Sarà un’
estate tutta in montagna per chi resta in Italia e per il
mare bisognerà andare all’estero? L’ipotesi non è così remota perché il coprifuoco imposto alle 22 fino al 31 luglio porta molti a pensare ad un modello di vacanza “montanara”.
Impensabile chiudersi in una camera d’hotel nelle località di mare, con temperature alte e voglia di stare all’aria aperta, magari proprio in riva al mare, cenando tardi e godendosi un lungo dopo cena.
Il Governo ha promesso dei check point ogni 15 giorni per valutare di spostare a mezzanotte il “tutti in casa”, ma ci si crede poco. E comunque resta sempre il problema di fondo: sarà impossibile programmare.
Impossibile per tutti, per i turisti che non potranno organizzare al meglio i viaggi dei propri sogni per quella che sembrava essere l’estate della ripartenza, per gli albergatori e tutto il mondo che ruota attorno al turismo - di conseguenza - che riceverà
prenotazioni last minute (forse) senza poter prevedere quanto personale predisporre, quale merce ordinare per
limitare al massimo gli sprechi.
Tutti a casa alle 22, anche se in vacanza
La strategia del Governo
Il ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini ha spiegato che a partire dal 15 maggio inizierà la valutazione bisettimanale dell’andamento dei contagi. La domanda però, visti i precedenti, sorge spontanea:
reggeranno per addirittura due settimane le decisioni? O, magari, dopo una settimana si cambierà ancora? Vero che si va verso l’estate e che il caldo è nemico del virus, ma è anche vero che i contagi continuano ad essere sopra i 16mila e i decessi sempre in un numero esorbitante, con la campagna vaccinale che va a rilento.
Mario Draghi però ha specificato che le decisioni saranno prese in base soprattutto al numero di posti occupati in
terapia intensiva, ricoveri e - appunto - decessi.
Un favore a Spagna e Grecia...
Per il mondo del
turismo e della ristorazione, come ormai stiamo raccontando da giorni,
si tratta di un colpo duro a cui sarà difficile far fronte soprattutto perché il settore arriva da un anno abbondante di crisi nera e in peggioramento.
Per i ristoratori sorge l’impossibilità di fatto di aprire a cena che sia al chiuso o all’aperto, tra gli albergatori invece c’è preoccupazione perché a saltare potrebbero essere proprio le vacanze, di quest’estate e delle prossime.
Perché gli equilibri sono molto delicati considerando che all’estero i competitor principali dell’Italia - ovvero
Spagna e Grecia - sono molto più permissivi e rischiano di
accaparrarsi la fetta più grossa di turisti i quali non è facile pensare che anche negli anni futuri si legheranno a località più morbide in quanto a restrizioni.
A mettersi le mani nei capelli sono soprattutto gli albergatori delle località di mare dove la tipologia di vacanza è spostata molto sul tardi, sulla sera, sulla notte. Chi non sogna una
cenetta in riva al mare dopo una lunga giornata in spiaggia fino al tramonto, una doccia in hotel e poi l’uscita in tutta calda col piacere di fare tardi e contando sulla brezza marittima? Tanti, se non tutti. Per questo pensare di prenotare in
Puglia, Romagna, Campania, Sicilia, Calabria, Toscana, Lazio al momento sembra anacronistico.
A Cesenatico la serata inizia alle 22
«Se rimane il coprifuoco - spiega
Luigi Godoli, direttore del Grand Hotel di Cesenatico - sarà penalizzante soprattutto per chi arriva dall’estero e deve restare in hotel dalle 10 sera. Ho sentito che si parla di prolungamenti, ma bisogna sapere già adesso le regole perché soprattutto i turisti che vengono dall’estero prenotano in questo periodo e devono sapere cosa gli aspetta. La serata da noi inizia alle
22 considerando che si va a cena alle 9-9.30 e poi c’è tutto il dopo cena. Abbiamo terrazza e giardino, valuteremo, nel caso, se organizzare qualcosa in albergo per trattenere gli ospiti».
A Gallipoli voglia di far tardi
Non cambia l’umore all’hotel I Bastioni San Domenico di Gallipoli (Le): «Per gli hotel sarà complicato - ha detto il titolare,
Andrea Quintana - ma per bar e ristoranti sarà ancora peggio. Con queste restrizioni si ferma a monte la volontà di andare in vacanza, vale per gli italiani, ma anche per gli stranieri.
Non sarà semplice per noi organizzare qualcosa in albergo, il nostro numero di ospiti non altissimo potrebbe non giustificare investimenti particolari in vista dell’estate. Da noi fa caldo, la gente ha bisogno di stare fuori, di fare tardi: il
coprifuoco impone più uno stile di vacanza montanara».