Anche l'Istat conferma che alberghi e ristorazione hanno subito danni ingenti dalla crisi da Covid. I dati diffusi il 26 novembre registrano cali vertiginosi di certo non nuovi, ma che fanno rumore se ripetuti per l'ennesima volta e se provengono dall'Istituto nazionale di statistica.
In particolare per le attività ricettive il calo del fatturato si è attestato al 52% nel periodo da gennaio a settembre 2020. Per quanto riguarda invece la ristorazione il terzo trimestre(luglio, agosto e settembre) del 2020 mostra un calo del 16,6% sul periodo corrispondente del 2019, pari in valore assoluto a circa 4,6 miliardi di euro.
Guardando il 2020 nel suo complesso, le stime di Federalberghi parlano di 14 miliardi bruciati per le attività ricettive, mentre secondo la Fipe i pubblici esercizi dovranno fare i conti con perdite di 33 miliardi. I due comparti, da sempre strategici per l'economia italiana, mettono dunque insieme la cifra monstre di -47 miliardi rispetto al 2019.
I dati Istat sulla crisi dell'Horeca
Federalberghi: «Servono aiuti, noi tra i più colpiti»Il presidente di Federalberghi
Bernabò Bocca ha subito reagito: «L'Istat certifica che gli alberghi e le altre strutture ricettive sono tra le attività più colpite dalla pandemia. Chiediamo che
governo e
parlamento intervengano subito, per impedire una
débâcle totale».
Fino a settembre è crisi, ma il peggio sta arrivandoBocca segnala, dopo l'audizione alla Camera in cui le associazioni si sono fatte sentire, che «la rilevazione Istat si ferma a
settembre, ma purtroppo il crollo riguarda anche l’ultimo
trimestre. Basti considerare che nel mese di
ottobre alberghi e ristoranti hanno utilizzato 51 milioni di ore di
cassa integrazione (pari a 295mila lavoratori sospesi), contro i 30,5 milioni di settembre. E che i provvedimenti adottati ai primi di
novembre ci hanno dato il colpo di grazia».
Non si salva nessuno: «Le
città d’arte sono ferme da marzo,
meeting,
fiere e
congressi sono vietati, chiusi i comprensori
sciistici e gli stabilimenti termali, il business travel è completamente fermo. Secondo il centro studi di Federalberghi, alla fine del 2020 il fatturato degli esercizi ricettivi italiani registrerà un calo complessivo del 56,7%, con una perdita di oltre
14 miliardi di euro».
Bene il decreto ristori, ma bisogna fare di piùBocca conclude ricordando che «in questi giorni è in corso l’esame della manovra di bilancio e di tre
decreti ristori, ai quali se ne aggiungerà presto un quarto. Le misure dedicate alle imprese e ai lavoratori del settore sono utili ma non sufficienti. È necessario potenziarne l’intensità ed ampliarne la durata, commisurando gli aiuti alla effettiva portata del danno subito».
Fipe: perdita annuale della ristorazione da 33 miliardi di euroLa musica,
l'umore e le prospettive non cambiano di una virgola anche nel mondo dei
pubblici esercizi. Del resto si è avuta la prova definitiva di quanto, nel bene e nel male, i due settori siano complementari e viaggino a braccetto.
«I dati diffusi oggi dall’Istat sul fatturato delle imprese della
ristorazione nel terzo trimestre (luglio, agosto e settembre) del 2020 - dice in una nota ufficiale la Fipe - mostrano un calo del 16,6% sul
periodo corrispondente del 2019, pari in valore assoluto a circa 4,6 miliardi di euro».
Una contrazione più attenuata rispetto a quella del
secondo trimestre «per via della parziale ripresa dell’attiva nei mesi estivi. Con riferimento ai primi nove mesi dell’anno, il settore della ristorazione ha cumulato perdite per oltre
23 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2019. Se consideriamo poi che l’attività nel quarto trimestre risulterà pesantemente condizionata dalle
ulteriori restrizioni introdotte con gli ultimi Dpcm la perdita attesa dei ricavi complessivi del 2020 supererà i 33 miliardi di euro».