La ristorazione vale giusto un sottosegretario, ma sicuramente non un Ministro. Una delegazione del collettivo Tni (Tutela nazionale imprese), che da giorni ha allestito un presidio permanente a Roma, di fronte ai palazzi delle istituzioni, è stata ricevuta dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nella giornata di mercoledì 3 marzo. Un incontro dai toni distesi ma che rilancia alcune domande: dov'è il ministro Roberto Speranza? Possibile che non abbia un buco in agenda per incontrare i ristoratori?
I ristoratori hanno incontrato tutti. A quando l'appuntamento con Speranza?
Solidarietà formato sottosegretario«Desidero esprimere la mia
solidarietà a quanti fanno parte del comparto ristorazione», è stato il commento del sottosegretario Costa. Insieme a lui
un altro sottosegretario, Pierpaolo Sileri. Entrambi hanno fatto sapere ai manifestanti che «i ministri Franco (Economia) e Giorgietti (Sviluppo economico) stanno lavorando alacremente per individuare
mezzi concreti e strumenti regolatori più utili a sostenere la ristorazione, un settore che sta vivendo una crisi inimmaginabile e arginare i danni economici causati dal Covid».
Un impegno solenne, insomma, che tuttavia ancora una volta
disconosce parte del problema: il rapporto fra ristoranti e
contagi. Un tema sul quale la
Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) è stata molto chiara facendo notare che non c'è alcuna evidenza scientifica che leghi le cene a un picco di casi. Evidenze su cui si attende sempre un confronto diretto con il ministro della Salute Speranza che sembra sempre rimandato a data da destinarsi. Mentre, inesorabilmente, monitoraggi e decreti cambiano a ogni giro qualche regola del gioco.
«Noi, come ministero della Salute, dobbiamo impegnarci al massimo perché la somministrazione dei
vaccini proceda il più possibile celermente, senza intoppi e cercando anche di affrontare il tema vaccinale, così delicato, con una logica strategica e di lungo periodo, capace di guardare oltre il necessario e urgente obiettivo di vaccinare tutti nel più breve tempo possibile. È quanto stiamo cercando di fare con il ministro Speranza ed è ciò su cui è impegnato tutto il Governo, a partire dal presidente Mario Draghi. In questo senso la nomina del generale
Francesco Paolo Figliuolo è da salutare con vivo apprezzamento, profonda fiducia, sincero sollievo», ha concluso Costa. Ma basteranno davvero
le capacità taumaturgiche del generale Figliuolo per risolvere la questione? Oppure, non sarebbe meglio che lo stesso ministro prendesse in mano la situazione?
Incontri multipli, ma Speranza non c'èIn questi mesi, i contatti del mondo della ristorazione e del food in generale con il
Governo non sono mancati. La Fipe, per esempio, ha incontrato
sia Stefano Patuanelli che
Giancarlo Giorgetti (precedente e attuale ministro allo Sviluppo economico) e pure i membri del
Cts. In particolare,
in quest'ultimo incontro sono state affrontate le tematiche più attinenti ai risvolti sanitari della ripresa dell'attività ristorativa. A fronte di un rafforzamento dei
protocolli di sicurezza (già i più alti in Europa), esperti e rappresentati dei pubblici esercizi avevano concordato che cominciare a
riaprire anche la sera nelle zone gialle e, almeno di giorno, in quelle arancio quei locali che per superficie e garanzie possono essere considerati “sicuri” fosse possibile. Con i risvolti dell'ultima stretta è evidente che il parere negativo
è arrivato da qualche altra parte. Forse dal ministero Speranza? Fosse possibile incontrarlo, siamo sicuri sarebbe una delle domande della lista.