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Capiamo il perché dei rincari al ristorante e al supermercato. Non è solo colpa della guerra

In Italia si comincia a parlare di inflazione di guerra, ma quanto e come il caro-bollette e l'aumento dei costi dei generi alimentari sono influenzati dal conflitto? Di certo non sono la conseguenza delle sanzioni. Nel mentre per il pranzo di Pasqua gli italiani spenderanno oltre 100 milioni in più sul 2021 e con rincari al ristorante del 5-10%

09 aprile 2022 | 13:38
Capiamo il perché dei rincari al ristorante e al supermercato. Non è solo colpa della guerra
Capiamo il perché dei rincari al ristorante e al supermercato. Non è solo colpa della guerra

Capiamo il perché dei rincari al ristorante e al supermercato. Non è solo colpa della guerra

In Italia si comincia a parlare di inflazione di guerra, ma quanto e come il caro-bollette e l'aumento dei costi dei generi alimentari sono influenzati dal conflitto? Di certo non sono la conseguenza delle sanzioni. Nel mentre per il pranzo di Pasqua gli italiani spenderanno oltre 100 milioni in più sul 2021 e con rincari al ristorante del 5-10%

09 aprile 2022 | 13:38
 

Non serve essere economisti per capire che non c’è un unico motivo, ma una concomitanza di fattori che stanno giocando insieme a determinate l’andamento dell’economia italiana, in uno scenario che resta caratterizzato da estrema incertezza: il procrastinarsi e la durata stessa della guerra russo-ucraina, la possibile recrudescenza della pandemia, il rialzo dei tassi di interesse e il caro prezzi combinati tra loro possono portare, infatti, a una frenata del Pil più o meno pronunciata nel 2022 e nel 2023. E le conseguenze dirette nella vita quotidiana degli italiani sono già sotto gli occhi di tutti con rincari del paniere della spesa e nelle bollette delle famiglie e delle aziende. Tanto che c’è chi parla di inflazione di guerra, seppur, come dicevamo, la causa non è solo e semplicemente da ricercarsi nel conflitto, perché l’ondata inflazionistica era partita da prima per ragioni in parte (non del tutto) distinte dall’aggressione russa all’Ucraina, che si stava preparando da molti mesi prima dell’invasione vera e propria. In ogni caso ad oggi è innegabile che l’inflazione di guerra ci sia in Italia ed essa possa spiegare gran parte dei rincari visibili al supermercato, al bar e nei ristoranti. Proprio in questi ultimi, ad esempio, il caro-bollette e l'aumento dei costi dei generi alimentari determinerà un aumento per i tradizionali menu di Pasqua compresi tra il 5 e il 10%, secondo le stime del Codacons. Ricordiamo che prima delle restrizioni legate al Covid, festeggiavano la Pasqua nei locali pubblici circa 6,5 milioni gli italiani spendendo circa 330 milioni di euro.


Pasqua a casa: gli italiani spenderanno oltre 100 milioni in più sul 2021

In ogni caso anche celebrare la Pasqua a casa risulterà più caro: le famiglie italiane spenderanno complessivamente oltre 100 milioni di euro in più per le tavole delle feste. Come spiega l’associazione dei consumatori ciò dipende dalle tensioni nei listini al dettaglio per una moltitudine di alimenti e materie prime. Prendiamo, ad esempio, il re della tavola pasquale, l’agnello (4.500 le tonnellate consumate solo in occasione della festività) costa oggi il 4,9% in più rispetto al 2021. Le uova fresche (400 milioni di pezzi venduti durante la Pasqua per un controvalore di 120 milioni di euro) sono rincarate del +4,5%. Per salumi e insaccati (13mila tonnellate il consumo pasquale) si spende oggi il 2,5% in più. La farina costa oggi il 10% in più rispetto allo scorso anno, mentre il burro sale del +17,4%. L’olio di semi balza al +23,3%, lo zucchero costa il 5,6% in più. La pasta sale del +13%, la frutta del +8,1%, il pane del +5,8%, mentre la verdura registra il record del +17,8%.

Per il pranzo di Pasqua gli italiani spenderanno oltre 100 milioni in più

Per il pranzo di Pasqua gli italiani spenderanno oltre 100 milioni in più


Senza dimenticare tutto il comparto dei dolci pasquali, uova di cioccolato e colombe in testa (con circa 31 milioni di uova di cioccolato consumate nel periodo di Pasqua e 25 milioni le colombe) che vale complessivamente 400 milioni di euro. Quindi, a parità di consumi la spesa delle famiglie italiane per il tradizionale pranzo di Pasqua salirà da 1,7 miliardi di euro del periodo pre-Covid a oltre 1,8 miliardi di euro del 2022.

 


La causa non sono le sanzioni europee

Di certo, come dicevamo, questi prezzi sono anche la conseguenza di quella che, appunto, possiamo in qualche modo definire inflazione di guerra. Ma in questo senso è doveroso fare una precisazione: l’accelerazione del carovita in Italia, così come anche negli altri paesi europei, non è conseguenza delle sanzioni decise dall’Europa contro Mosca. Non c’è, ad esempio, attualmente alcun embargo sull’import di gas o petrolio russo e non c’è embargo sull’import di grano o fertilizzanti dalla Russia (al contrario è la Russia che ha bloccato l’export dei suoi fertilizzanti da prima della guerra).

 

Il caso grano

Il caso grano


Il problema delle mancate semine in Ucraina

Di certo il conflitto pesa eccome. Prendiamo ad esempio la questione grano. L’indice Fao (Fao Food Price Index, sulle quotazioni globali delle principali derrate alimentari) sui cereali è salito del 17,1% in marzo su febbraio, in gran parte per le attese sul mercato di minori spedizioni dai porti del Mar Nero. In particolare il grano tenero solo nel mese di marzo è rincarata del 20% proprio per la previsione del crollo della produzione ucraina nel 2023 e minori esportazioni anche dalla Russia. Stesso motivo anche per gli oli vegetali che sono rincarati del 23% in marzo. Ma si cominciano a vedere aumenti significativi anche per latte e derivati (più 2,6%) e le carni (più 4,8%) proprio perché mangimi come il mais sono aumentati molto a causa della guerra e rappresentano circa la metà o più dei costi degli allevamenti. E tutto ciò, come dicevamo, diventerà ancora più palpabile tra un anno per la mancanza del raccolto di cereali ucraini che non sono stati seminati.

 


La guerra e il caro bollette

Altro problema i costi energetici che mettono in ginocchio famiglie e aziende. A marzo secondo l’Istat l’indice delle bollette per le utenze domestiche e aziendali è aumentato del 94,6% rispetto al 2021 e quello dei carburanti del 38,7%. Ma viene da chiederci quanto in questo ha inciso e inciderà la guerra? Se da una parte, infatti, livelli molto simili di aumenti annuali si erano già visti a gennaio e una progressione c’era stata nei mesi precedenti da aprile-maggio 2021 a causa della rapida ripresa dopo la recessione pandemica, delle difficoltà della transizione verde e della relativa scarsità di investimenti nella produzione di gas a livello internazionale negli ultimi anni, dall’altra parte da Gazprom ha fortemente ridotto le forniture all’Europa. Così nel primo mese di guerra è impennato il prezzo del gas in Europa e aumentato di un quarto le quotazioni del greggio.


Dati che confermano che l’inflazione di guerra è tra noi, ma la causa ha un solo nome Vladimir Putin.

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