Dopo oltre 2mila dehors in quattro mesi (che rappresentano circa 50mila metri occupati all’aperto fra marciapiedi e carreggiate, dove vige il limite di velocità di 30 o 15 km/h) Milano ora si interroga sul prossimo futuro, in vista anche dell’inverno. E tra milanesi felici, residenti arrabbiati e gestori di locali divisi tra entusiasti e insoddisfatti, il Comune, dal canto suo, sarebbe pronto a optare per una stabilizzazione di lungo periodo dei dehors nati durante il lockdown (sia dal punto strutturale sia normativo), eliminando così anche gli aspetti della stagionalità.
In quattro mesi ha Milano sono nati oltre 2mila dehors
Non sono rimaste, dunque, inascoltate le richieste e le osservazioni dei gestori e delle associazioni di categoria che, dopo questa ancora di salvezza che
ha permesso a molti locali di risollevarsi e di salvarsi nel dopo emergenza, ora chiedono a gran voce soluzioni a medio-lungo periodo.
Lino Stoppani, presidente della Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi), ha dichiarato al Corriere: «
Le occupazioni esterne sono un bel vedere, la città si è rivitalizzata ma al tempo stesso nei mesi più rigidi crediamo che non ne valga la pena, privilegiando invece i parcheggi per i residenti e il decoro, cioè progettare per la primavera strutture definitive da utilizzare sempre».
D’accordo anche i titolari: «Ci serve una prospettiva per investire se queste regole saranno prorogate. Con strutture leggere, coperte soprattutto da ombrelloni, non si può certo affrontare l’inverno milanese - ha affermato
Simona Pizzi, del Type di via Borsieri - Nella via non tutti sono contenti: i residenti sono arrabbiati per i parcheggi venuti meno e anche diversi negozianti non del nostro settore: la raccolta firme contro i dehors è partita da tempo. Ma, cosa più importante, questa iniziativa sta salvando letteralmente la vita a tutti noi esercenti di bar, locali e ristoranti e porta molta gente del quartiere. E poi c’è il fattore ambiente: a me sembra un giusto compromesso fra socialità e riduzione del numero delle auto in giro».
Insomma i gestori sono tutti d’accordo di chiedere “sicurezza nell’investimento” che permetta l’acquisto di strutture belle e funzionali con prospettive di utilizzo di almeno due o tre anni e non con permessi in scadenza il 31 ottobre o a fine a anno. E il Comune è pronto a non tirarsi indietro, così come stanno facendo anche altre amministrazioni in Italia: quella di Rimini, per esempio, ha già prorogato la gratuità dell'occupazione di suolo pubblico anche nel 2021.D’altronde il successo dei dehors a Milano è stato eclatante come hanno dimostrato i pienoni (pur mantenendo ferree le norme contro i contagi) in via Borsieri, all’Isola, a NoLo, zona già lanciatissima, e in via Volta. «Il nuovo utilizzo delle strade ha cambiato pezzi di quartieri in tutta la città e in molti casi ha favorito progetti diffusi fra commercianti, Municipi e associazioni», ha ricordato l’assessore all’Urbanistica
Pierfrancesco Maran. Ora restano da risolvere, tra gli altri, la questione parcheggi e il rispetto dei limiti di velocità nelle zone “protette”. Ma forse Milano è pronta per questa sua ennesima trasformazione.
Il Senato sembra propenso a seguire la medesima linea con l’estensione dell’esenzione Tosap per i pubblici esercizi: niente tassa sull’occupazione di suolo pubblico per tutto il 2021 e conferma, per il prossimo anno, anche delle procedure rapide per la richiesta di nuove cessioni e la posa in opera di tavolini, pedane, ombrelloni ecc...