Ecco già servito il bis, eppure è ancora complicato che tutti riescano a mangiarci. Parliamo del nuovo decreto ristori, pronto a essere varato dal Consiglio dei ministri nelle ore in cui scattano anche le nuove restrizioni tra regioni rosse, arancioni e gialle.
Sul piatto ci sono tra gli 1,5 e i 2 miliardi, con l'obiettivo di allargare il più possibile la platea dei beneficiari. Per accelerare i tempi, il decreto verrebbe trasformato in un emendamento a dl ristori uno, in esame al Senato. Il tutto secondo questo schema:
- Arruolamento a tempo determinato di medici e infermieri
- bonus baby-sitter di mille euro nelle regioni zone rosse e indennità del 50% a genitori con figli fino a scuole secondarie
- Crescono, inoltre, sempre secondo quanto riportato nella bozza, del 50% i contributi a fondo perduto per bar, gelaterie e pasticcerie
- Arriva un fondo per i contributi alle attività nei centri commerciali.
- Fondo straordinario a sostegno del Terzo settore.
Destinatari: anche rosticcerie e pizzerie al taglio
A rientrare nei destinatari dei contributi a fondo perduto, oltre a hotel di lusso e ristoranti stellati, ci sono le
rosticcerie e le
pizzerie al taglio, cioè la ristorazione senza somministrazione che era stata inizialmente esclusa dagli aiuti nonostante fosse anch'essa penalizzata fortemente dalle serrate. Oltre a commercianti e partite Iva, centri commerciali, musei e
bus turistici.
Pronto a essere varato venerdì 6 novembre il decreto ristori bis
Raddoppio degli aiuti: il 200% del decreto rilancio
Il meccanismo dovrebbe prevedere il 200% del sostegno avuto col decreto rilancio per tutte le attività che saranno costrette alla chiusura totale, quindi quelle nelle zone rosse e arancioni. Il dl introduce il credito d'imposta sugli affitti commerciali nelle zone rosse, sospende il pagamento della seconda rata Imu e dei contributi previdenziali dei dipendenti per tutte le attività commerciali.
Soglie: per le imprese minimo 4 mila euro, massimo 150 mila
Il vecchio contributo, a seconda del fatturato, poteva coprire dal 10% al 20% della perdita. Il nuovo aiuto comunque non potrà essere inferiore a 2 mila euro per le persone fisiche e a 4 mila euro per le piccole imprese. Ci sarà ancora una volta un tetto di 150 mila euro. Nessun limite massimo di fatturato invece per avere diritto al bonus, che nella prima edizione era stato fissato a 5 milioni di euro, poi abolito col primo decreto ristori.
Come prendere le risorse: l'ultimo 0,1% di deficit
Dove recuperare le risorse necessarie? Attingendo dall’ultimo margine di deficit disponibile, cioè quello 0,1% (circa 1,6 miliardi) che alzerebbe l’asticella al 10,8% indicato nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef) e da alcuni avanzi di bilancio.
Invece per le categorie non coinvolte direttamente dalla stretta il sostegno dovrebbe arrivare dal fondo anti-Covid previsto in manovra, dove si parla di 4 miliardi destinati a salire.
Meccanismo: sostegni standard e integrazioni regionali
L'idea del governo è quella di fornire sostegni standard alle attività interessate da misure nazionali (come i centri commerciali, chiusi nel weekend) e integrazioni a quelle colpite dagli inasprimenti regionali.
Erogazione: diretta sui conti correnti per chi aveva fatto domanda
Se non altro questi importi dovrebbero arrivare direttamente sul conto corrente a chi ha già beneficiato della prima tornata di aiuti, come ha confermato ancora una volta il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa del 4 novembre: e cioè 319.672 imprese rientranti nei codici attività Ateco sul totale degli oltre 2 milioni di beneficiari della prima sessione del decreto Rilancio.
Gli altri: tempi delle Entrate, soldi entro dicembre
l guai arrivano per chi non aveva fatto domanda, che dovrà aspettare le tempistiche dell’agenzia delle Entrate. Si va a dicembre, con l'impegno di far arrivare tutti i soldi entro la fine del 2020. Contributi a pioggia, per non scontentare (quasi) nessuno. Ma che difficilmente riusciranno a fornire un vero ristoro.
Raddoppia la liosata dei codici Ateco
La lista dei codici Ateco dovrebbe quasi raddoppiare: ai primi 53, infatti, si dovrebbe affiancare una quarantina di nuove categorie, dagli estetisti ai negozi che chiuderanno al minimo per due settimane nelle zone rosse, e che dovrebbero ricevere, stando alle prime bozze del provvedimento, un contributo a fondo perduto raddoppiato, al 200%, rispetto a quanto già ricevuto in estate con il ristoro del decreto Rilancio. Anche i bar nelle zone rosse, al momento al 150%, dovrebbero ottenere ristori del 200%, mentre chi già riceve un ristoro doppio rimarrà in quella percentuale.
Il meccanismo, però, è stato affinato fino all'ultimo per cercare di mantenere il più possibile l'automatismo, che consente all'Agenzia delle Entrate rapidità nell'erogazione. Il decreto bis conterrà, come ha spiegato il premier Giuseppe Conte, "un fondo ad hoc per mettere risorse in caso di variazioni tra zone gialle, arancioni e rosse", così da evitare di dover ricorrere al decreto legge a ogni 'cambio di fascia' delle Regioni.
[in aggiornamento]