Ormai è cosa nota, il turismo italiano è uno dei settori più colpiti dalla pandemia, tra alberghi che non riaprono, licenziamenti e cassa integrazione per i dipendenti, viaggiatori stranieri che non possono viaggiare. Tra i “sottosettori” del comparto, le terme dichiarano una situazione “drammatica”.
Gli investitori stranieri possono salvare il turismo termale italiano
Gli hotel del bacino termale euganeo, ad esempio, hanno già perso 200 milioni dei 350 di fatturato annuo complessivo. «Si tratta di una
situazione senza precedenti, in cui l’autunno, la stagione per eccellenza delle cure fangoterapiche, vede interi gruppi di stranieri affezionati disdire le loro prenotazioni, mentre gli italiani con i grossi gruppi organizzati sono altrettanto rallentati o cancellati – spiega il presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto,
Emanuele Boaretto – Se in estate abbiamo fatturato meno della metà degli anni scorsi il fine anno ci sta preparando al peggio».
Situazione non rosea anche per un altro dei più importanti centri termali italiani ed europei, Fiuggi, dove una speranza alla ripresa arriva proprio dagli stranieri, in particolare dai russi che, come riporta l’Avvenire, stanno tornado a riempire le camere dei vari hotel, riaperti all’80% dopo il lockdown. Ed è nelle mani dei russi il futuro dello storico Palazzo della Fonte, il 5 stelle, acquistato all’asta fallimentare del tribunale di Frosinone per 16,5 milioni di euro dai fratelli Musa e Mavlit Bazhaev, (proprietari anche del Forte Village della Sardegna), che dopo la ristrutturazione in corso (pronti ulteriori investimenti per 3 milioni di euro per il rilancio) si chiamerà Palazzo Fiuggi e salverà 100 posti di lavoro.
E, secondo ora «ci sarebbero anche altri investitori stranieri, con milioni di euro a disposizione, per trasformare alcuni alberghi in hotel extralusso, con ricadute positive sull’occupazione», conferma il sindaco di Fiuggi
Alioska Baccarini.
Una ventata di speranza dunque per un comparto fondamentale (ogni giorno, gli hotel termali fatturano, insieme, in condizioni di sold-out circa un milione di euro) ma che, ad oggi, con il possibile prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 gennaio che si somma al crollo delle cure termali (-80%) è seriamente in difficoltà: «Non ci riprenderemo sicuramente prima di marzo 2021 – continua Boaretto – Serve dare fiducia al mercato turistico e non mettere paura, cosa che allontana i clienti». Mentre nell’immediato Boaretto chiede di sospendere e cancellare tasse e tributi fino a fine anno.