Il divieto agli spostamenti tra i comuni di tutta Italia nelle giornate del 25 e 26 dicembre e del primo gennaio 2021 è stato attaccato duramente dalla Cia-Agricoltori italiani, che hanno parlato di «ennesima scure sul settore agrituristico e arriva a vanificare l’unica fonte di guadagno rimasta entro fine anno, come anche una delle poche occasioni di condivisione in sicurezza, il pranzo delle festività natalizie fuori casa e negli agriturismi».
Allarme di agriturismi e aree rurali per il Natale blindato
Insomma l’interrogativo che ci si pone è: «Aperti per chi?». Il settore agrituristico, ha puntualizzato Cia, è tra i comparti produttivi che stanno maggiormente subendo, da marzo, gli effetti della crisi da
Covid. I 24mila agriturismi italiani che contano un totale di 100 mila addetti, hanno perso nel 2020, ormai al termine, più di 600 milioni di
fatturato (su oltre un miliardo di euro annuo in media) e oltre 2,95 milioni di presenze.
Natale strategico per i guadagniIl
Natale sarebbe stato, indubbiamente, strategico dal punto di vista dei
guadagni, ma - ha precisato Cia - le chiusure dei confini comunali nei tre giorni di festa chiaramente più importanti finiranno per far perdere alle aziende agrituristiche oltre il 50% del fatturato di tutto dicembre.
Inoltre la chiusura dei Comuni procurerà un disagio sociale non irrilevante alle aree rurali d’Italia. Va ricordato, infatti, che siamo un Paese con
5.500 piccoli comuni (popolazione intorno ai 5mila abitanti) su un totale di 7.914. Sono il 69% del totale dei comuni italiani (primi
Valle d’Aosta e
Piemonte).
A risiedere nei
piccoli borghi d’Italia, quasi 10 milioni di persone, il 16,5% della popolazione nazionale. In parallelo, aggiunge Cia, le
strutture ricettive nei piccoli comuni sono 56mila, il 27% del totale, e fanno quasi quota 12mila, solo le strutture agrituristiche.
Dal governo solo una visione "città centrica"Stando a questi dati, è dunque evidente, per Cia, che blindare i Comuni a Natale, Santo Stefano e il primo dell’anno esprima non solo una visione "
città centrica", ma trascuri da una parte il ruolo svolto dagli agriturismi nelle aree interne del Paese e dall’altra le specifiche caratteristiche di queste strutture, come i pochi coperti e gli ampi spazi all’aperto, in linea con le disposizioni per il
distanziamento.
Il presidente nazionale di Cia
Dino Scanavino è intervenuto dicendo: «Si può comprendere la chiusura delle
regioni dal 21 dicembre come pure il coprifuoco, ma la stretta sui Comuni emerge come rigidità estremamente penalizzante sia per le famiglie delle aree rurali che per le aziende agricole e agrituristiche».
Sollecitato l'intervento della ministra BellanovaPoi ha aggiunto: «Chiediamo al governo di continuare a lavorare sui
ristori per il settore agrituristico così come l’
Associazione Turismo Verde-Cia ha già sollecitato con una lettera, l’intervento della ministra
Teresa Bellanova, affinché si predispongano, tempestivamente, per gli agriturismi, proporzionati contributi a fondo perduto a parziale ristoro delle perdite di fatturato che saranno notevoli nel periodo natalizio».
Infine, ha concluso il presidente Scanavino, «rilanciamo la campagna Turismo Verde-Cia
#sostieniltuoagriturismo, perché non si perda la sana abitudine di organizzare un pranzo o programmare un soggiorno nelle strutture di tutta Italia, dove gustare
piatti tipici del territorio e rilassarsi in mezzo alla natura, contribuendo al tempo stesso a mantenere viva l’
offerta turistica nelle aree rurali, spina dorsale e anima green del Paese».