La cabina di regia convocata per il 26 marzo è il primo appuntamento per disegnare il periodo post-pasquale. Il Governo deve decidere sulla strategia da adottare quando, il 6 aprile, scadrà il Dpcm attualmente in vigore. La domanda è una: dal 7 aprile ci sarà un’apertura o continuerà ancora la stretta, sebbene allentata in alcune sue parti? Di sicuro, riaprirà la scuola, anche in zona rossa. Per il resto, bar, ristoranti e locali non devono far altro che adeguarsi alla sfumatura di colore del proprio territorio. Con una possibilità di giallo rafforzato.
Il prossimo 6 aprile scade il Dpcm in atto. E dopo?
Lo scontro fra chi vuole aprire e chi no
L’ipotesi allo studio del Governo, che come sempre si divide fra aperturisti (Lega) e rigoristi (Pd, M5S e pure qualcuno di Forza Italia), è quella di mantenere la zona rossa e arancione ancora per almeno due settimane (in linea con l’andamento del contagio) con limitazioni al passaggio da una Regione all’altra. Il giallo dovrebbe arrivare solo a partire dalla seconda metà del prossimo mese. Ma sarà “rafforzato” nel weekend da limitazioni ulteriori per dissuadere eventuali aperitivi. Una posizione che non trova d’accordo l’ala aperturista che, con Matteo Salvini, fa notare che «il sostegno più efficace è il ritorno al lavoro». Mentre Maurizio Lupi, di Forza Italia ha commentato: «O Draghi consulta dei dati diversi da quelli del Cts o c’è in atto una sfida che non pare solo scientifica».
Cosa si può fare in giallo scuro?
Il giallo scuro, quindi, potrebbe coincidere con una prima ripresa dell’Horeca nel 2021. A patto di saperne interpretare fino in fondo limiti e possibilità. Per quanto riguarda la ristorazione, resterebbe praticabile solo il servizio a pranzo con orario di chiusura fissato massimo alle 16.00 – così da dissuadere eventuali aperitivi che sfociano in assembramenti. Delivery e take away seguirebbero le stesse regole di oggi. Nel weekend, poi, dovrebbe verificarsi quanto già visto durante le vacanze di Natale, ossia arancione e rosso. Restrizioni che diverrebbero lockdown il primo maggio e domenica 2.
Il dopo Pasqua potrebbe essere in giallo rafforzatoPiù flessibilità per i
parrucchieri che, dopo il nuovo stop, tornerebbero operativi anche in zona rossa. In questo modo si contrasterebbero gli appuntamenti a domicilio che a livello di precauzioni sono meno garantiti rispetto al taglio in salone.
La provocazione di Virginia Raggi Riaprire i ristoranti, anche la sera fino alle 22, una volta usciti dalla zona rossa. È questa la richiesta della sindaca di Roma
Virginia Raggi in una lettera inviata al ministro dl Turismo,
Massimo Garavaglia. La sindaca avrebbe sottolineato l'importanza di permettere a ristoranti e attività assimilabili, sia nelle zone gialle che in quelle arancioni, di accogliere i clienti, anche nell'orario di cena, concordando nuovi e più rigidi protocolli per garantire la salvaguardia e la salute delle persone
Stop alle seconde case, il fronte delle RegioniNel frattempo, l’avvicinarsi della Pasqua comincia a mostrare i primi segni di
frizione relativamente alle limitazioni regionali. Stiamo parlando del tema
seconde case che, dalla Valle d’Aosta (il cui governatore
Erik Lavevaz già ha programmato la zona rossa) alla Campania, accomuna quelle Regioni che hanno messo uno stop ai proprietari residenti in un’altra parte d'Italia. Ad adottare una linea più soft finora è stata la
Sicilia: le case di villeggiatura potranno essere raggiunte anche da chi vive fuori Regione. Per sbarcare, però, servirà un certificato di vaccinazione o negatività al test.
Venerdì di protestaProspttive che hanno infastidito i professionisti della ristorazione che oggi scendono in piazza.
Le prime manifestazioni sono scattate contemporaneamente in alcune delle principali città italiane e saranno coordinate da
Tutela nazionale imprese italia (Tni). Accanto all'associazione guidata da
Pasquale Naccari altri esponenti, a Bologna in particolare parteciperà anche la
Fipe. Chi protesta chiede al
Governo il risarcimento dei danni subiti dalle aziende del settore che sono state causate da ripetute chiusure e molteplici
restrizioni. Alla protesta parteciperanno anche tassisti, commercianti e anche i rider. Riders union ha organizzato un presidio in piazza del Nettuno (alle 18,30) e tende la mano «ad altre categorie e soggetti che sono in mobilitazione perchè stanno vivendo sulla propria pelle condizioni simili alle nostre«, come afferma uno dei portavoce dei fattorini,
Tommaso Falchi. L'appello dei rider in particolare punta ad intercettare altri scioperi e proteste annunciate sempre per venerdì nel mondo della logistica, dello spettacolo e della scuola.