Anche Flavio Briatore, patron di diversi locali da ballo in Versilia, Sardegna e all'estero, si allinea alle critiche del mondo della notte sulla decisione della riapertura delle discoteche in zona bianca con capienza al 35% proposta dal Comitato tecnico scientifico: «Non ha nessun senso, è una scelta insensata da tutti i punti vista, sanitario, economico e sociale». Una posizione condivisa anche dal Sindacato dei locali da ballo (Silb) e dalla Societa degli autori ed editori (Siae). Data la percentuale di riempimento possibile, infatti, risulterebbe insostenibile per gli operatori la riapertura dei locali.
Flavio Briatore (Fonte: Facebook)
Flavio Briatore: «Quando si mettono regole poco chiare diventa impossibile attuarle»
In un'intervista al Corriere della Sera, Briatore elenca le criticità della proposta avanzata dal Cts e su cui il Governo è chiamato a prendere una decisione (forse già nella giornata del 7 ottobre). Prima di tutto, la questione sicurezza in relazione agli accessi ai locali: «Se ci sono mille persone alla porta e io ne posso fare entrare solo 350, con quale criterio li scelgo? Si rischia di incentivare i ritrovi abusivi o di creare delle risse davanti alle discoteche». In secondo luogo, il limite di capienza in sé: «Basta vedere le immagini della metropolitana a Roma, stanno tutti ammassati come sardine. Oppure pensiamo alle feste dopo gli Europei, c’erano milioni di persone in piazza a baciarsi ed abbracciarsi senza mascherina». Infine, la questione economica: «Dopo tutto questo tempo di chiusura, gli imprenditori non hanno più capitali da investire per adeguare le loro strutture. Anche perché c’è il rischio che finisca come le piscine, che dopo che si erano messe a norma sono state richiuse. Quando si mettono regole di questo tipo, poco chiare, diventa impossibile attuarle».
Criticità che, secondo il proprietario del Billionaire, potrebbero essere risolte guardando anche alle soluzioni adottate in altri contesti o all'estero: «Per accedere il green pass è sufficiente, come avviene altrove, oppure ai Gran premi di Formula 1, a Monza c’erano 100mila persone e hanno fatto un lavoro fantastico. E ovviamente tutto il personale deve essere vaccinato. Per i clienti, potremmo regolarci come facciamo a Dubai o a Montecarlo. Lì la pista l’abbiamo abolita. Si entra con gli amici, e chi vuole ballare si alza in piedi e lo fa attorno al proprio tavolo», ha concluso Briatore.
Ballo in pista? Briatore: «A Dubai e Montecarlo lo abbiamo abolito. Si balla al tavolo
La proposta del Cts: capienza del 35% al chiuso e 50% all'aperto per le discoteche
La proposta del Cts parte dal presupposto che le discoteche rientrino tra quelle attività «che presentano i rischi più elevati per la diffusione del virus». Da qui la necessità di prevedere un approccio graduale alla loro riapertura, «fermo restando che gli accessi a queste attività debbano avvenire esclusivamente attraverso un meccanismo di registrazione che consenta un eventuale tracciamento e solo in presenza di green pass valido». Ecco spiegata la proposta del 35% di capienza al chiuso e del 50% all'aperto. Oltre a questa limitazione, il Cts sottolinea altre misure da mettere in campo per evitare che i locali da ballo si traformino i possibili focolai: «Impianti di aerazione senza ricircolo d’aria e rispondenti ai requisiti qualitativi specificati nei documenti di indirizzo Iss; l’uso obbligatorio dei bicchieri monouso; la garanzia della possibilità di frequente igienizzazione delle mani oltre che la pulizia e la sanificazione dei locali; l’utilizzo della mascherina chirurgica nei vari momenti ad eccezione di quello del ballo, paragonabile alle attività fisiche al chiuso».
Silb e Siae contrarie: costi di gestione troppo ingenti, impossibili coprirli con questa capienza
Indicazioni che hanno fatto scattare la risposta del Silb: «È importante aprire ma non possiamo mantenere quella capienza, i costi di gestione sono ingenti e certamente non riusciremmo a coprirli. Una discoteca che ha una capienza di 1.000 persone ha almeno 50-60 persone che lavorano, allora significa che potrebbero entrare solo in 200. È ridicolo, solo il Cts poteva pensarlo. Ci dicano che vogliono tenere le discoteche chiuse, sarebbe più onesto, e ci diano ristori sostanziali», è stato il commento del presidente Maurizio Pasca. Una posizione sostenuta anche dalla Siae: «Suonano surreali le dichiarazioni entusiaste sul "primo passo", dato che nella sostanza non c'è nessun passo. I costi di gestione di un locale sono troppo ingenti per poter riaprire con gli introiti di un 35% di capienza. In alternativa, i gestori sarebbero obbligati a praticare prezzi inaccessibili ai più. Sarebbe stato più onesto dire "non ci sono le condizioni, non si può riaprire", ma con i dati sule vaccinazioni sarebbe stato difficile da motivare», si legge in una nota diramata dall'associazione.
Silb e Siae contrari al 35% di capienza: così non si possono coprire i costi di gestione
Il Governo prepara il decreto, ma i margini di trattativa sono scarsi
A tutti questi rilievi è chiamato a rispondere il Governo che nel Consiglio dei ministri del 7 ottobre dovrebbe finalmente dare un'indicazione chiara e definitiva, attraverso un decreto ad hoc, sul tema capienze. Argomento che non riguarda solo le discoteche ma anche teatri, stadi, cinema, ecc. Nel provvedimento, molto probabilmente, si aumenterà il numero degli spettatori negli stadi e nelle arene che avranno capienze che saranno portate dal 50% al 75% mentre nei palazzetti al chiuso cresceranno dal 25 al 50%. Per cinema e teatri le capienze saliranno invece all’80% (al 100% all’aperto). Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini tenterà comunque un ultimo pressing in consiglio dei ministri per portare le capienze degli spettacoli (cinema e teatri) al 100%. Anche se sarà difficile che alla fine ci si discosterà dalle raccomandazioni del Cts. I margini di trattativa, infatti, sembrano stretti: «Il mio auspico è che il 35% come limite per la capienza delle discoteche al chiuso possa essere incrementato in tempi brevissimi sia per i locali al chiuso che all'aperto, questo proprio per i numeri che abbiamo e al Green pass», ha detto ospite di Radio Cusano Campus il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. «Ho perorato questa causa anche ieri al ministero - ha aggiunto Sileri - osserviamo i numeri dell'epidemia ancora per alcune settimane ma poi tiriamo via questo freno a mano».