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Turismo nel 2020, crisi profonda: -55% di presenze, persi 50 miliardi

È stato un anno da dimenticare il 2020 per il turismo italiano. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, sono svanite oltre 240 milioni di presenze con il conseguente mancato incasso di 50 miliardi di euro di consumi. Solo il lockdown di Capodanno vale 1,2 miliardi di spesa dei turisti in meno.

 
31 dicembre 2020 | 11:05

Turismo nel 2020, crisi profonda: -55% di presenze, persi 50 miliardi

È stato un anno da dimenticare il 2020 per il turismo italiano. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, sono svanite oltre 240 milioni di presenze con il conseguente mancato incasso di 50 miliardi di euro di consumi. Solo il lockdown di Capodanno vale 1,2 miliardi di spesa dei turisti in meno.

31 dicembre 2020 | 11:05
 

L’emergenza sanitaria che ha caratterizzato tutto il 2020 ha prodotto sul settore turistico conseguenze a dir poco drammatiche, riportando il mercato ai livelli del 1969, oltre 50 anni fa. Sono svanite oltre 240 milioni di presenze turistiche (-55%), un duro colpo non solo per le attività ricettive e dei servizi del turismo, ma anche per negozi e pubblici esercizi, che quest’anno hanno visto svanire, insieme ai viaggiatori, anche 50 miliardi di euro di consumi che avrebbero generato. Un anno quindi da dimenticare, secondo le stime elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti.

Turismo nel 2020, crisi profonda -55% di presenze, persi 50 miliardi

Svanite quest'anno oltre 240 milioni di presenze, con un mancato incasso di 50 miliardi di euro di consumi

Capodanno
Il solo lockdown stabilito per la fine dell’anno costerà al sistema turismo almeno 3,5 milioni di turisti italiani e stranieri, che avrebbero trascorso soggiorni nelle diverse località italiane per un totale stimato di 10,4 milioni di presenze e una spesa in beni e servizi di 1,2 miliardi di euro. Per posizione da calendario, infatti, il Capodanno 2021 avrebbe favorito gli spostamenti per motivi turistici, in quanto avrebbe distribuito i flussi in un arco temporale di almeno 5 giorni (da mercoledì 30/12 a domenica 3/1).

Il bilancio del 2020
La degna conclusione di un anno terribile per il comparto. Negli ultimi dodici mesi sono andati perduti ben 83,6 milioni di pernottamenti di turisti italiani e 157,1 milioni di turisti stranieri, mentre gli arrivi hanno subito un calo del -61,8%, attestandosi a quota 50,2 milioni. Come è stato più volte sottolineato nel corso dell’anno, la contrazione maggiore è stata registrata per gli stranieri, che hanno trascorso nel nostro Paese circa 63,5 milioni di notti, il 71,2% in meno rispetto al 2019. Valori meno negativi per i pernottamenti dei connazionali, che dovrebbero attestarsi a 132,5 milioni (-38,7%).

L’impatto sui consumi
Il crollo delle presenze turistiche ha determinato un impatto diretto in termini di spesa riversata nel sistema economico nazionale, per effetto di una minor domanda di beni e servizi nei diversi settori di attività. Considerando oltre al movimento dei turisti in strutture ricettive ufficiali anche il flusso di vacanzieri nelle seconde case, ospiti presso amici/parenti o in altre strutture “non ufficiali”, la stima dei consumi turistici perduti raggiunge i 50,1 miliardi di euro, di cui oltre 32,9 miliardi (65,7%) in consumi turistici degli stranieri e oltre 17,1 miliardi (34,3%) di spesa dei connazionali.

«È una crisi senza precedenti per il settore, con presenze turistiche più che dimezzate e prospettive azzerate: difficile, infatti, che i flussi di viaggiatori riprendano prima della seconda metà del prossimo anno», afferma Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. «In questa situazione, serve un piano per ripartire: i sostegni a fondo perduto devono proseguire, ma sono necessari investimenti consistenti mirati al rilancio delle imprese del turismo. Un comparto che è tra i più colpiti in assoluto dall’emergenza pandemica, ma che è vitale per la ripresa della nostra economia, di cui normalmente contribuisce a generare, direttamente ed indirettamente, il 13% del Pil».

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