A Firenze il sindaco Dario Nardella ha stretto ulteriormente le norme nel mondo della ristorazione stabilendo che i cibi e le bevande acquistati d’asporto (unico servizio consentito insieme al delivery) debbano essere consumati a minimo 50 metri di distanza dal locale. E, naturalmente, ai gestori di bar e ristoranti la cosa non è piaciuta affatto.
I gestori dei locali contro il sindaco di Firenze Dario Nardella
Il presidente di Confcommercio Firenze chiude il suo localeNeanche i clienti tuttavia sono rimasti contenti, e non è un caso che gli
affari al primo giorno di
ordinanza siano già calati drasticamente. La voce grossa, come spesso accade, la fa
Aldo Cursano, presidente di Confcommercio Firenze, titolare anche del
Caffè Le Rose in piazza dell’Unità italiana che ha preso una
decisione forte: chiudere.
Cursano: «Accanimento terapeutico, incassi ridicoli»«In
zona rossa eravamo già in sofferenza», spiega a
la Repubblica, «con
incassi ridicoli di 100 euro, ma si teneva aperti per responsabilità sociale. Questo intervento in un momento così buio è stato recepito da tutti noi come un ulteriore scoraggiamento per le persone a venire nei
bar, è un accanimento terapeutico. Così ho detto basta, mi arrendo. È stata la
goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non ci aspettavamo dal
sindaco un’ulteriore restrizione. Io sono rispettoso delle regole, ma se non posso lavorare
chiudo».
Introiti dimezzati e l'ombra della malavita si allungaUna bastonata per tutti, senza alcuna eccezione, che ha toccato da vicino anche la
pasticceria Sieni, nel quartiere di San Lorenzo. «Non capisco perché ci sia questo accanimento contro di noi», dice la titolare
Andreina Mancini, «noi poi siamo una pasticceria, non un bar che fa aperitivi, qui
assembramenti non ce ne sono. Se chiudo? Devo vedere cosa succede nei prossimi giorni. Al primo giorno di ordinanza ho incassato
110 euro, il giorno prima 300. Se gli incassi sono questi chiudo».
Altri locali, come il bar Arcobaleno denunciano un
dimezzamento degli incassi minacciando di chiudere. Ma tornano anche i timori per le proposte di acquisto della
malavita,
già evidenziate nel capoluogo toscano nei giorni scorsi.
Per l'opposizione è un'ordinanza «folle»Non mancano chiaramente le pressioni su
Palazzo Vecchio, sede del Comune, il quale ha fatto sapere in via ufficiosa che l’ordinanza non fa altro che chiarire disposizione del
Dpcm. «Assembramenti non ce ne sono», ha detto
Lapo Cantini, responsabile di
Confesercenti Firenze, «c’è una categoria disperata, obiettivamente se ne poteva fare a meno».
Un caso quello dell’asporto a 50 metri che è diventato politico con le opposizioni che si sono schierate al fianco dei commercianti definendo «
folle» l’ordinanza di Nardella.