In giorni di dibattito sul commercio online, Amazon in testa, che cannibalizza l’acquisto fisico danneggiando il tessuto economico delle città, si studia come incentivare i consumi "in presenza" grazie all’ormai famosa tregua di Natale.
Il governo studia un piano per rilanciare lo shopping a Natale
Minori restrizioni anche per bar e ristoranti
Innanzitutto, se si vuole invogliare la gente ad andare nei negozi, bisogna lasciarli aperti questi negozi: ecco perché nonostante il mantenimento delle attuali zone ufficializzate dal ministro della Salute Roberto Speranza fino al 3 dicembre, ci potrebbero essere comunque 10 giorni di minori restrizioni, prima del 25 dicembre. Obiettivo: dare una spinta allo shopping e far riprendere i consumi in un periodo, quello delle feste di fine anno, fondamentale per tanti esercenti.
Ed è possibile che negli stessi giorni possano riaprire anche bar e ristoranti fino alle 18, e non soltanto per asporto e domicilio come è attualmente nelle aree rosse e arancioni.
Ma l'indice Rt dovrà stare sotto l'1
Il piano del governo anticipato da la Repubblica però non potrà non tenere conto dell’andamento della curva del contagio, con l’indice di diffusione Rt del coronavirus che dovrà stare sotto l’1 in tutte le Regioni.
La spesa si sposta sempre più sul web
Del resto se le chiusure obbligate nelle zone rosse e arancioni dovessero proseguire, Confesercenti ha stimato che 4,2 miliardi di euro di spesa fino alla fine del 2020 si sposteranno inevitabilmente dal commercio fisico a quello online, dei quali 700 milioni solo per il Black friday degli sconti pre-natalizi.
Il settore dell'e-commerce è l'unico che ha tenuto in questo anno funestato dal Covid-19. Secondo l’Istat le vendite non alimentari sono diminuite del 13,5% nei primi nove mesi del 2020, mentre quelle sul web crescevano del 29,2%. Ora si proverà a dare l’assist al rimbalzino di dicembre.