L’allarme stavolta non viene da ristoratori o baristi, ma direttamente dalla prima cittadina. A Roma tocca a Virginia Raggi mettere in guardia il settore dei pubblici esercizi e il Governo sul tema dei tavolini all’aperto. Il 31 marzo, infatti, scade la deroga ai vincoli di Soprintendenza e Sovrintendenza che aveva permesso al Comune di concedere più spazio all’esterno ai locali per far fronte alle limitazioni per le consumazioni all’interno degli spazi chiusi.
Il 31 marzo scadono le deroghe per i tavolini all'apertoRaggi: estendere la deroga a tutto il 2021Attraverso un post sulla propria pagina
Facebook, Raggi ha messo nero su bianco che se dall’esecutivo non dovessero arrivare delle novità, dall’1 aprile gazebo, ombrelloni, panche, sedie e tavoloni andranno
smantellati, mettendo così a rischio il «modello» lanciato dalla città giusto un anno fa. «Abbiamo dato la possibilità a ristoranti e locali di mettere i tavolini all’aperto
gratuitamente. È stato un aiuto concreto a imprenditori in difficoltà e a tanti lavoratori. Fondamentale che questa misura venga estesa per tutto il 2021», ha spiegato la sindaca.
Favorevoli le categorie di settoreUna
richiesta che trova d’accordo tutte le associazioni di categoria. «Gli operatori della
ristorazione sono allo stremo, siamo colpiti dall’ennesima chiusura e ancora
in attesa del Dl Sostegni e dei necessari ristori, fino ad oggi comunque insufficienti. Bene ha fatto la sindaca a lanciare un appello al Governo affinché la Capitale possa beneficiare di nuove
risorse e delle deroghe necessarie rispetto ai vincoli», ha commentato
Claudio Pica, presidente della
Fiepet-Confesercenti di Roma. Per la
Confesercenti, il campanello d’allarme fatto scattare da Virginia Raggi sottolinea ancora una volta di come sia arrivato «il momento di
aiutare concretamente la ristorazione romana e la
filiera dell’indotto».
Uno strumento contro la movida selvaggiaAl di là del nodo
burocratico, la questione dei tavolini all’aperto si lega anche alla battaglia contro gli assembramenti selvaggi e a
quella movida che rischia di trasformare ogni minimo spiraglio di libertà in occasione per puntare il dito contro gli esercenti. D’altronde, uno dei motivi più semplici alla base di questo
fenomeno è proprio la mancanza di spazio. Locali troppo piccoli non permettono di accogliere la quantità di avventori sufficienti a evitare che fuori si creino code, ingorghi, capannelli indesiderati. Ecco allora che allargare la superficie commerciale anche all’esterno permetterebbe di diluire il “traffico” dentro e fuori i locali.