La
Sardegna, unica Regione italiana in
zona bianca, ha scelto la linea dura: i proprietari di
seconde case non residenti possono entrare solo per comprovate esigenze lavorative o motivi di salute e comunque presentando la certificazione di vaccinazione avvenuta o di negatività al tampone.
La Sardegna ha deciso lo stop per le seconde caseValle d'Aosta, Campania e Bolzano gli esempiL'ordinanza adottata dal presidente
Christian Solinas, valida dal 18 marzo al 6 aprile, si pone sulla scia di
quanto già messo in pratica da
Valle d'Aosta,
Campania e
Alto Adige che da subito avevano emanato un provvedimento restrittivo rispetto al decreto del Governo che lascia la possibilità di raggiungere le seconde case di proprietà anche se fuori regione e in zona rossa.
La nuova ordinanza di SolinasL'ordinanza di Solinas
inasprisce i controlli agli arrivi
già predisposti a partire dall'8 marzo (con una campagna di
screening a tappeto dedicata a tutti i viaggiatori che intendessero sbarcare sull'isola). Come? I vettori aerei e gli armatori delle linee marittime acquisiranno dai passeggeri l'avvenuta registrazione sulla
app Sardegna Sicura ma anche la
documentazione che attesti i motivi per cui si viaggia e il
possesso dei requisiti previsti dal Dpcm 2 marzo 2021 per gli spostamenti dalle Regioni di provenienza. In assenza di questi requisiti sarà vietato l'imbarco.
Il presidente della Regione, che ha firmato l'ordinanza nella serata del 17 marzo (stesso giorno in cui in Europa si discuteva
la prima bozza di green pass), ha deciso di
coinvolgere il corpo forestale a supporto del personale dell'Ats nelle attività di
monitoraggio e controllo delle certificazioni di avvenuta vaccinazione e di sottoposizione al tampone molecolare o antigenico. Un ruolo è assegnato anche ai
sindaci che, in qualità di autorità di protezione civile e sanitaria, vigilano sul rispetto dell'ordinanza sui test obbligatori, monitorando il rispetto della
permanenza domiciliare nei centri abitati, attraverso la Polizia locale e le Compagnie barracellari. Il Corpo forestale farà la stessa cosa nelle aree rurali e costiere.
Una veduta aerea di Santa Teresa di GalluraLe richieste del territorioDa più parti (compresa una
petizione online su Change.org) era arrivata la
richiesta di misure più stringenti per preservare la Sardegna dall'esodo di arrivi dalla Penisola; al momento in prevalenza zona rossa. La prossimità della
Pasqua, combinata con la stretta decisa dal Governo
con il Dpcm in vigore dal 15 marzo, ha spinto infatti molti proprietari di seconde case (circa 220mila, concentrate soprattutto in Gallura e nel Sassarese) a spostarsi qui per trascorrere con maggiore libertà l'arrivo della
primavera. Tanto che,
nel comune di Arzachena, si erano registrate anche le prime richieste all'Anagrafe per il cambio di
residenza al fine di sfruttare questo piccolo vantaggio (del tutto legale).
Un esodo che aveva riportato la Sardegna alla
paura di ripetere quanto accaduto nell'estate del 2020 (con un picco di contagi che aveva di fatto travolto l'isola fino a quel momento risparmiata dalla fase più acuta della pandemia).
Ad anticipare Solinas, e i contemporanei contrasti all'interno del governo regionale, era stato il sindaco di Sant'Antioco,
Ignazio Locci, che aveva firmato un'ordinanza che prevedeva una stretta ulteriore per chi arriva da zone rosse, arancioni o dall'estero, prevedendo l'obbligo di
quarantena per 10 giorni sull'isola a sud ovest della Sardegna anche se si è in possesso di tampone antigenico-rapido negativo. Sono escluse dall'isolamento le persone già vaccinate e chi arriva per motivi di lavoro, necessità o salute dimostrabili con l'autocertificazione.