Mentre all'interno del Governo si discute sulla possibilità dell'obbligatorietà del vaccino in determinati settori (come quello pubblico), l'idea di un passaporto sanitario prende sempre più piede, soprattutto tra le compagnie aeree. L'idea è quella di doversi presentare al check in con carta d'imbarco, passaporto / carta d'identità e (la novità) certificato digitale che attesti di aver fatto il vaccino contro il coronavirus (o di essere stati sottoposti al tampone).
In aeroporto con carta d'imbarco, carta d'identità e QR-code che attesti il vaccino avvenuto
La
possibilità di un passaporto sanitario, insomma, sostenuta anche dai Governatori
Luca Zaia (Veneto) e
Attilio Fontana (Lombardia), potrebbe cominciare ad essere sperimentata nelle prossime settimane da diverse compagnie aeree. Questo documento - ci si prospetta - sarebbe da
scaricare sul telefonino, una versione moderna del foglio che si esibiva negli anni '60 dopo l'inoculazione contro la
febbre gialla. Con l'avvio della campagna vaccinale, «
i tempi sono maturi per un passaporto sanitario», chiarisce Luca Zaia.
Sono almeno quattro i progetti in ballo, tutti basati sullo stesso meccanismo: si scarica l'
applicazione, si inseriscono i propri dati per permettere all'
autorità sanitaria di certificare che il soggetto è stato sottoposto al vaccino. Una volta in aeroporto il viaggiatore mostrerà un
codice QR-code.
- La prima iniziativa, "Common Pass", è stata sviluppata da Commons Project Foundation e World Economic Forum. Hanno aderito le compagnie aeree United, Cathay Pacific, JetBlue, Lufthansa, Swiss, Virgin Atlantic) e gli aeroporti riuniti nell'Ariport Council International
- La seconda iniziativa è il "Travel Pass", sistema di verifica sanitaria della Iata, la principale associazione internazionale di vettori, adottata in primis dalla Singapore Airlines
- Le altre due iniziative sono "Digital Health Pass", ideata da Ibm, e "AokPass", dalla camera di Commercio internazionale, International Sos e Sgs Group.
Ci sono però delle criticità, sia per i Paesi poveri che per i giovani
Da una parte le
criticità però sono diverse. Manca ad esempio un accordo tra i Governi sugli
standard nelle app. C'è poi il rischio che si crei una
doppia discriminazione: una per chi vive in
Paesi poveri (dove le vaccinazioni non sono ancora arrivate), l'altra verso i
giovani, che saranno gli ultimi a sottoporsi al vaccino. Se gli Stati decideranno di far entrare solo chi ha il passaporto sanitario, a quel punto i ragazzi rischieranno di stare fermi un altro anno.
Dall'altra è anche vero che questa strada è quella che dà maggiori sicurezze: gli aeroporti e le linee aeree così facendo danno la spinta ad un passaporto in grado di dare certezze lavorative
anche a settori come quelli dell'Horeca che, proprio dalla mancanza di queste certezze sono stati vittimizzati nel 2020, perdendo
ingenti quote di fatturato.