La questione del passaporto vaccinale per consentire ai turisti di viaggiare senza eccessive limitazioni sta spaccando l’opinione non solo pubblica, ma anche quella degli addetti ai lavori e dei politici a livello europeo. Se una prima approvazione all’idea espressa dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen aveva fatto ben sperare il mondo del turismo ora è arrivato il parere un po’ più cauto e meno ottimistico dei ministri della Salute dell’Ue, e alcuni di loro, come quello tedesco, hanno detto di non vedere di buon occhio qualsiasi sistema che discrimini tra coloro che hanno la fortuna di aver ricevuto il vaccino e chi no.
Corridoi e vaccino rilanciano il turismo?
Ministri dell'Ue scettici sul vaccino per viaggiareSi è schierato su una linea simile il direttore generale dell’Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms),
Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Ci sono due questioni urgenti che richiedono un’attenzione particolare e per le quali chiediamo il vostro consiglio - ha detto giovedì aprendo una riunione del Comitato Covid - la prima è la recente comparsa di nuove varianti del virus Sars-CoV-2 e il secondo è il
potenziale utilizzo di certificati di vaccinazione e test per i viaggi internazionali. Un tema lega insieme le due questioni: la solidarietà. Non possiamo permetterci di dare la priorità o punire determinati gruppi o Paesi».
Gli addetti ai lavori spingono per interventi urgentiMa per gli
operatori turistici l’idea del passaporto sembra la più immediata e semplice da percorrere, probabilmente l’unica che gli dà la speranza di poter rivedere un certo movimento già quest’anno.
Ad esprimersi a favore questa volta è
Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confesercenti che ha colto proprio l’occasione del parere dell’Oms: «Occorre proseguire il dibattito sul certificato europeo di vaccinazione - conclude Rebecchi - come sostengono opportunamente autorevoli rappresentanti delle istituzioni dell’Unione: è una questione che va assolutamente affrontata, a livello politico e giuridico, si tratta di una decisione necessaria per programmare la ripartenza dell’intera filiera gravemente danneggiata dalla pandemia, o sarà una debacle definitiva per l’
industria turistica».
Altra soluzione: aprire corridoi turistici covid-freeMa le problematiche sono molteplici: «In attesa che possano risolversi tutte le criticità sull’efficacia della vaccinazione nel ridurre la trasmissione del virus e che la disponibilità dei vaccini raggiunga un livello di elevata sicurezza, come sottolinea l’
Oms, è fondamentale aprire corridoi turistici sicuri per far ripartire, non solo a livello europeo, l’attività di incoming e outgoing turistico».
L’appello suona come estremamente urgente: «Bisogna correre presto ai ripari - prosegue il presidente - la crisi sanitaria e il
lockdown hanno messo in ginocchio le imprese del settore:
attivare corridoi sicuri e di libera circolazione delle persone, laddove vi siano le condizioni oggettive che lo permettono e applicando tutti i protocolli di
sicurezza necessari con tamponi in partenza e al ritorno dal soggiorno, è una soluzione opportuna e necessaria e che combatte, inoltre, i furbetti delle
vacanze che
aggirano controlli e restrizioni in vigore».