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Sì ai viaggi di Pasqua, ma all'estero. Altro schiaffo agli alberghi italiani

Il Governo ha dato il via libera agli spostamenti in alcuni Paesi esteri pur mantenendo quasi tutto il Paese in zona rossa. Gli albergatori reagiscono per la decisione paradossale, l'ennesima nella gestione della pandemia. E anche in Germania, dove è stata data la stessa concessione, la categoria non ci sta

29 marzo 2021 | 11:10
In vacanza ovunque, tranne che in Italia Sì ai viaggi di Pasqua, ma all'estero Altro schiaffo agli alberghi italiani
In vacanza ovunque, tranne che in Italia Sì ai viaggi di Pasqua, ma all'estero Altro schiaffo agli alberghi italiani

Sì ai viaggi di Pasqua, ma all'estero. Altro schiaffo agli alberghi italiani

Il Governo ha dato il via libera agli spostamenti in alcuni Paesi esteri pur mantenendo quasi tutto il Paese in zona rossa. Gli albergatori reagiscono per la decisione paradossale, l'ennesima nella gestione della pandemia. E anche in Germania, dove è stata data la stessa concessione, la categoria non ci sta

29 marzo 2021 | 11:10
 

Che le norme anti-Covid approvate in Italia e nel mondo siano state sin da subito paradossali, spesso incomprensibili e nemmeno troppo convincenti o efficaci è ormai un dato di fatto. Ma all'inizio di quella che anche per il mondo del turismo è una sorta di "Settimana Santa" perchè solitamente iniziano a muoversi importanti flussi di turisti in Italia e all'estero, arriva la notizia più paradossale possibile: l'Italia è praticamente tutta in zona rossa, per uscire di casa bisogna avere l'autocertificazione, ma all'estero in vacanza ci si può andare.

In vacanza ovunque, tranne che in Italia Sì ai viaggi di Pasqua, ma all'estero Altro schiaffo agli alberghi italiani
In vacanza ovunque, tranne che in Italia


La nota del ministro degli Interni
Tutto ha inizio il 3 marzo quando l’Astoi, associazione dei tour operator italiani, si è rivolta al Viminale per sapere se - sulla base delle restrizioni imposte dal Dpcm del 2 marzo - era consentito andare in aeroporto «in caso di viaggi per turismo verso destinazioni estere non interdette». Nelle regioni arancioni è infatti vietato uscire dal proprio Comune di residenza se non per lavoro, necessità e urgenza e nelle regioni rosse lo stesso divieto riguarda l’uscita dalla propria abitazione. Con una nota del gabinetto della ministra Luciana Lamorgese è stato chiarito che «sono giustificati gli spostamenti finalizzati a raggiungere il luogo di partenza di questo tipo di viaggi che, in quanto generalmente consentiti, non possono subire compressioni o limitazioni al proprio svolgimento». È dunque consentito muoversi purché «muniti di autocertificazione».

Si può fare tutto, ma conviene?
Insomma, sulla carta non si può fare niente, ma in pratica è consentito fare molto. Basta andare indietro qualche giorno per recuperare la notizia seconda cui dichiarare il falso nell'autocertificazione non costituisce reato. "E quindi che senso ha tutto?" è stato l'interrogtivo di tutti quelli che hanno appreso la paradossale "novità". Certo, l'idea di poter essere liberi di muoversi in teoria dà una piccola boccata d'ossigeno, ma non può bastare questo perchè poi le cose stanno diversamente. Al di là del fatto che, per tornare alla questione "falso in autocertificazione", bisogna avere ben presente che comunque c'è il rischio di invischiarsi in un ginepraio di procedimenti legali e di dover pagare la sanzione pecunaria bisogna anche considerare che spostarsi per raggiungere un posto diverso da casa proprio non è sinonimo di libertà.

Dove si può andare?
Prendiamo proprio l'esempio dei viaggi all'estero. Premessa, dove si può andare? Si può andare per turismo in Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faroe e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia, (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco ma rispettando le restrizioni locali e al ritorno in Italia nella maggior parte dei casi è obbligatorio sottoporsi al tampone.

Chi rientra dall’Austria, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti deve sottoporsi alla quarantena di 14 giorni. Isolamento fiduciario al ritorno in Italia è stato stabilito anche per chi va in Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Tailandia. È vietato andare negli altri Stati non inclusi in queste liste per motivi di turismo, ma poiché il ritorno presso la propria abitazione è sempre consentito molti aggirano l’impedimento con motivazioni diverse e poi rientrano in Italia sottoponendosi alla quarantena.

Il gioco vale la candela?
Insomma, si può andare in diverse parti del mondo, ma a fare che? Certo, un conto è farsi la quarantena nel grigiore di una città in zona rossa e un altro farselo in un super albergo vista mare con la possibilità di andare a sgranchirsi le gambe in spiaggia, ma il gioco vale la candela? L'idea di partire è tanto allettante quanto il farlo davvero? I tamponi, le preoccupazioni, le restrizioni (che sono molto simili a quelle in vigore in Italia) anche all'estero e poi in alcuni casi anche la facoltà di potersi prendere 14 (quattordici) giorni di isolamento fiduciario.

Lo schiaffo agli alberghi
Ma qui sorge una questione in più, forse la centrale: gli alberghi italiani. Perchè non consentire viaggi anche in Italia, rispettando tutte le normative in vigore, così da dare un minimo di ossigeno alle strutture ricettive del nostro Paese piuttosto che favorire quelle estere? Uno schiaffo che fa più male di ogni sostegno mancato e di ogni altra restrizioni imposta nell'ultimo anno, uno strappo che sarà difficilmente ricucibile.

La reazione degli alberghi
«Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia», protesta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi.

Sulla stessa lunghezza d'onda le parole di Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi: «Ci sono cose - ha detto - che non riusciamo proprio a capire, è possibile andare all’estero per vacanza, ma non spostarsi da una regione all’altra per soggiornare in un albergo. Evidentemente è un paradosso!
Le nostre strutture sono sicure, i comportamenti sul territorio sono comunque monitorati e garantiti dalle regole dello Stato italiano, ma non ci si può muovere. Già più volte abbiamo chiesto che la prenotazione alberghiera possa costituire un titolo sufficiente per spostarsi tra Regioni. Oggi più che mai crediamo che sia possibile e giusto. In questi mesi il turismo è stato demonizzato ma i fatti sono altri.
 
«L’albergo - prosegue la vice presidente - è un luogo sicuro e controllato dove vengono applicati i rigorosi protocolli di sicurezza, capace di offrire uno sprazzo di normalità a chi da ormai più di un anno sta soffrendo la clausura di questa pandemia. Le strutture sono pronte ad accogliere in piena sicurezza e come stanno dimostrando quanti in questi mesi sono rimasti aperti, l’albergo è un luogo assolutamente sicuro in cui è la struttura stessa con il suo personale a garantire il mantenimento delle condizioni e delle regole di prevenzione. Ma evidentemente c’è un pregiudizio contro il settore, le seconde case si possono raggiungere, ma gli alberghi dove il monitoraggio è continuo no. Stesso discorso rispetto a quanti possono oggi andare all’estero. Siamo certi che il soggiorno in un albergo in Italia può fruire garanzie analoghe se non superiori».
 
«In questi mesi - conclude Colaiacovo - abbiamo subito decisioni francamente inspiegabili, come il divieto all’utilizzo di palestre, piscine da parte degli alloggiati anche nel caso di utilizzo esclusivo. Una misura che non ha alcun tipo di giustificazione in termini di prevenzione del rischio sanitario considerato che i protocolli prevedono la sanificazione prima e dopo l’utilizzo da parte del singolo. Eppure quegli spazi a tutt’oggi sono inspiegabilmente preclusi agli ospiti dell’albergo. È il momento di cambiare da subito già oggi nel confronto Stato/Regioni ed aprire agli spostamenti per i soggiorni in albergo ricordando che non c’è neppure il problema di controllare la veridicità delle autocertificazioni visto che gli ospiti delle nostre strutture devono essere registrati e comunicati all’autorità di pubblica sicurezza entro poche ore dal loro arrivo».
 
«Accanto a questo ancora una notazione, molto bene il passaporto vaccinale europeo ma non possiamo aspettare fino a giugno. È necessario che si cominci sin da subito a definire le regole del gioco per i viaggiatori che si presenteranno alle nostre frontiere con questo tipo di certificazione. Le prenotazioni si fanno oggi e non possiamo aspettare fine giugno per sapere chi potrà venire in Italia perché avremmo già perso una parte importante del nostro mercato. Altri Paesi si stanno già organizzando e proponendo la propria offerta, non possiamo rimanere fermi».

L'unica possibilità per gli italiani di trascorrere una vacanza nel proprio Paese è di raggiungere una seconda casa di proprietà. Ma, attenzione, le restrizioni anche qui sono ferree. Si può andare nelle seconde case - anche se si trovano in zona rossa - ma solo il nucleo familiare, dimostrando di averne titolo prima del 14 gennaio 2021 e purché la casa non sia abitata da altri. In Alto Adige è vietato andare nella seconda casa se non si è residenti. In Campania e in Puglia il divieto vale anche per i residenti nella regione. In Toscana non possono entrare i non residenti così come in Valle d’Aosta. In Sardegna possono entrare soltanto i residenti e comunque si deve esibire un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti o il certificato di avvenuta vaccinazione anti Covid. In Sicilia si può entrare con un tampone negativo effettuato 48 ore prima dell’arrivo.

Polemiche anche in Germania
Ma la questione non è solo italiana perchè la polemica è montata pure in Germania dato che il Governo ha consentito gli spostamenti all'estero, ma non all'interno dei confini nazionali.

Gli albergatori tedeschi sono stati i primi a far sentire la loro voce. «Va bene volare a Maiorca se hai superato il test, ma non si può soggiornare in un appartamento per le vacanze dei bavaresi? È semplicemente incomprensibile», ha detto Hubert Buchwieser, proprietario di una struttura nella città bavarese di Garmisch-Partenkirchen. Daniel Schimmer, manager del Garmischer Hof, ha poi aggiunto: «Siamo frustrati, tristi e delusi dal fatto che la nostra industria venga trattata in questo modo». L’associazione turistica Btw ha affermato che la decisione ha accresciuto i timori e la frustrazione nel settore per le prospettive sul futuro. Ed ha sollecitato progetti pilota per testare come si possano riaprire gli hotel e le regioni turistiche in modo sicuro.

«La pazienza delle persone si sta esaurendo», ha spiegato il segretario generale di Btw, Michael Rabe. I tedeschi che viaggiano all’estero in vacanza dovranno presentare il risultato negativo del test Covid prima del loro ritorno in Germania, ma non sarà necessaria la quarantena. Così come richiesto dalle compagnie aeree nella speranza in una ripresa per il periodo di Pasqua.

La Germania ha tolto diverse regioni della Spagna, inclusa l’isola di Maiorca, e il Portogallo dall’elenco nazionale di aree a rischio. La compagnia aerea tedesca Lufthansa ha spiegato che opererà con partner del settore dei viaggi per offrire test ai viaggiatori di ritorno da Maiorca. Easyjet lascerà che siano i passeggeri a organizzarsi i propri test pre-partenza,come riportato dal quotidiano Tagesspiegel. L’associazione aeronautica tedesca Bdl ha accolto con favore la scelta di evitare la quarantena regola, specificando lq soluzione dovrebbe essere un’eccezione solo durante il periodo di Pasqua.

A Maiorca - dove peraltro non possono arrivare turisti dal resto della Spagna, a causa del blocco degli spostamenti tra Comnità - gli imprenditori si sono detti soddisfatti della decisione, anche se rimane da parte di alcuni il timore che i turisti possano diffondere l’infezione. Maria, una pensionata di 68 anni di Maiorca, ha precisato: «Come è possibile che non si possa andare in un’altra regione in Spagna e i tedeschi possono venire così come da altri Paesi?».Maria Carmela Colaiacovo

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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