Dal binomio turismo e agroalimentare passa il rilancio dell’economia italiana post-pandemia. Ne sono sicuri UniCredit ed Enit (Agenzia nazionale del turismo) che hanno sottoscritto un accordo finalizzato a sviluppare azioni di sostegno al comparto in una logica di filiera integrata con il settore agroalimentare.
Partnership fra UniCredit ed Enit per il rilancio dell'accoppiata turismo e agroalimentareNel dettaglio, l’
accordo mira a rafforzare quella proposta di
qualità che, dopo oltre un anno di pandemia, è emersa come richiesta imprescindibile da parte dei consumatori. Per farlo, oltre a promuovere le iniziative del settore turistico e agroalimentare, l’istituto bancario si impegna anche a sostenere direttamente le aziende protagoniste attraverso degli specifici strumenti di supporto finanziario.
Disponibile un plafond di 5 miliardiLa
partnership, infatti, rientra nel piano
Made4Italy lanciato da Unicredit a ottobre 2019 e diventato ora più che mai un
asset necessario per il rilancio dell’ospitalità. A disposizione, un
plafond da 5 miliardi di euro dedicato alle Pmi italiane nel triennio 2019-21 e una consulenza specifica calibrata sui bisogni dei progetti selezionati e capaci di favorire un’offerta congiunta tra strutture ricettive e imprese agricole. Un tandem che, a caduta, dovrebbe spingere l’intera
filiera che coinvolge anche arte, cultura, territorio e patrimonio storico e paesaggistico.
L'analisi dell'Osservatorio Nomisma-UniCreditA sostenere questo sforzo, i dati emersi dall’
Osservatorio turismo di Nomisma-UniCredit sulla base dell’analisi dei comportamenti dei turisti italiani pre e post estate 2020. Le evidenze dicono che tra le
località preferite dei viaggiatori italiani per le vacanze estive si è rivelato fondamentale poter fare lunghe passeggiate all’aria aperta (44%), o
escursioni in bicicletta (18%) e sport circondati dal verde (20%). Importante anche l’aspetto
enogastronomico: il 15% durante le sue vacanze ha fatto un tour enogastronomico e il 10% ha visitato aziende agricole o fattorie didattiche, mentre il 50% di chi ha fatto almeno un viaggio tra giugno e agosto 2020 ha optato per località immerse nella
natura, meglio se piccoli borghi (51%).
Enit: food experience decisiva per la scelta «L'Italia esprime tutta la propria autenticità anche attraverso espressioni artistiche culinarie - ha affermato
Giorgio Palmucci, presidente di Enit - la tradizione enogastronomica
Made in italy è ricercata in tutto il mondo e i turisti stranieri trascorrono notti in Italia per assaporarne questa cultura. La
food experience è tra i principali motivi che spinge a scegliere una meta piuttosto che un’altra». In
Lombardia si concentra la quota più alta della spesa estera per vacanza enogastronomica, circa 78 milioni di euro che incidono per il 22% sul totale nazionale di 354,5 milioni di euro. Nella Top 5 anche Veneto (con 53 milioni di euro, il 15% del totale), Piemonte, Toscana e Sardegna dove si è speso il 10% del complessivo.
Il 15% dei turisti nel 2020 ha fatto un tour enogastronomicoUniCredit: dal 2019, 3,5 miliardi di euro alle imprese«L'offerta turistica italiana, anche per effetto della pandemia, si sta
modificando rapidamente in virtù di un cambiamento della
domanda con una accelerazione nell'evoluzione esperienziale del turismo e con la valorizzazione di percorsi integrati turistici ed enogastronomici - hanno spiegato
Andrea Casini e
Remo Taricani, co-ceo commercial banking Italy di UniCredit - l’integrazione tra cibo, cultura e patrimonio paesaggistico è la strada da seguire per stimolare l’attrazione di nuovi flussi turistici. Come UniCredit stiamo lavorando in questa direzione già da alcuni anni e grazie a Made4Italy dal lancio del
programma ad oggi abbiamo supportato con oltre 3,5 miliardi di euro le imprese agroalimentari/turistiche».
Le conseguenze del 2020Secondo gli ulteriori dati emersa dall’Osservatorio, il 2020 può essere definito a ragione l’anno dello
shock per il settore turistico, al punto che l’8% degli
operatori ha deciso di non riprendere l’
attività neanche dopo l’allentamento delle restrizioni. Tra le principali motivazioni che hanno portato a questa decisione ci sono: una domanda troppo bassa (56%), costi fissi e di gestione elevati (11%), incrementati dalle sanificazioni e dalle misure richieste per il contenimento della pandemia (11%), mancanza di liquidità (7%).
I trend su cui viaggerà la ripresaMa guardando alla futura ripresa, verso quali
servizi si indirizzerà l’offerta rivolta ai clienti? Considerando il tema delle tecnologie tra gli operatori il primo aspetto considerato è legato alla connettività e alla presenza di
Wi-Fi gratuito (31%), seguito dalla possibilità di
prenotare (28%) e di fare il check-in e check-out online (15%). Nel rapporto con il cliente diventerà necessario prevedere una maggiore flessibilità nelle politiche di
cancellazione (a pensarla così è il 38% degli intervistati), o addirittura un’assicurazione di viaggio per la copertura delle spese sanitarie (14%).
Un altro elemento di distintività sarà l’offerta di proposte
customizzate del soggiorno, lasciando al cliente la possibilità di costruire un pacchetto su misura con le esperienze da fare nella struttura e sul territorio (43%) o di personalizzazione della camera, scegliendo cuscini, materasso, prodotti nel frigobar (12%). Per il 44% degli operatori per intercettare i nuovi bisogni dei viaggiatori sarà necessario prevedere aree per il
relax psico-fisico mentre per il 31% zone destinate allo
smart working.
Anche
salute e benessere saranno un elemento irrinunciabile: il 56% individua come necessari l’installazione di impianti di sanificazione e purificazione dell’
aria. Il legame con gli altri operatori del territorio ma anche con la cultura e le tradizioni
locali è un altro degli asset su cui si concentrerà l’offerta dell’hospitality con il ritorno alla normalità. Il 28% degli operatori prevede di offrire tour enogastronomici sul territorio per far conoscere ai turisti le produzioni Food&Beverage locali. Il 24% proporrà
menù che esaltino i prodotti locali e con materie prime a
Km Zero e il 21% si concentrerà sulla proposta di tour del territorio divisi per target (es giovani, coppie, family) così da migliorare la fruizione dell’esperienza.
Le risposte e le richieste degli operatoriIl mutato panorama pone gli operatori turistici di fronte all’esigenza di attuare strategie per rispondere agli
effetti generati dall’emergenza sanitaria e per intercettare i nuovi bisogni dei
viaggiatori. Gli albergatori sono concordi sull’esigenza di rivedere l’offerta attuale (il 69% lo considera molto strategico o strategico) e di ampliare i servizi destinati ai
clienti (strategico nel 67% dei casi). Comunicazione, digitalizzazione, riqualificazione e relazioni di filiera sono le altre parole chiave della ripartenza.
Il 24% degli operatori ritiene prioritario un accesso a finanziamenti per la ristrutturazionePer rispondere agli effetti indotti dalla pandemia, oltre 6 operatori su 10 individuano le strategie di
marketing come leva fondamentale. Il 63% degli intervistati vuole digitalizzare il rapporto con il cliente - sia in fase di prenotazione sia dopo il viaggio, sfruttando il
digital jump innescato nel 2020. Per il 59% sarà invece strategico investire anche in percorsi
formativi per aumentare le
digital skill dello staff e del
personale. La ristrutturazione della
struttura ricettiva sarà un elemento chiave per il 59% degli operatori, mentre un altro 50% punta a un miglioramento energetico dell’esercizio.
Se da un lato gli operatori hanno individuato le strategie verso cui concentrare gli sforzi della ripartenza, dall’altro hanno ben chiari gli
strumenti che saranno necessari per svilupparle e realizzarle. In primis strumenti che consentano l’
efficientamento e la riqualificazione della struttura: il 24% cita come aspetto prioritario l’accesso a fondi,
finanziamenti e incentivi volti alla riqualificazione della struttura e un ulteriore 8% individua come strumento principe per la ripartenza l’accesso a fondi, finanziamenti, incentivi per l’efficientamento energetico.
Forte anche il bisogno di
liquidità e credito. Nel sostentamento del business della struttura ricettiva la
banca ricoprirà un ruolo sempre più centrale. In particolare, gli operatori ricercano nell’istituto bancario ideale le seguenti caratteristiche: comprensione delle esigenze del cliente (32%), conoscenza e competenza rispetto al settore turistico e alle sue peculiarità (23%).