibile pensare a un ritorno alla normalità? E che estate dovremmo attenderci quest’anno?Non sappiamo quando si tornerà a poter viaggiare a pieno ritmo, ma già da ora è necessario agire con una campagna promozionale digitale che pubblicizzi il “brand Italia”, magari puntando su quei Paesi che sono più avanti con le vaccinazioni e che per primi torneranno a muoversi. Abbiamo effettuato diversi sondaggi tra gli utenti del nostro database e già a ottobre risultava esserci una percentuale altissima di turisti pronti a tornare a vedere il mondo. L’Italia però deve farsi trovare pronta a livello competitivo, per non perdere terreno nei confronti degli altri Paesi europei.
A livello istituzionale, il Governo Draghi ha creato un ministero del Turismo a sé stante. Cosa significa per aziende come la vostra?Per gli operatori del turismo è una grande soddisfazione avere finalmente un ministero a sé stante, per giunta con portafoglio. Ma ora bisogna muoversi in fretta in vista della ripresa, perché gli altri Paesi lo stanno già facendo e l’Italia no. Ci vuole subito a tal proposito una revisione della soglia minima di spesa per il recupero Iva da acquisti tax free. In questo modo, il nostro Paese diventerà una meta sempre più attrattiva per i turisti internazionali che non solo sceglieranno l’Italia per i loro viaggi, ma anche per i loro acquisti. Al momento tale soglia è zero per Paesi come Germania, Spagna e Irlanda e di 50 euro in Olanda e Grecia. In Francia da quest’anno la soglia è stata abbassata a 100 euro: l’Italia è quindi all’ultimo posto in Europa. Senza questo correttivo, è molto probabile che il turista cinese, americano o australiano, quando tornerà a viaggiare e fare shopping in Europa, realizzerà i propri acquisti altrove anziché in Italia. A risentirne sarebbe il Made in Italy, con la privazione di un consistente bacino di potenziali clienti.