La programmazione della prossima stagione estiva entra sempre più nel vivo, gli addetti ai lavori premono per una data certa e protocolli chiari e le istituzioni cercano di dare le prime risposte: un piano per rendere le isole minori delle destinazioni Covid-free e rilanciare il turismo a partire dal 2 giugno. A tracciare il percorso verso la ripresa dell'attività ricettiva è stato il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia.
Visuale aerea di una spiaggia a Capri
Garavaglia: riaperture il 2 giugno se i dati lo consentiranno
«Non si può programmare dopo. Ci sono
attività che si possono aprire dall'oggi al domani come il barbiere. Altre no, come i grandi
alberghi. Bisogna monitorare i dati e sulla base di questi aprire il prima possibile. Abbiamo bisogno di programmare per essere veloci, altrimenti gli altri ci superano», ha detto il ministro Garavaglia, intervenendo a
Omnibus. L'idea di riaprire in concomitanza con la
festa nazionale è mutuata dalle esperienze estere: in Francia il dibattito, attualmente, fissa la ripresa del turismo a partire dal 14 luglio, festa della repubblica; negli Usa si parla del 4 luglio.
«Noi stiamo lavorando settore per settore per dare date specifiche. Diamo
protocolli seri e le date. C'è un dibattito molto ideologico sulle riaperture, noi non siamo ideologici. C'è anche nei media una posizione ideologica, non c'è il bianco o il nero. Dare solo segnali negativi è sbagliato, perché l'
economia vive anche di aspettative. Monitoriamo settimana per settimana», ha proseguito Garavaglia. Insomma, un avvicinamento attento ma progressivo e costante alla riapertura delle attività ricettive (dal ristorante all'albergo) sembra essere l'approccio utilizzato dal Governo che in ogni occasione non smette di sottolineare come ogni passo debba essere corroborato da evidenze scientifiche relative all'andamento nazionale della
pandemia.
Attesa per il green pass
D'altronde l'obiettico per la stagione 2021 è chiaro: fare tesoro dell'
esperienza dello scorso anno per non commettere gli stessi errori. E un aiuto potrebbe arrivare dall'introduzione (prevista per giugno) del
passaporto vaccinale a livello europeo: «
Lavoriamo al green pass che prevede tre condizioni: il vaccino, avere avuto il Covid e il tampone negativo. Non è discriminatorio e
da noi esiste già in Sardegna. Pensi che bello se l'anno scorso avessimo dato retta a Solinas in Sardegna. È un modello che sta già prendendo piede, perché ad esempio ci sono già numerosi voli che procedono così».
Il modello greco (e quello campano)
L'altro grande modello da seguire, per una questione di vicinanza, morfologia e concorrenza è la
Grecia. Atene ha già avviato una campagna di vaccinazioni delle isole minori. Anzi, in molti casi la
campagna vaccinale ellenica è partita proprio da questi luoghi remoti. Da un lato, infatti, c'è la necessità di salvaguardare lo status sanitario delle piccole isole che a seguito dei vari confinamenti hanno goduto di uno "scudo" naturale al
virus; dall'altro, la volontà di rendere queste destinazioni appetibili al
turismo estivo. «La Grecia ha tante isole e per quello si sta muovendo in quella direzione, noi potremmo farlo. Il punto è creare
meccanismi per cui sia semplice circolare. La direzione mi sembra abbastanza chiara», ha commentato Garavaglia.
Il problema è che anche partendo ora, l'Italia è già in
ritardo rispetto ai competitor. Se Atene ha già immunizzato le isole sotto i mille abitanti,
Sharm el-Sheikh ci arriverà a fine maggio.
Seychelles e
Maldive (grazie ai farmaci cinesi) sono a un passo dall'immunità di gregge e anche le
Cayman battono il Belpaese.
C'è bisogno di velocizzare le pratiche per tenere il ritmo. Prima delle parole del ministro, però, era stato
Il Messaggero a svelare
l'esistenza di una strategia per l'immunizzazione delle isole. In risposta alle sollecitazioni dei territori, infatti, lo stesso commissario all'emergenza sanitaria, il generale
Francesco Figliuolo ha mandato una lettera ai sindaci per vaccinare gli abitanti da fine aprile e salvare la stagione estiva. Una campagna che prenderebbe le mosse da quella già promossa in
Campania e che ha visto protagoniste le isole di Capri, Procida e Ischia (in cui le somministrazioni cominceranno proprio questo week-end).
In Veneto si pensa all'assicurazione per i viaggiatori
In attesa che si dispieghi l'effetto della campagna di vaccinazione, che su territori e destinazioni di maggiore dimensione sta ancora annaspando, c'è chi ha proposto di attivare un'
assicurazione per i viaggiatori. È il caso del
Veneto: «Stiamo pensando a qualcosa di simile a quanto previsto in alcune aree della Spagna, in Andalusia in particolare», ha spiegato l'assessore regionale competente
Federico Caner. Sulla scorta del
seguro turístico andaluso, l'idea è quella di prevedere una serie di
interventi a sostegno dei turisti che dovessero contrarre il virus durante la propria vacanza sul territorio. Si va quindi dalla copertura assicurativa per coprire eventuali oneri medici, farmaceutici o di ricovero, alle operazioni di rimpatrio passando per la copertura delle spese di soggiorno obbligato causa quarantena.
Estate 2021? «Stesse logiche dello scorso anno»
D'altronde, come ha spiegato il commissario europeo per il Mercato interno,
Thierry Breton, «per il secondo anno di fila il turismo sarà diverso dal solito, con molta più enfasi sulla
prossimità». Insomma, la prospettiva, anche una volta che il green pass sarà attivo, è quella di una riproposizione delle stesse logiche del 2020. «La grande differenza sarà la
vaccinazione. Entro metà luglio saremo in grado di fornire agli Stati membri dosi sufficienti - circa 470 milioni - per vaccinare il 70% della popolazione adulta», ha sottolineato Breton in un articolo sulla propria pagina LinkedIn.