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Tassa di soggiorno, il solito rebus Viareggio la sospende, Siracusa no

Ogni estate Comuni e albergatori discutono sulla tassa e sul suo valore. In questa annata particolare il tema diventa ancor più caldo. A Siracusa si è acceso un caso, mentre a Roma scatta un accordo con Airbnb.

 
03 luglio 2020 | 11:42

Tassa di soggiorno, il solito rebus Viareggio la sospende, Siracusa no

Ogni estate Comuni e albergatori discutono sulla tassa e sul suo valore. In questa annata particolare il tema diventa ancor più caldo. A Siracusa si è acceso un caso, mentre a Roma scatta un accordo con Airbnb.

03 luglio 2020 | 11:42
 

Covid o non covid, la tassa di soggiorno ogni estate riesce a far parlare di sé. Ma quest’anno più che mai visto che, essendo un ago della bilancia per i conti di Comuni e albergatori, diventa un elemento centrale alla luce della penuria di turisti in movimento e della necessità di invogliarli in qualunque modo. Il “soldo” è sempre una buona leva sulla quale giocare, ma i Comuni agiscono secondo politiche loro. E allora Viareggio decide di sospendere la tassa, mentre Siracusa prima sceglie la stessa via e poi - con l’arrivo dell’estate vera - fa dietrofront.

Il gesto di Viareggio per il turismo - Tassa di soggiorno, il solito rebus Viareggio la sospende, Siracusa no

Il gesto di Viareggio per il turismo

A scegliere la strada della sospensione a Viareggio è stato il sindaco Giorgio Del Ghingaro: l’ordinanza resta in vigore per il periodo che va dal 1 agosto al 31 dicembre 2020. Ad annunciarlo lo stesso primo cittadino: «Un provvedimento che abbiamo varato in Giunta e che passerà al vaglio del prossimo consiglio comunale - spiega - probabilmente siamo in assoluta controtendenza rispetto alle maggiori località turistiche della Toscana, ma ritengo sia un gesto di apertura, visto il periodo difficile appena passato».

A regime normale, la tassa viene applicata fino a un massimo di dieci pernottamenti consecutivi, subendo ovvie variazioni a seconda della tipologia delle strutture ricettive e del periodo: si va da un massimo di 5 euro per persona, a notte, ad un minimo di 0,50 per le strutture a 1 o 2 stelle, camping compresi. Oltre un milione di euro l'incasso del 2019 prodotto dalla tassa di soggiorno: il periodo da agosto a dicembre, che conta due mesi di alta stagione, è quello che porta nelle casse comunali circa i 3/5 dell'imposta totale. «I turisti non si sentiranno più chiedere l'extra dovuto per l'imposta - continua il sindaco Del Ghingaro - e come è ovvio, gli albergatori e tutti i titolari di strutture ricettive, non saranno tenuti al versamento relativo al periodo compreso nel provvedimento. Viareggio è entrata a pieno titolo nell'estate: le nostre spiagge sono spaziose e sicure, le strutture varie e soprattutto accoglienti. C'è voglia di ripartenza un pò ovunque: l'estero sembra quest'anno un pò più lontano. Viareggio è a due passi: perla del Tirreno, meraviglia della Toscana. Da oggi - conclude - anche meno cara».

Albergatori soddisfatti, turisti pure. Altri Comuni hanno agito sulla stessa linea di Viareggio, ma non è così dappertutto. Il caso più eclatante è stato quello di Siracusa. Il Comune, infatti, con delibera del commissario straordinario n. 11 del 4 maggio 2020 aveva sospeso l’applicazione dell’imposta di soggiorno fino al 31 dicembre 2020 e spostato il termine di versamento dell’imposta, riscossa dalle strutture ricettive nel 1° trimestre 2020, da quello ordinario del 16 aprile al 16 gennaio 2021. L’esultanza degli albergatori è durata tuttavia molto poco perché il 29 giugno 2020 una mail inviata dal Comune di Siracusa alle strutture ricettive, ha annunciato che l’ente, con delibera del commissario straordinario n. 20 del 16 giugno 2020, ha revocato la precedente delibera ripristinando, con effetto immediato, l’applicazione dell’imposta di soggiorno e disponendo, inoltre, che il versamento dell’imposta riscossa dalle strutture ricettive nel 1° trimestre 2020 debba avvenire entro il 16 luglio 2020.

Una scelta che oltre a destare molte recriminazioni da un punto di vista economico, è discutibile soprattutto da un punto di vista di scelta politica. Un’altra dimostrazione di quanto le istituzioni stentino ad andare incontro al mondo del turismo, non riconoscendone il valore e la capacità di portare soldi anche nelle casse comunali.

A Roma invece ecco l'accordo tra il Comune e Airbnd. Dal 1 luglio infatti il portale ha cominciato a riscuotere direttamente la tassa di soggiorno da parte dei turisti che prenotano pernottamenti sul portale, tassa che viene poi versata direttamente nelle casse di Roma Capitale.‎ L'accordo tra Comune di Roma e Airbnb con la piattaforma turistica sono stati presentati questa mattina nella sala della Protomoteca del Campidoglio alla presenza della sindaca di Roma Virginia Raggi, dell'assessore al Turismo Carlo Cafarotti e del country manager di Airbnb Italia Giacomo Trovato.

Roma e Airbnb, scatta un protocollo - Tassa di soggiorno, il solito rebus Viareggio la sospende, Siracusa no
Roma e Airbnb, scatta un protocollo

Trovato ha dato una stima dell’introito atteso dal contributo di soggiorno su Roma: se il protocollo fosse stato in vigore nel 2019, in base agli arrivi registrati, sarebbero stati riversati nelle casse comunali 25 milioni di euro, una cifra superiore rispetto a tutte le altre destinazioni nazionali di Airbnb dove vigono accordi simili messe insieme. La piattaforma interviene nel pagamento del canone, seguendo gli stessi obblighi delle strutture ricettive e degli immobili privati destinati a locazione breve, come prescritto dal vigente Regolamento sul Contributo di Soggiorno.

Oltre a effettuare un versamento trimestrale nelle casse comunali, l’azienda comunicherà periodicamente il numero delle prenotazioni e dei pernottamenti effettivi, comunicando il proprio ruolo di riscossione ai titolari degli immobili finalizzati all’accoglienza turistica, fermo restando che il pagamento avviene al momento della conferma della prenotazione.

«Questo è il momento di ragionare - ha detto il sindaco di Roma, Virginia Raggi - sul rilancio del settore turistico di Roma, non perché non se ne aveva, anzi parlavamo di overtourism, ma per puntare su un nuovo livello. Non vogliamo accontentare semplicemente di coloro che vengono in visita ma vogliamo attirare determinati target. La scelta di percorsi tematici, di nuovi servizi, ci aiuterà a chiamare un turismo di qualità. Se prima del coronavirus questo era un obiettivo sul quale stavamo lavorando, ora diventa un punto di arrivo per immaginare nuovi flussi turistici e diverse modalità di fruizione della città».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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