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Omicron rallenta il turismo a Natale e Capodanno: 8 milioni di italiani annullano il viaggio

Secondo l'indagine di Demoskopika metà degli italiani vorrebbero partire, ma c'è una buona fetta che ha paura della quarta ondata e ha già disdetto. Altri, probabilmente, non partiranno. Montagna e città d'arte in cima alla lista delle mete preferite, con gli alberghi che superano i bed&breakfast e le case in affitto

20 dicembre 2021 | 16:11
8 milioni di italiani cancellano il viaggio natalizio Omicron rallenta il turismo a Natale e Capodanno: 8 milioni di italiani annullano il viaggio
8 milioni di italiani cancellano il viaggio natalizio Omicron rallenta il turismo a Natale e Capodanno: 8 milioni di italiani annullano il viaggio

Omicron rallenta il turismo a Natale e Capodanno: 8 milioni di italiani annullano il viaggio

Secondo l'indagine di Demoskopika metà degli italiani vorrebbero partire, ma c'è una buona fetta che ha paura della quarta ondata e ha già disdetto. Altri, probabilmente, non partiranno. Montagna e città d'arte in cima alla lista delle mete preferite, con gli alberghi che superano i bed&breakfast e le case in affitto

20 dicembre 2021 | 16:11
 

Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia chiede a Babbo Natale un «bel mesetto, senza parlare di Covid». Un desiderio che, in quanto tale, non lesina aspettative al di là della mera realtà. Che parla, inesorabilmente, non solo di contagi in crescita ma di grande incertezza sul futuro. È per questo che gli italiani vorrebbero tanto concedersi le vacanze natalizia e di fine anno, ma stanno rinunciando proprio per i timori legati al virus che oggi si chiama Omicron.

Il timore di un altro Natale con limitazioni cresce Omicron rallenta il turismo a Natale e Capodanno: 8 milioni di italiani annullano il viaggio

Il timore di un altro Natale con limitazioni cresce

 

Garavaglia: No a un nuovo lockdown

«Di un nuovo lockdown proprio non se ne parla - ha detto il Ministro intervenendo a Lecce a un incontro nel campus universitario - già dare queste notizie è controproducente perché innesca un clima di sfiducia che è l'ultima cosa che serve non solo al turismo, ma a tutti. Solo aver tenuto chiuso la montagna l'anno scorso ci ha fatto perdere 10,2 miliardi di Pil, quindi, figuriamoci. È vero, c'è ancora questo maledetto Covid però abbiamo imparato a conviverci. Ci mettiamo la mascherina, ci vacciniamo, teniamo le precauzioni e quindi, rispetto ad un anno fa quando eravamo davvero chiusi in casa, oggi possiamo fare tutto, anche andare a sciare».

Massimo Garavaglia Omicron rallenta il turismo a Natale e Capodanno: 8 milioni di italiani annullano il viaggio

Massimo Garavaglia

 

Italiani: chi parte e chi disdice

La consueta indagine ad hoc di Demoskopika, analizzata in anteprima dall’Ansa, dice però che 8 milioni di italiani hanno rinunciato alle vacanze invernali, almeno da qui a fine anno. Disdette che fanno sempre dispiacere, ma che non fotografano del tutto la situazione. Sono tempi in cui, purtroppo, bisogna accontentarsi e allora è un bell’accontentarsi il sapere che poco più della metà degli italiani (52%) avrebbe deciso di andare in vacanza per le festività di fine anno, con il 24% che ha già prenotato.

 

Al netto di chi è ancora indeciso (15%), gli italiani pronti a fare le valigie sarebbero 18 milioni e 9 su 10 sceglieranno mete italiane. Sul versante opposto, sono 24 milioni gli italiani che hanno scelto di non partire (48%): il 12,4% di costoro perché “pur volendo ha ancora timore a viaggiare” e il 16% (ben 8 milioni) ha addirittura cancellato la prenotazione dopo la notizia della variante Omicron. 

 

Montagna e città d'arte in vetta

Sulle destinazioni, arrivano conferme rispetto alle altre indagini effettuate: località di montagna o città d'arte e borghi del Belpaese sono le mete più ricercate dagli italiani per trascorrere le festività di fine anno. Nel dettaglio, la scelta della tipologia di vacanza in montagna è rappresentata da circa un terzo del campione (31%) che ha dichiarato l'intenzione di andare in vacanza, modalità di risposta immediatamente seguita dalla volontà di conoscere e pernottare in una città d'arte italiana (27,1%). Più che significativa, inoltre, la quota degli italiani che ha optato per trascorrere il periodo festivo in campagna (14,3%) o al lago (11,9%). Seguono, nel ranking delle mete individuate dagli italiani, il mare (9,6%) e le vacanze termali (6,1%).

 

Alberghi meglio del fai-da-te

A differenza di altre indagini però, Demoskopika rileva che gli alberghi sono tornati in auge dopo il boom delle case in affitto, ritenute dai turisti più sicure in funzione anti-contagio. La maggior parte degli italiani che hanno scelto di andare in vacanza, infatti, utilizzerà il sistema ricettivo alberghiero o extra-alberghiero. In particolare, il 29% non intende rinunciare all'albergo e il 12,1% all'ospitalità del villaggio turistico. Sul versante extra-alberghiero, inoltre, le scelte ricadranno principalmente sui bed and breakfast (27%) seguiti dall'agriturismo (4,8%) e dalla scelta del campeggio (1,2%). L'offerta ricettiva tradizionale, dunque, ritorna ad essere preferita rispetto al “fai-da-te la cui scelta dei vacanzieri, in un solo anno, si è ridotta di oltre 14 punti percentuali: 25,8% nell'anno in corso rispetto al 40% del 2020. In particolare, il 19,1% del campione opta per le case prese in affitto, mentre il 6,8% per immobili di proprietà della famiglia o ospite di parenti e amici.

 

 

Dal Pnrr ossigeno, ma non basta

«Bene i quasi 2 miliardi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza per il turismo, ma il rilancio del settore passa necessariamente da una visione strategica che al momento è debole - ha detto all’Ansa Raffaele Rio, il presidente di Demoskopika, che ha realizzato il borsino delle vacanze di fine anno - analizzando le misure e gli interventi previsti si ha la sensazione che manchi una visione d'insieme. In questa direzione sembra che il Pnrr sia condizionato fortemente dall'euforia di immissione di risorse a pioggia nel sistema ma con una consapevolezza inadeguata. Ad esempio, non mi sembra esista un'analisi preliminare del mercato per ridurre al minimo il rischio degli investimenti».

«In altri termini - prosegue - le risorse rischiano di finanziarie prioritariamente il sistema imprenditoriale nelle destinazioni tradizionalmente più rinomate trascurando il fatto che l'emergenza pandemica ha modificato le scelte dei turisti italiani e stranieri verso altre tipologie di vacanza e, quindi, verso destinazioni e territori differenti da quelli storicamente a maggiore appeal. E, inoltre, le misure rivolte al settore alberghiero e ai tour operator si rivolgono alla singola impresa, quando sarebbe opportuno e innovativo dirigere risorse anche verso aree individuate sulla base della concentrazione di un'offerta di servizi integrati e della capacità di attrarre le nuove tendenze di consumo dei turisti».

 

Cesto di Natale, il regalo preferito

Enogastronomia e turismo restano comunque in cima ai desideri degli italiani, anche tra i regali natalizi. Il tradizionale cesto natalizio con i prodotti agroalimentari del territorio è tra i doni preferiti da trovare sotto l'albero secondo oltre 12 milioni di famiglie, circa il 50%.

Cesti natalizi tra i preferiti Omicron rallenta il turismo a Natale e Capodanno: 8 milioni di italiani annullano il viaggio

Cesti natalizi tra i preferiti

 

Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, confermando che il cibo resta al top della classifica come idea regalo per le festività alle porte. Nel secondo Natale di Covid, con le tredicesime impegnate prima di tutto a coprire mutui, tasse e bollette in aumento, l'83% degli italiani opta per regali utili, in 1 caso su 3 declinati in chiave enogastronomica, con la scelta di doni “da tavola” a parenti, amici e colleghi. E vanno bene proprio i cesti di Natale, anche se in taglia ridotta rispetto al pre-pandemia, che il 41% degli italiani riempirà con prodotti tipici e locali.



Messe da parte le mode esterofile, tra i prodotti italianai più gettonati spuntano vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d'oliva, miele, formaggi. Per una spesa complessiva, stima Cia- compresa tra i 650 e i 700 milioni di euro. Cambia anche la modalità di acquisto, molto più spinta verso il web, con l'aumento delle compere online, anche enogastronomiche, sui vari portali.

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