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Hotel e ristoranti, la crisi continua: a fine 2021 calano ancora i fatturati

L’effetto Covid, con la variante Omicron e il lockdown mascherato si è fatto sentire nell’ultimo trimestre del 2021. E a livello complessivo l'anno è stato comunque inferiore a quello pre pandemico del 2019

 
28 febbraio 2022 | 11:51

Hotel e ristoranti, la crisi continua: a fine 2021 calano ancora i fatturati

L’effetto Covid, con la variante Omicron e il lockdown mascherato si è fatto sentire nell’ultimo trimestre del 2021. E a livello complessivo l'anno è stato comunque inferiore a quello pre pandemico del 2019

28 febbraio 2022 | 11:51
 

Negli ultimi mesi del 2021, la variante Omicron e il conseguente "lockdown mascherato" (che ha fatto svuotare le città d'arte) hanno inciso negativamente sulle attività di bar e ristoranti. I locali si sono svuotati per il timore provocato dalla rapidità di diffusione dei contagi, per lo smart working  (emblematiche le situazioni di Milano e Firenze) e per il calo del turismo (Roma, tra le città d'arte, è stata la città più colpita). Il dato è stato certificato dall’Istat che ha analizzato l’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi nell’ultima parte dello scorso anno. Le attività di alloggio e di ristorazione sono infatti state le uniche a registrare un calo rispetto ad altri settori, pari all’1%. E complessivamente l’indice di fatturato per il settore degli alberghi e della ristorazione, sebbene sia stato migliore di quello del 2020, resta ancora inferiore rispetto al 2019, ovvero a prima della pandemia. Anche la Federazione italia pubblici esercenti sottolinea questo aspetto: « Il consuntivo 2021 conferma il perdurare delle condizioni di difficoltà del settore che chiude l’anno con una perdita del 22,4% rispetto al 2019, pari ad oltre 21 miliardi di euro».

 Hotel e ristoranti la crisi continua: calo del fatturato a fine 2021

Il commento dell’Istat sull’indice di fatturato dei servizi nel 2021

Nella media del 2021 l’Istat ha registrato una crescita dell’indice del fatturato delle imprese dei servizi del 14,1%, che l’ha portato a un  livello leggermente superiore a quello prepandemico (+0,5% rispetto al 2019). Tuttavia, emerge una marcata differenziazione tra i settori. Si registrano livelli superiori a quelli pre crisi solo per il Commercio all’ingrosso (esclusi gli autoveicoli) e per i Servizi di informazione e comunicazione, mentre sono ancora inferiori rispetto al livello di fatturato del 2019 quelli delle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione, delle Agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, del Trasporto e magazzinaggio e delle Attività professionali, scientifiche e tecniche.

La situazione trimestrale sull’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi

Per l’Istat nel quarto trimestre 2021 l’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi cresce del 2,1% rispetto al trimestre precedente; a livello annuale la tendenza dell’indice generale grezzo registra un aumento del 13,6%. Nel quarto trimestre 2021 l'Istat evidenzia una crescita congiunturale in quasi tutti i settori. Incrementi si registrano per le Agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+4,7%), per i Servizi di informazione e comunicazione (+3,4%), per il Commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+2,3%), per il Trasporto e magazzinaggio (+1,4%) e per le Attività professionali, scientifiche e tecniche (+0,8%). Si registra una diminuzione solo per le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-1,0%).

Il commento di Confcommercio

«Lo scorso anno ha mostrato un’inaspettata capacità di reazione del tessuto produttivo nel complesso, le cui dinamiche aggregate hanno superato ogni più rosea previsione  - ha dichiarato Confcommercio commentando i dati Istat - Tuttavia, resta l’elemento di debolezza costituito dalle differenti performance settoriali, conseguenza della diversa distribuzione degli shock della pandemia e delle restrizioni tra i diversi comparti produttivi. I più colpiti nel terziario di mercato sono quelli che manifestano a tutt’oggi difficoltà che rischiano di essere prolungate e acuite tanto dalla crisi energetica quanto dalle tensioni geopolitiche, i cui potenziali riflessi negativi sul nostro turismo non devono essere sottovalutati».

Fipe: «Il settore nel 2021 ha chiuso l'anno con perdite per 21 miliardi di euro»

Anche Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti non si sofferma al confronto tra il 2020 e il 2021, ma guarda a quello con il 2019. «Nell’ultimo trimestre del 2021 il fatturato delle imprese della ristorazione cresce rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 65,3% - ha dichiarato l'associazione in una nota stampa - Il deciso incremento va però analizzato con cautela, perché frutto del confronto con un periodo, il IV trimestre del 2020, contraddistinto da lunghi periodi di inattività per le restrizioni anti covid imposte alle imprese. Il consuntivo 2021 conferma il perdurare delle condizioni di difficoltà del settore che chiude l’anno con una perdita del 22,4% rispetto al 2019, pari ad oltre 21 miliardi di euro».

Federalberghi: «Il comparto non è ancora uscito dal tunnel»

Federalberghi ha una visione cupa della situazione. I secondo i dati dello stesso Istituto di statistica, nel 2021 il fatturato dei servizi di alloggio è calato di quasi un terzo rispetto ai livelli 2019 (-32%). Oltretutto, il settore viene da un 2020 ancora peggiore, in cui aveva già perso oltre la metà del fatturato (-54%). «A fronte delle ripercussioni durissime che il contagio ha prodotto nel comparto, resta tuttora difficile per il turismo rialzare la testa ed uscire dalla crisi - ha commentato l'associazione in una nota - Eppure si tratta di un settore che in anni normali rappresenta il 6,2% del valore aggiunto totale dell’economia». «Il comparto degli alloggi – commenta il presidente di Federalberghi Bernabò Boccanon è ancora uscito dal tunnel della pandemia e le nuove tensioni internazionali non lasciano molte speranze per il futuro. Gli alberghi italiani non vorrebbero essere costretti a chiedere ulteriori aiuti, ma la verità è che molti di essi non hanno potuto riaprire da marzo 2020 e certo non basta il periodo estivo per permettere di sopravvivere. Ci aspettiamo che la prossima discussione parlamentare sul decreto Sostegni Ter irrobustisca alcuni interventi e ne reintroduca altri». 

 

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