Si apre. Anzi, no si chiude. Anzi, forse qualcuno potrà tenere aperto. Il Governo sta cambiando idea ora dopo ora su quelle che saranno le restrizioni anti-Covid nel periodo natalizio e i ristoratori sono completamente disorientati, arrabbiati, delusi, sconsolati. Non pochi, in balia delle decisioni "superiori" hanno deciso di non aprire per le feste e rimandare tutto a gennaio (forse). Chi invece ha scelto di provarci è con il fiato sospeso, sperando di non dover gettare la materia prima acquistata e di non dover chiamare i clienti che hanno prenotato per disdire il tutto.
Ristoranti incerti sul Natale
Elio Sironi: Ristorante pieno, speriamo di non chiudere la porta ai clientiSì, perchè le prenotazioni ci sono.
Gli italiani hanno timore di una nuova ondata, ma hanno anche voglia e bisogno di uscire e tornare passo dopo passo alla vita normale. Lo conferma
Elio Sironi, socio Euro-Toquesdi
Ceresio 7 a Milano: «Noi abbiamo tanta voglia - osserva - come è nel nostro
dna, siamo positivi su quello che sarà il futuro. Le richieste sono tante per
Natale e per questo ci dispiacerebbe chiudere le porte in faccia. Ogni giorno mi chiedo se posso fare la
spesa, come e quanta e ho alcuni articoli particolari da confermare nel giro di pochi giorni, ma come si fa in questo scenario? Io credo che prima di tutto bisogna salvare le vite umane prima del Natale, ma c'è troppa
incoerenza ed è difficile contenere la rabbia di fronte a tutto questo. Se abbiamo un piano B in caso di chiusura? Se allude al
delivery no, non lo faremo perchè non riusciremmo a garantire un servizio puntuale e di qualità come vorremmo».
Elio Sironi
Alessandro Gilmozzi: Più aiuti ai ristoranti meno notiDalla città alla montagna gli scenari possono cambiare, ma neanche più di tanto.
Alessandro Gilmozzi del ristorante
El Molin di Cavalese (Tn) - una stella Michelin e delegato Euro-Toques per il Trentino Alto Adige - ha già riempito il suo locale per Vigilia, Natale e Capodanno. «Noi - ammette - abbiamo sempre avuto una situazione più favorevole a livello di
restrizioni, ma la
confusione c’è dappertutto e l'afflusso della gente è ovviamente minore in questi giorni. La nostra idea è quella di rimanere aperti per Natale, dando un servizio come abbiamo sempre fatto convinti di essere un
luogo sicuro come tutti gli altri
ristoranti. Dovrebbero, semmai, chiudere i centri commerciali e dare più possibilità di circolare che gioverebbe anche a quei ristoranti di fascia media che necessitano di
afflussi maggiori».
Alessandro Gilmozzi
Peter Brunel: Troppa incertezza, non apriremoRimanendo in "quota" l'umore cambia entrando nella cucina della stella Michelin e socio Euro-Toques
Peter Brunel del
suo ristorante di Arco (Tn). «Da parte mia e dei miei
colleghi - ha detto - c’è grande
tristezza perché invece che darci una mano lo Stato ci sta mettendo i bastoni tra le ruote, ci mette in difficoltà. Proprio per l’
altalenanza abbiamo deciso di tenere chiuso fino ai primi di gennaio (7-10). Non si può fare nessuna programmazione perché ogni 4 ore cambiano idea, noi avevamo preso prenotazioni per Natale e Capodanno ed è stato imbarazzante doverle disdire. Per noi l'ipotesi
delivery è impossibile da gestire perché siamo in zona distante dai grandi
centri. Cerchiamo di restare vicicni agli ospiti con alcune chicche, ma non possiamo fare nulla di più».
Peter Brunel
Angelo Sabatelli: Avevamo riaperto sperando nel NataleL'idea delivery è svanita da più parti proprio per la presunta impossibilità di spostarsi tra comuni. Per questo
Angelo Sabatelli nel suo ristorante di
Putignano (Ba) ha deciso di non organizzare niente per Natale. «C'è apprensione - osserva - perché non si capisce nulla. Speriamo di saperne di più negli prossimi giorni, ma noi in ogni caso non faremo niente perché in un piccolo paese
asporto e delivery non funzionano. Fossi stato in una grande città avrei fatto un menu di Natale da portare via. Se aprissero in questi giorni? Ormai è
tardi, bisognerebbe pubblicizzare il fatto che cisiamo, ma la gente si è organizzata ormai. Per noi è tutto un controsenso e ci chiediamo perché i ristoranti sono sempre penalizzato. Noi l'8
dicembre avevamo aperto convinti che per Natale ci fosse più libertà, abbiamo messo in moto una macchina impegnativa che ha bisogno di giorni di lavoro per ripagare le
spese, ma ora siamo di nuovo punto e a capo».
Angelo Sabatelli
Silvia Baracchi: Chiusi a Natale, frustranteStesse sensazioni anche quelle espresse dalla delegata Euro-Toques per la Toscana e stella Michelin
Silvia Baracchi de Il
Falconiere di Cortona (Ar), altra realtà lontana dalle città che soffrirà l'assenza di un Natale in presenza e non potrà puntare sul delivery o asporto. «Funzioniamo grazie ad una clientela
internazionale che naturalmente in questo periodo non può venire da noi - spiega la chef stellata - ed è per questo che per Natale resteremo chiusi come lo siamo ormai da fine
ottobre. Devo ammettere che è frustrante perché io sto a contatto con la gente, Il Falconiere è energia e passione e mi manca quella sensazione, ma non si può fare altrimenti. Lavoreremo invece a
La Locanda del Molino (sempre a Cortona, ndr.) perchè quel format è più semplice e agile e infatti abbiamo già delle prenotazioni».
Silvia Baracchi