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Caffè a minimo 50 metri dal bar, l'ultimo colpo per i locali di Firenze

Il sindaco Nardella ha firmato un'ordinanza che inasprisce le restrizioni. Ma così gli incassi si sono dimezzati già al primo giorno. E molti, dal Caffè Le Rose alla pasticceria Sieni, chiudono o sono pronti a farlo.

 
20 novembre 2020 | 11:56

Caffè a minimo 50 metri dal bar, l'ultimo colpo per i locali di Firenze

Il sindaco Nardella ha firmato un'ordinanza che inasprisce le restrizioni. Ma così gli incassi si sono dimezzati già al primo giorno. E molti, dal Caffè Le Rose alla pasticceria Sieni, chiudono o sono pronti a farlo.

20 novembre 2020 | 11:56
 

A Firenze il sindaco Dario Nardella ha stretto ulteriormente le norme nel mondo della ristorazione stabilendo che i cibi e le bevande acquistati d’asporto (unico servizio consentito insieme al delivery) debbano essere consumati a minimo 50 metri di distanza dal locale. E, naturalmente, ai gestori di bar e ristoranti la cosa non è piaciuta affatto.

Gestori di locali contro il sindaco - Firenze, caffè a 50 metri dal bar Incassi dimezzati, boom di chiusure

I gestori dei locali contro il sindaco di Firenze Dario Nardella

Il presidente di Confcommercio Firenze chiude il suo locale
Neanche i clienti tuttavia sono rimasti contenti, e non è un caso che gli affari al primo giorno di ordinanza siano già calati drasticamente. La voce grossa, come spesso accade, la fa Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Firenze, titolare anche del Caffè Le Rose in piazza dell’Unità italiana che ha preso una decisione forte: chiudere.

Cursano: «Accanimento terapeutico, incassi ridicoli»
«In zona rossa eravamo già in sofferenza», spiega a la Repubblica, «con incassi ridicoli di 100 euro, ma si teneva aperti per responsabilità sociale. Questo intervento in un momento così buio è stato recepito da tutti noi come un ulteriore scoraggiamento per le persone a venire nei bar, è un accanimento terapeutico. Così ho detto basta, mi arrendo. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non ci aspettavamo dal sindaco un’ulteriore restrizione. Io sono rispettoso delle regole, ma se non posso lavorare chiudo».

Introiti dimezzati e l'ombra della malavita si allunga
Una bastonata per tutti, senza alcuna eccezione, che ha toccato da vicino anche la pasticceria Sieni, nel quartiere di San Lorenzo. «Non capisco perché ci sia questo accanimento contro di noi», dice la titolare Andreina Mancini, «noi poi siamo una pasticceria, non un bar che fa aperitivi, qui assembramenti non ce ne sono. Se chiudo? Devo vedere cosa succede nei prossimi giorni. Al primo giorno di ordinanza ho incassato 110 euro, il giorno prima 300. Se gli incassi sono questi chiudo».

Altri locali, come il bar Arcobaleno denunciano un dimezzamento degli incassi minacciando di chiudere. Ma tornano anche i timori per le proposte di acquisto della malavita, già evidenziate nel capoluogo toscano nei giorni scorsi.

Per l'opposizione è un'ordinanza «folle»
Non mancano chiaramente le pressioni su Palazzo Vecchio, sede del Comune, il quale ha fatto sapere in via ufficiosa che l’ordinanza non fa altro che chiarire disposizione del Dpcm. «Assembramenti non ce ne sono», ha detto Lapo Cantini, responsabile di Confesercenti Firenze, «c’è una categoria disperata, obiettivamente se ne poteva fare a meno».

Un caso quello dell’asporto a 50 metri che è diventato politico con le opposizioni che si sono schierate al fianco dei commercianti definendo «folle» l’ordinanza di Nardella.

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