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Sono assembramenti pazzeschi Perché non si interviene sui bus?

Per Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell'Università di Padova, non si capisce perché si tollerino i trasporti e si sanzionino cinema e spettacoli. O ristoranti e locali. Serve un provvedimento immediato.

 
27 ottobre 2020 | 12:11

Sono assembramenti pazzeschi Perché non si interviene sui bus?

Per Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell'Università di Padova, non si capisce perché si tollerino i trasporti e si sanzionino cinema e spettacoli. O ristoranti e locali. Serve un provvedimento immediato.

27 ottobre 2020 | 12:11
 

«Sono un'occasione di assembramento pazzesca», parola di virologo. Ma non stiamo parlando di ristoranti, bar, pasticcerie, palestreteatri e cinema, che il nuovo decreto anti-coronavirus ha preso quasi a capro espiatorio facendoli chiudere alle 18, bensì dei trasporti. «Manca secondo me un vero e proprio provvedimento per regolare i trasporti, che sono un'occasione di assembramento pazzesca e non si capisce perché si tollerino i trasporti e si sanzionino cinema e spettacoli». O i ristoranti e i locali, appunto. A dirlo è Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia dell'Università di Padova, ospite del programma "L'imprenditore e gli altri" condotto da Stefano Bandecchi, su Cusano Italia Tv. Per Crisanti le misure inserite nel nuovo dcpm sono «a effetto temporaneo e non risolutive. Si dovrebbe mettere in campo un piano di sorveglianza che, una volta che saremo riusciti ad abbassare i contagi attraverso misure più restrittive come tutti speriamo, riesca a mantenerli bassi e sotto controllo».

Andrea Crisanti - Perché ristoranti e cinema se il problema sono i trasporti?

Andrea Crisanti

Che il trasporto pubblico poteva diventare il collo di bottiglia lo si sapeva, infatti, da mesi, ma ciò nonostante i trasporti sono rimasti pressoché identici quelli di prima del Covid-19. Una situazione destinata a peggiorare: secondo Crisanti, «i numeri parlano da soli» e «suggeriscono una dinamica in peggioramento».

SCUOLA: SI POTEVA FARE “TEST” PRIMA SULLA TENUTA DEL SISTEMA
Riguardo le misure legate al mondo della scuola, il virologo spiega che «si poteva aprire un determinato distretto scolastico un mese prima per capire cosa sarebbe successo in quella determinata area e non è stato fatto. Poi si potevano fare campionamenti massicci con i test rapidi per capire se c'era trasmissione virale. Adesso qualsiasi discorso sulle scuole è fatto sulla base di intuizioni, di sensazioni».

IL VACCINO A DICEMBRE? SIGNIFICA NON TESTATO SUL CAMPO
Crisanti aggiunge: «Il vaccino disponibile per i primi di dicembre? Se questo dovesse accadere sarei preoccupato perché significherebbe che il vaccino non è stato testato sul campo, sulla popolazione, per dimostrare che c'è una differenza statisticamente significativa tra i vaccinati e i non vaccinati. Sarebbe veramente una cosa senza precedenti se questo accadesse».

«Finora - spiega Crisanti - non è apparsa una sola pubblicazione scientifica al vaglio della Comunità, che testimoni che questo vaccino ha le caratteristiche che dicono che abbia. Il vaccino è lo strumento più adatto a combattere le malattie infettive in termini di costi ed efficacia. Detto questo, il processo di sviluppo di un vaccino rimane molto complesso e lungo, anche nella distribuzione».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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