Due posizioni chiare, nette e diametralmente opposte. Sono quelle del Governo e dei sindacati sui voucher, i buoni lavoro, che l'Esecutivo vorrebbe reintrodurre, almeno per agricoltura, ristorazione, accoglienza e lavori domestici. Il motivo di questa decisione appare chiaro nelle parole pronunciate dal sottosegretario alle Politiche del lavoro Claudio Durigon, in occasione di un convegno organizzato da Aepi, che riunisce le Associazioni europee di professionisti e imprese.
Voucher, le posizioni opposte di Governo e sindacati
«I voucher sono risposta concreta, senza colore politico - ha sottolineato Durigon - Vi sono forze sindacali e politiche contrarie, ma ci sono alcuni settori legati alla stagionalità, pensiamo anche al Giubileo 2025, che devono avere strumenti agili per il lavoro, per operare nella legalità. Il contesto socioeconomico che viviamo non può rimanere bloccato, riguardo ai contratti a termine. Nella manovra c'è poco sul welfare. Sarà un tema che andremo a dibattere da gennaio, abbiamo intenzione di costruire, d'accordo con il ministro, un decreto Lavoro, in cui il welfare sarà al centro. Abbiamo dato un indirizzo - ha continuato - in manovra, come sul reddito di cittadinanza con soluzioni che andassero ad agire sul rimettere in gioco le persone. Nel 2023 toccherà mettere mano sulla formazione, sul matching domanda-offerta di lavoro, c'è tanta carne al fuoco».
Una linea non certo condivisa dalla Cgil.
Cgil contro voucher: le parole di Maurizio Landini
Non è di certo una sorpresa la posizione di uno dei maggiori sindacati italiani. Già all'epoca della loro introduzione, la Cgil si era strenuamente opposta allo strumento dei voucher e, con Susanna Camusso come segretario generale, la sua battaglia l'aveva vinta. Entrati in funzione nel 2008 con il Governo Berlusconi, i buoni lavoro erano stati aboliti dal Governo Gentiloni nel 2017, dopo proteste e le pressioni da parte dei sindacati.
Ora il loro ritorno e il ritorno delle sigle sindacali sulle barricate. «Un tema centrale è la precarietà - ha spiegato il segretario generale Cgil Maurizio Landini - si reintroducono i voucher ed è uno schiaffo in faccia a chi lavora onestamente, e va tolta dal tavolo questa richiesta. Bisogna al contrario cambiare le leggi sbagliate fatte in questi anni, dal Jobs Act a venire avanti».
Maurizio Landini
Posizione non distante da quella della Uil. Per il suo referente friulano Luigi Oddo l'uso dei voucher «rischia di tradursi in assunzioni false e sottopagate. Uno o due giorni, massimo una settimana, non di più. Per l'organizzazione di un catering ci può stare, ma per un lavoro stagionale assolutamente no. In quel caso va fatta un'assunzione a termine che dà diritto all'indennità di disoccupazione».
Eppure gli imprenditori li chiedono a gran voce
Da un lato, dicevamo, i sindacati. Dall'altro, oltre al Governo, anche una larga fetta di imprenditori, che nei voucher vedono un'opportunità. Basti pensare a quanto chiesto da Confesercenti, che vorrebbe che i voucher siano estesi a tutto il comparto del turismo, non solo alle strutture ricettive e alla ristorazione, o a Coldiretti, da sempre a favore dei buoni lavoro nei campi. Restando in Friuli, per Tito Di Benedetto, direttore del DoubleTree by Hilton di Trieste, intervistato dal Messaggero Veneto, «i voucher saranno utilissimi, ad esempio quando serve personale in più per determinati eventi. Negli ultimi anni abbiamo fatto contratti di somministrazione per pochi mesi, ma le procedure non sempre sono semplici e rapide, d'ora in poi l'iter dovrebbe essere più snello».
La storia dei voucher e il loro ritorno
I voucher erano stati introdotti nel 2003 con la legge Biagi, ma erano di fatto entrati in funzione soltanto nel 2008, durante il quarto Governo Berlusconi. Erano poi stati aboliti nel 2017 dal Governo Gentiloni, complice anche una pressione notevole da parte della Cgil e dell'allora segretario Susanna Camusso, da sempre contrari al loro utilizzo. Questo nonostante lo strumento avesse avuto, stando ai dati Inps, un successo notevole: 433 milioni di buoni lavoro utilizzati.
Ora il ritorno con il Governo Meloni e con un tetto molto più alto di quello consentito in precedenza. I nuovi voucher potranno essere infatti utilizzati fino a 10mila euro, una cifra considerevole se si pensa inizialmente il limite era fissato a 5mila euro e venne alzato, con risultati notevoli dal punto di vista numerico, a 7mila euro dal Governo Renzi. Il Governo Meloni in questo modo, peraltro, raddoppia il tetto di reddito ammissibile rispetto a quanto previsto attualmente dalle norme introdotte con il Dl dignità, che aveva fissato a 5mila euro, per le "prestazioni occasionali" il reddito massimo per i lavoratori, indipendentemente dal numero dei committenti.
Il valore del nuovo voucher sarà di 10 euro lordi, 7.50 netti. Per conoscere i dettagli di questo ritorno, servirà invece attendere l'approvazione della manovra da parte del parlamento. Il testo varato dal Consiglio dei Ministri non è infatti definitivo e dovrà passare, entro la fine dell'anno, al vaglio delle due Camere.