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Ristori automatici oppure no? Bar e alberghi, chi deve richiederli

Per molte attività è necessario presentare domanda per accedere ai contributi. Non ammissioni, errori, disguidi, locali che non esistevano il 30 aprile: ecco tutti i casi. Tra codici Ateco, zone di rischio e coefficienti.

 
17 novembre 2020 | 12:05

Ristori automatici oppure no? Bar e alberghi, chi deve richiederli

Per molte attività è necessario presentare domanda per accedere ai contributi. Non ammissioni, errori, disguidi, locali che non esistevano il 30 aprile: ecco tutti i casi. Tra codici Ateco, zone di rischio e coefficienti.

17 novembre 2020 | 12:05
 

Codici Ateco, zone rosse-arancioni-gialle, coefficienti. Nonostante i tentativi di semplificazione con l’accredito diretto sui conti corrente, il meccanismo degli aiuti per bar e ristoranti colpiti dalle pesanti restrizioni anti-coronavirus non sarà così scontato. In tanti infatti dovranno comunque presentare la domanda all’Agenzia delle entrate.


Non per tutte le attività i ristori saranno accreditati in automatico - Ristori automatici oppure no? Bar e alberghi, chi deve richiederli
Non per tutte le attività i ristori saranno accreditati in automatico

I nuovi contributi a fondo perduto sono automatici per tutte le attività che avevano presentato l’istanza in via telematica per il primo fondo da 6,5 miliardi previsto dal decreto rilancio, quello che doveva tamponare i danni della prima ondata di Covid-19.

A diverse imprese però sarà imposto di fare comunque domanda per ottenere il sostegno economico. Sono tutte quelle che non hanno ricevuto i primi fondi, ma che adesso hanno diritto alle nuove risorse da 2,5 miliardi del decreto legge ristori già diventato ristori-bis. Il Sole 24 Ore ha ricordato di quali categorie si tratta:

  1. chi non aveva nemmeno richiesto il primo aiuto, perché non era ammesso, e si parla di circa 1.600 imprese con ricavi oltre i 5 milioni all’anno;
  2. quelli che non avevano presentato la domanda per colpa di una svista o un disguido, nonostante ne avessero il diritto;
  3. chi aveva mandato l’istanza, ma se l’era vista respingere per un errore, anche solo banalmente nella compilazione dell’Iban;
  4. le imprese che alla data del 30 aprile tecnicamente non esistevano ancora, in altre parole quelle che sono state aperte dopo;
  5. quelle che hanno rilevato aziende già esistenti e possono chiedere il ristoro usando come parametro il calo di fatturato registrato ad aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 dal precedente negoziante.
Coefficienti: alle pizzerie d'asporto somma dimezzata
L’ammontare dei vari contributi è calcolato dal decreto ristori con precisi coefficienti. Per esempio le pizzerie d'asporto si sono ritrovate la somma dimezzata rispetto alla prima versione, perché in teoria stanno continuando ad avere un buon numero di ordini anche in questo periodo di semi-lockdown, in cui è comunque consentito andare a ritirare il cibo al locale e fare consegna a domicilio.

I taxi e le lavanderie industriali invece mantengono l’importo invariato (coefficiente 100%), mentre le discoteche e i night club - protagoniste di diverse polemiche sulla diffusione del virus, come nel caso della Sardegna, e ora colpite da divieti totali di apertura - se lo vedono quadruplicato.

Zone rosse e arancioni: contributo aumentato del 50%
Poi c’è la questione della diversa “colorazione” della cartina dell’Italia, con le regioni inserite nelle ormai famose tre zone di rischio. Qui il contributo viene aumentato del 50% a bar, gelaterie, pasticcerie e alberghi che si trovano in aree rosse e arancioni. E in questo ambito si era creato anche il rompicapo delle eventuali ordinanze regionali, quindi non decise direttamente dal ministero della Salute, che potevano far saltare gli aiuti.

Ristori-ter e manovra: nuove misure all'orizzonte

In tutto ciò, all’orizzonte c’è già il decreto ristori-ter, che potrebbe inserire nuovi codici Ateco tra i destinatari degli aiuti. E per il 2021 si parla di un contributo del 30% per gli operatori dei centri commerciali. Infine la manovra, che prevede uno stanziamento di 4 miliardi per le attività produttive più colpite dalle limitazioni che stanno provando a far rallentare la pandemia. Un ristoro dopo l’altro, si salvi chi può.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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