Cortina d’Ampezzo perde le finali della Coppa del Mondo di sci. Le gare che avrebbero dovuto chiudere la stagione 2019/2020 avrebbero dovuto svolgersi nella perla delle Dolomiti dal 16 al 22 marzo, ma la Fis (Federazione internazionale sci) ha scelto di cancellarle a causa dell’emergenza coronavirus.
L'Olimpia delle Tofane a Cortina
Un colpo basso per la
località ampezzana che chiude così la stagione invernale senza gare dal momento che - proprio in virtù dell’assegnazione delle finali - la consueta tappa della Coppa del Mondo femminile non si era svolta. Un peccato doppio perché mostrarsi al mondo in uno degli appuntamenti più attesi della stagione sarebbe stata un’
ottima pubblicità per Cortina, un traino in vista dei mondiali di sci in programma nel 2021 e una cartolina al mondo per le Olimpiadi invernali 2026.
Peccato triplo, anzi perché dal cielo sono fioccati diversi centimetri di neve proprio in questi giorni e Cortina avrebbe dunque sfoggiato il suo abito migliore. Del resto la neve è l’alleata maggiore di una località di montagna sia per la miglior organizzazione possibile delle piste che per un motivo di contesto e di immagini restituite al pubblico di tutto il mondo.
E poi c’è il turismo: una settimana di gare così intensa avrebbe sicuramente giovato al settore che, invece, deve navigare a vista sempre a causa del diffondersi del virus e della poca voglia di spostarsi della gente. Sia chiaro, nulla è perduto, ma di certo si staranno mangiando le mani dalle parti delle Tofane per questa occasione sciupata (colpa di nessuno, va detto).
Giampietro Ghedina Sindaco di Cortina
«Prendiamo atto con grande rammarico della decisione maturata in queste ore - ha dichiarato il Sindaco di Cortina d'Ampezzo Gianpietro Ghedina - La macchina organizzativa era pronta a ospitare le Finali e Cortina avrebbe dimostrato tutta la capacità nel fronteggiare eventuali situazioni di difficoltà o persino di emergenza. La decisione, purtroppo, riflette un problema di comunicazione da parte del nostro Paese sull'emergenza sanitaria in corso. Ne consegue un danno per tutto il settore economico turistico e sportivo. Nonostante questo Cortina saprà reagire».La notizia di Cortina è solo l’ultima in ordine di tempo che riguarda lo sport. Al centro di molti dibattiti ci sono le Olimpiadi in programma a Tokyo: il Giappone rassicura tutti, il Cio pure, ma le singole federazioni di tutto il mondo tentennano. E poi gli europei di calcio (quest'anno itineranti per la prima volta con partite in programma a Roma) che sono fortemente a rischio.
Stamattina il mondo del ciclismo è stato sportivamente scioccato dall’annuncio del rinvio di corse “monumentali” come la Milano-Sanremo o la Tirreno-Adriatico, senza dimenticare le Strade Bianche. Rcs, organizzatrice, ha scelto di non disputare le classicissime di primavera sempre a causa del virus. Evento storico se si pensa che solo le Guerre erano riuscite a fermare queste corse. Addirittura si vocifera che pure il Giro d’Italia non partirà a maggio e sarebbe un danno economico straordinario, anche per quelle piccole località che vivono di eventi come questo e che magari avevano investito molto e si ritrovano in mano con un pugno di mosche.
E poi ancora l’atletica che ha fermato tutte le attività fino ad aprile, il calcio professionistico che giocherà a porte chiuse le prossime partite, il tennis, il rugby tutto si ferma o va avanti zoppicante trascinando con sé notevoli problemi a quella fetta di turismo che viaggia proprio a seconda degli eventi.
Per carità, la salute prima di tutto: ma non nascondiamoci dietro al fatto che lo sport è solo “undici stolti in mutande che corrono dietro ad un pallone”. Attorno a questi si muove una macchina da miliardi di euro che vale tanto quanto una fabbrica, un’attività commerciale, un ufficio pubblico.