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Altro che "bonus" di Natale: ai cassintegrati tredicesima leggera

Per i lavoratori di aziende che sono stati in Gig salteranno molti ratei nella tredicesima. Nessun taglio invece a statali e pensionati. Ci saranno 3 miliardi in meno per i consumi natalizi. Lo studio della Cgia Mestre.

 
28 novembre 2020 | 19:24

Altro che "bonus" di Natale: ai cassintegrati tredicesima leggera

Per i lavoratori di aziende che sono stati in Gig salteranno molti ratei nella tredicesima. Nessun taglio invece a statali e pensionati. Ci saranno 3 miliardi in meno per i consumi natalizi. Lo studio della Cgia Mestre.

28 novembre 2020 | 19:24
 

Si partirà coi pensionati, e poi coi dipendenti pubblici e privati (e quindi a tutti i baristi, cuochi e camerieri): a giorni arrivano le tredicesime che quest’anno sarà però infettata dal Covid-19.  Complessivamente quest'anno arriverà nei portafogli di 16 milioni di pensionati e di 18 milioni di lavoratori dipendenti. L’importo complessivo di queste 34 milioni di gratifiche natalizie ammonterà a 30 miliardi di euro, 3 miliardi in meno rispetto alla somma pagata l’anno scorso. A calcolarlo è l’Ufficio studi della Cgiadi Mestre.

Non c’è però un automatismo uguale per tutti nella diminuzione. Il taglio non riguarda infatti i pensionati, i dipendenti pubblici né quelli privati che abbiano continuato a lavorare come sempre, magari in smart working. Ad essere interessati dalla decurtazione sono solo i lavoratori in cassa integrazione.

In particolare chi è in cig a zero ore non matura la mensilità aggiuntiva perché la cifra spettante è già compresa nel bonifico mensile dell‘Inps, chi è in cig a orario ridotto ha invece diritto ai ratei di tredicesima solo sulle ore lavorate. E non è un caso se il Governo stava valutando la possibilità di riconoscere ai cassintegrati un bonus di Natale, poi accantonato per mancanza di risorse. Soldi che pure non mancano per lo scandalo del reddito di cittadinanza dato a chi rifiuta di lavorare…ipotesi poi sfumata per mancanza di risorse.

Altro che bonusdi Natale: ai cassintegrati tredicesima leggera

Il Covid ha alleggerito le buste paga
«Il Covid, purtroppo, ha alleggerito le tredicesime di tanti dipendenti del settore privato. Dall’inizio dell’emergenza, infatti, almeno 6,6 milioni di lavoratori sono finiti in cassa integrazione e molti di questi a zero ore. Questa situazione - spiega all’ADNKronos il coordinatore dell'Ufficio Studi della Cgia Paolo Zabeo - non ha consentito a tante persone di maturare il rateo mensile che definisce economicamente la gratifica, alleggerendone quindi l’importo finale di circa 100 euro per ogni mese di indennità ricevuta. Con meno soldi a disposizione e tanta sfiducia che assilla le famiglie italiane, gli acquisti di Natale rischiano di subire una contrazione fino al 15 per cento. Se l’anno scorso la spesa complessiva ha sfiorato i 10 miliardi di euro, quest’anno potrebbe scendere a 8,5-9 miliardi, una riduzione che rischia di penalizzare soprattutto le botteghe artigiane e i negozi di vicinato che faticano a reggere la concorrenza sempre più spietata del commercio on line».

Il punto di partenza è che la tredicesima mensilità è una parte di retribuzione che in condizioni normali viene versata in un momento successivo a quello di competenza, cioè appunto a fine anno prima del Natale. Visto che Cassa integrazione, Fondo di integrazione salariale e Cassa in deroga sono calcolate sulla retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, l’assegno che il lavoratore in cig a zero ore riceve ogni mese comprende già i ratei di tredicesima che gli spettano. Anche se questa aggiunta in moltissimi casi non viene percepita. Perché sulla carta l’integrazione salariale arriva all’80% dello stipendio, ma nei fatti la normativa sulla cig prevede tetti massimi998,18 euro lordi se la retribuzione comprensiva dei ratei è fino a 2.159 euro, 1.199,71 lordi se a busta paga usuale supera i 2.159 – tali per cui si riceve meno dell’80% e non si riesce a godere di quella piccola parte di tredicesima cui si avrebbe diritto. Risultato: in ogni caso, a dicembre chi è in cig a zero ore non percepirà alcuna somma aggiuntiva.

Veniamo invece al caso di chi sia in cassa a orario ridotto per effetto di un calo dell’attività dell’azienda. Per la parte di cassa, ha diritto a titolo di tredicesima ad una piccola “aggiunta” alla cig che però percepisce di mese in mese. Per le ore di lavoro restate invece matura i ratei di tredicesima, che quindi gli verrà versata dal datore di lavoro. Naturalmente sarà più bassa rispetto a quella di un anno normale, in cui non è stato in cig.

Il fisco avrà qualche vantaggio
Se saranno circa 30 i miliardi di euro che attraverso la tredicesima arriveranno quest’anno nelle tasche degli italiani, anche il fisco potrà “festeggiare”, visto che da questi pagamenti incasserà ben 10,4 miliardi di euro di ritenute Irpef. «Con l’aumento dei risparmi privati e la caduta verticale dei consumi delle famiglie – segnala il segretario Renato Mason della Cgia di Mestre - il Paese sta scivolando pericolosamente verso la deflazione. Dallo scorso mese di maggio, infatti, l’indice dei prezzi al consumo è negativo. La deflazione, ricordiamo, si manifesta attraverso una progressiva contrazione dei prezzi dei beni e dei servizi. Apparentemente la cosa può sembrare positiva: se i prezzi scendono, i consumatori ci guadagnano. Nella realtà le cose assumono una dimensione completamente diversa: nonostante i prezzi siano in calo, le famiglie non acquistano, a causa delle minori disponibilità economiche e delle aspettative negative, quel poco che viene venduto comporta, per i negozianti, margini di guadagno sempre più contenuti. La merce invenduta innesca una situazione di difficoltà per i commercianti, ma anche per le imprese manifatturiere che, a fronte delle mancate vendite, sono costrette a ridurre la produzione e in prospettiva anche l’occupazione».

A livello territoriale la regione che presenta il più alto numero di percettori della tredicesima mensilità è la Lombardia: le persone interessate sono quasi 6,2 milioni. Seguono i 3 milioni e 287 mila residenti nel Lazio, i 2 milioni 956 mila domiciliati nel Veneto e i 2 milioni 821 mila presenti in Emilia Romagna. Le realtà geografiche, dove, invece, il numero dei beneficiari della gratifica natalizia è più contenuto sono l’Umbria con 532 mila persone, la Basilicata con 290 mila, il Molise con 160 mila e la Valle d’Aosta con 77 mila.


 

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