Missione estate 2021 covid free, bloccata. Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, si è messo di traverso rispetto al piano del ministro Massimo Garavaglia: «Mi auguro rigetti immediatamente la proposta di "isole covid free". Non possono esserci località turistiche privilegiate». Semaforo rosso, quindi, sul piano previsto da Garavaglia e dal commissario all'emergenza Francesco Figliulo per immunizzare le isole minori in vista dell'estate.
Uno sgarbo per tutti quei territori, come la Riviera romagnola, che guardano all'estate per far ripartire l'economia locale (e pure quella nazionale) grazie al turismo. Il tutto mentre anche dal Governo filtrano temporeggiamenti sulla data proposta del 2 giugno.
L'estate 2021 partirà davvero il 2 giugno?
Quasi tutto aperto il 2 giugno?
«Quando ho parlato del
2 giugno […] mi riferivo a una data finale entro la quale mi auguro
sia aperto tutto o quasi tutto. Ovviamente dipende dal
piano vaccinale», ha affermato il ministro Garavaglia in un’intervista a
La Stampa relativamente alla possibilità di dare un avvio ufficiale alla stagione. Compresa quind la lezione più volte impartita dal presidente del Consiglio
Mario Draghi: contano i numeri, i dati; solo così le attività economiche torneranno operative. Certo, ognuna con le sue specificità.
Nel comparto turistico, infatti, non ci sono solo i vacanzieri, ma anche chi si sposta per lavoro: «Le
fiere e i
congressi internazionali sono una cosa, e si può precedere una data più ravvicinata, i parchi tematici e acquatici hanno bisogno i tempo per programmare i lavori di manutenzione e fare prevendita», ha spiegato Garavaglia. A comporre il puzzle del Turismo, però,
sono anche ristoranti e bar: «Anche ad aprile si possono aprire attività di questo tipo, appena ci sono le condizioni».
A sostenere le prospettive del
cronoprogramma esposto da Garavaglia, due progetti principali: il
green pass (si parla del 15 giugno) e la vaccinazione delle piccole isole sul modello della vicina
Grecia. «Si può fare ed è anche opportuno farlo perché se lo faranno gli altri e noi no, lo svantaggio diventerà enorme. Se la Grecia dice che aprirà il 15 maggio a patto che si abbia il tampone negativo, oltre a garantire isole covid free, mentre noi siamo fermi,
allora perderemo competitività».
Per Speranza, non esistono date X
Per quanto riguarda le tempistiche del programma, a frenare è il ministro della Salute
Roberto Speranza che se da un lato si immagina un’estate molto diversa da questi mesi, dall’altro ricorda che
servono attenzione e gradualità quando si parla di riaperture; senza la possibilità di immaginare una
data X dopo la quale scompaiono le misure restrittive.
«Sono ottimista – ha affermato il ministro Speranza in un’intervista a
La Repubblica – Se riusciremo a vaccinare la maggior parte della popolazione, questa estate ci potremo consentire molte più
libertà».
Bonaccini: «Servono più dosi e il passaporto vaccinale»
Meno conciliante il giudizio di
Stefano Bonaccini, presidente della Regione
Emilia-Romagna, nota meta turistica estiva: «Mi auguro che il ministro del turismo Garavaglia rigetti immediatamente la proposta di "
isole covid free". Non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre», il messaggio consegnato alla pagina Facebook. Nel caso ciò avvenisse, infatti, il rischio è quello di creare destinazioni di seria A e serie B a seconda della diffusione del vaccino, con le mete insulari che ne beneficerebbero in termini di attrazione rispetto alle coste dell'Adriatico.
Secondo Bonaccini, il Governo dovrebbe «darsi da fare perché arrivino più
dosi per vaccinare nel più breve tempo possibile e lavori per i
passaporto vaccinale, con regole uguali per tutti a livello europeo».
«Le istituzioni devono muoversi insieme con i cittadini, oggi esiste uno scollamento tra una fetta importante della popolazione e le istituzioni», ha rilanciato il presidente della Conferenza Regioni,
Massimiliano Fedriga, a
Canale 5, parlando delle riaperture. Occorre «mettere insieme istituzioni e
cittadini, così si vince il virus e trovare soluzioni applicabili, non perfette, che tante volte non sono applicabili». E sul governo Draghi: «Se nei prossimi giorni si fa un piano di
riapertura di alcune attività, credo sia la strada corretta. Se si vuole tenere blindato tutto per un altro mese si rischia di perdere la battaglia contro il virus».
La costa di Amalfi
Proteste in Campania
Nel frattempo, però, monta la protesta. E parte proprio dalle
piccole isole a vocazione turistica. A Capri, Ischia, ma anche a Sorrento e ad Amalfi sono scesi in piazza i
lavoratori del turismo. La richiesta è quella di maggiore chiarezza sui progetti e i programmi del Governo, visto che la stagione si avvicina sempre di più e ogni minima
programmazione potrebbe significare molto per gli operatori. «Entro due settimane, Capri sarà covid free», ha annunciato a 200 manifestanti il sindaco dell’isola
Marino Lembo. «Abbiamo chiesto come associazione delle isole minori una
decontribuzione senza limiti di età per l’assunzione dei lavoratori del turismo, agevolazioni ai cittadini per la
Tari e l’
Imu sulle seconde case», ha rilanciato il sindaco di Forio e presidente Ancim
Francesco Del Deo.
A Sorrento,
Ettore Pica, in rappresentanza delle categorie extra-alberghiere, ha puntato il dito contro
Federalberghi: «Federalberghi poteva coordinarsi con la città per appoggiare una
vaccinazione estesa a quanti più soggetti della filiera del turismo, invece lacera una comunità». Il riferimento è all’accordo stretto fra l’associazione di categoria con Asl Napoli 3 e Regione Campania per la vaccinazione dei lavoratori delle strutture associate.
Federcuochi: riapertura solo a ristoranti con spazi esterni? No differnze
E restando in tema di "dicriminazioni" percepite, anche i ristoranti senza
dehors hanno chiesto che la riapertura sia caratterizzata da uno spirito di equità. «Riaprire i soli ristoranti che abbiano la disponibilità di
spazi esterni vuol dire adottare il criterio dei figli e figliastri», ha fatto sapere
Federcuochi. Questo metterebbe in difficoltà i ristoranti di piccole dimensioni presenti nei borghi d'Italia che rappresentano i maggiori custodi della cucina nazionale: «Penalizzarli con riaperture a misura, dopo oltre un anno di quasi totale inattività, vorrebbe dire condannarli a chiusura certa».
La decisione parrebbe ancor più incomprensibile a Federcuochi oprattutto se si pensa che, come afferma l'
Oms, il virus non si trasmette all'aperto, «pertanto non capiamo perchè solo ora si
ipotizzi la riapertura dei ristoranti con spazi esterni. Allo stesso tempo chiediamo con forza anche la riapertura delle altre
attività ristorative, ovviamente condizionate all'osservanza di tutte le misure precauzionali contro la diffusione del contagio».