Nessuna misura drastica, dicono dal Governo, anche se è chiaro per tutti noi che la parola chiave dell’ormai imminente stagione autunno-inverno è risparmio dell’energia. E nell'occhio del ciclone della nuova stretta che ci aspetta, è chiaro, che ci sarà il riscaldamento. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sta lavorando con i tecnici al piano di risparmio energetico a cui sarà consigliabile attenersi a partire da ottobre, mese già più freddo in alcune zone d'Italia. Anche se, assicurano, non ci saranno razionamenti su larga scala per le imprese come paventato oltreconfine, né lancette che verranno rimandate indietro con i dipendenti pubblici rispediti in smart working o la riattivazione della didattica a distanza nelle scuole. Ma, i termosifoni non potranno più andare a pieno regime, si potrebbe tenerli spenti anche per due ore in più rispetto al passato e contenere la temperatura di due gradi nelle aree del Paese in cui il clima è più clemente. Ma anche su luce e gas bisognerà avere comportamenti virtuosi, per evitare bollette esorbitanti.
Tutto chiaro, forse, nelle case, dove comunque rimarrà tutto in mano al buonsenso dei cittadini, ma cosa succederà in ristoranti e hotel? Si lasceranno i clienti al freddo dalle 19 di sera? Anche in montagna? Nelle camere degli alberghi in cui gli ospiti possono regolarsi la temperatura scatterà una sorta di “controllo”? I dubbi sono già tanti e sarebbe il caso che i partiti comunicassero ora i programmi a riguardo. Anche perché dal lockdown sanitario a quello energetico il passo potrebbe essere breve e come al solito le spese ricadranno sul settore della ristorazione e del turismo, ora che invece la ripresa sembrava essere avviata. Ma nel frattempo Federalberghi lancia l’allarme sugli hotel stagionali che rischiano di chiudere. Così come i teatri.
L’indipendenza dal gas russo
Un piano di risparmio, quello del Mite, predisposto dopo i tagli conseguenti alla guerra in Ucraina ma soprattutto per renderci indipendenti dal gas russo e modulato sulla disponibilità che avrà il nostro Paese: gli stoccaggi si avvicinano all'83% ha detto Cingolani ai colleghi in consiglio dei Ministri aggiungendo che il piano interessa il settore civile, abitativo, residenziale, sia pubblico che privato.
«Mediante misure di minima riduzione delle temperature del riscaldamento, l'utilizzo di combustibili alternativi per limitati periodi e l'utilizzo ottimizzato dell'energia sarà possibile conseguire risparmi variabili dell'ordine tra 3 e 6 miliardi di metri cubi di gas in un anno», ha fatto sapere.
Sostegni alle imprese
Per quanto riguarda le imprese, con due misure ministeriali che saranno finalizzate entro la prima metà di settembre, «che riguardano l'energy release (circa 18 twh) e il gas release (circa 2 miliardi di metri cubi)», ci saranno prezzi controllati per supportare le aziende energivore e gasivore: in pratica sarà loro riservata una quota di energia a prezzi più bassi. Il piano che il Mite sta definendo è «basato sugli studi certificati condotti da Enea in materia di consumo e risparmio energetico» ha precisato il dicastero annunciando una campagna di sensibilizzazione. Ma per la questione di ristoranti e hotel, al momento dal Governo nessuna chiarezza.
«Sulla scia delle campagne sul risparmio dell'acqua e dell'energia della presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di informare i cittadini e le imprese delle opportunità offerte dal risparmio del gas, verrà lanciata a breve una campagna informativa che spiegherà alcuni semplici accorgimenti per ridurre l'uso del gas attraverso un migliore utilizzo del riscaldamento e degli elettrodomestici».
Nell'ambito delle imprese si ragiona su risparmi per le cosiddette “interrompibili”, quelle cioè che possono modificare i cicli di produzione senza danni. Una delle proposte è quella di lanciare una manifestazione di interesse per le aziende che sono disponibili a interrompere il ciclo di produzione, ad esempio, per due o tre giorni. Molto probabilmente “aiutati” a questa scelta con incentivi. È anche possibile organizzare un piano programmato dei consumi, per esempio cercando di capire chi può rinviare alcune produzioni o anticipare le manutenzioni rispetto alla seconda metà dell'inverno, quando gli stoccaggi si saranno ridotti.
Nessun obbligo per i cittadini
In ogni caso sia per quanto riguarda il riscaldamento o la luce o il pc, le misure di risparmio dei consumi negli edifici dello Stato o delle Regioni vengono decise in autonomia dalle singole amministrazioni e magari messe a confronto e coordinate a livello centrale. Su questo punto potrebbe arrivare una direttiva, qualcosa in più di una moral suasion. Del resto, nessun obbligo sarebbe previsto anche per i cittadini.
In verità c’è chi si sta muovendo come Milano dove il sindaco Beppe Sala ha annunciato «azioni incisive e misurabili» in arrivo nel giro di una settimana. È stato costituito un gruppo di lavoro con A2A e il Politecnico di Milano per individuare «soluzioni». E arrivano proposte come: la Società italiana di medicina ambientale (Sima) ha chiesto al governo di istituire l’ora legale tutto l’anno: hanno stimato un risparmio di circa 500 milioni di euro. Terna ha valutato che potrebbe salire a 1,8 miliardi. Stima fatta in base a quanto risparmiato nei 7 mesi del 2022 in cui era in vigore (420 milioni di kilowattora).