Il Centro studi di Federalberghi ha stimato che da gennaio a ottobre 2020 il sistema ricettivo italiano ha registrato un calo delle presenze di circa il 60%. La situazione è inevitabilmente destinata a peggiorare. Durante il lockdown primaverile l’Istat aveva rilevato un calo del 91% delle presenze negli esercizi ricettivi: erano state 81 milioni nel trimestre marzo-maggio 2019, quest’anno sono crollate a 7,3 milioni.
Tracollo degli hotel a causa della pandemia
Bocca: «Strutture ricettive in gravi condizioni»«Le
strutture ricettive italiane versano in condizioni sempre più gravi e la situazione è purtroppo destinata ad aggravarsi nelle prossime settimane, per effetto delle misure di contenimento che hanno ridotto al lumicino la vita sociale».Lo ha detto il presidente di Federalberghi,
Bernabò Bocca, commentando il
decreto del presidente del Consiglio dei ministri che divide l’Italia in tre zone, riducendo quasi a zero la possibilità di viaggiare e, conseguentemente, di soggiornare in albergo. Un altro duro colpo per un settore troppo spesso bistrattato insieme a
bar e ristoranti dalla prima ondata in poi e che ha continuato a lavorare per far sentire la propria voce e affermare la propria centralità per l’economia italiana.
Bernabò Bocca
Gli indennizzi non bastano«Gli
indennizzi adottati nei giorni scorsi - prosegue Bocca - sono apprezzabili ma non sono sufficienti. In attesa della manovra di bilancio, che confidiamo contenga un intervento di più ampio respiro, chiediamo che il contributo a fondo perduto previsto dal
decreto ristori - che oggi è rapportato al solo mese di aprile - venga potenziato, elevando il parametro di calcolo e il tetto per azienda - e venga riferito ad un periodo più ampio, che tenga conto dei
danni subiti durante tutta la pandemia».
Preoccupazione anche per Confindustria AlberghiNei giorni scorsi anche
Confindustria Alberghi aveva espresso il proprio rammarico, ancor prima che il nuovo dpcm fosse annunciato. Di fatto la situazione non era molto diversa da quella che si paleserà da domani in poi: «L'apertura degli alberghi è solo formale - aveva detto la vicepresidente di Confindustria Alberghi,
Maria Carmela Colaiacovo - siamo davanti a un lockdown non dichiarato, perché senza clienti e senza poter la possibilità di svolgere le attività primarie legate al nostro lavoro, di fatto siamo chiusi».
«Più che denunciare un momento di enorme difficoltà e di perdite - prosegue - non possiamo fare. Speriamo solo che la curva dei contagi diminuisca e che si possa riprendere un’attività regolare. Con questo virus bisognerà imparare a convivere e non possiamo neppure nascondere le
difficoltà che ci sono sia nello svolgimento delle nostre attività, che stanno soffrendo, senza che per il 2021 ci siano ancora dei segnali di ripresa incoraggianti».
Il Decreto ristori per il turismo
- 400 milioni di euro per operatori turistici, agenzie di viaggio, tour operator, guide e accompagnatori turistici. Altri 100 milioni andranno al Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali: le risorse aggiuntive andranno in particolare al ristoro delle perdite subite dal settore relative alla organizzazione di fiere e congressi.
- Ai lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali e ai lavoratori in somministrazione, impiegati presso imprese utilizzatrici operanti nel settore del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il primo gennaio 2019 e il 29 ottobre 2020 (entrata in vigore del Decreto Ristori) e che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate in tale periodo, non titolari di pensione, né di rapporto di lavoro dipendente, né di Naspi alla data di entrata in vigore del Decreto Ristori, è riconosciuta un'indennità onnicomprensiva pari a 1000 euro.
- È riconosciuta un'indennità onnicomprensiva pari a 1000 euro ai lavoratori dipendenti a tempo determinato del settore del turismo e degli stabilimenti termali in possesso cumulativamente seguenti requisiti: titolarità nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore Decreto Ristori di uno o piu' contratti di lavoro a tempo determinato nel settore del turismo e degli stabilimenti termali, di durata complessiva pari ad almeno trenta giornate; titolarità nell'anno 2018 di uno o piu' contratti di lavoro a tempo determinato o stagionale nel medesimo settore di durata complessiva pari ad almeno trenta giornate; non titolari di pensione o di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore Decreto Ristori.
- È inoltre riconosciuta un'indennità onnicomprensiva pari a 1.000 euro ai seguenti lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro, e che non siano titolari di altro contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, diverso dal contratto intermittente, o titolari di pensione:
- lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali,
- lavoratori intermittenti, di cui agli articoli da 13 a 18 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81,
- lavoratori autonomi, privi di partita Iva, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, nello stesso arco temporale di almeno un contributo mensile,
- incaricati alle vendite a domicilio di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114.