La proposta di aumento fino a 10 mila euro del tetto al contante, avanzata dalla Lega con la deposizione di un decreto legge alla Camera da parte del deputato Alberto Bagnai, piace a Giorgia Meloni. La premier, infatti, avrebbe confermato la volontà di aumentare il tetto, che attualmente è fissato sulla soglia dei 2mila euro, nella prossima Legge di Bilancio, anche se non fino alla cifra richiesta dal Carroccio. Dopo le polemiche (anche interne alla maggioranza, dove non tutti la ritengono una manovra prioritaria), tra le forze di Governo sembra essere stato trovato un accordo. Il tetto verrà innalzato, ma con ogni probabilità a 5mila euro.
«Ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan ministro dei governi Renzi e Gentiloni» - ha dichiarato la premier. ”Anche se fu lo stesso ministro Padoan, in seguito, a dichiarare “che alzare il tetto fu un errore e che lui era contrario” - come sottolinea Open, il giornale di Enrico Mentana.
Le motivazioni dell'innalzamento del tetto
Secondo quanto dichiarato da Matteo Salvini, la motivazione sarebbe quella di favorire «il buonsenso, meno burocrazia e più libertà», a cui avrebbe aggiunto Giorgia Meloni, secondo quanto riportato da Open, il fatto che la moneta elettronica privata «penalizzi i più poveri», come emerge anche dai richiami «alla sinistra da parte della Bce (Banca centrale europea, ndr)». Come, inoltre, ha sottolineato ieri il senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari: «L’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di FdI, del centrodestra, lo faremo già nella prima legge di bilancio».
Il richiamo alla sinistra da parte della Bce, ricordato da Meloni
C'è da chiarire sicuramente il riferimento fatto da Giorgia Meloni che detto che la Banca Centrale Europea aveva richiamato «la sinistra» sul tetto al contante. Secondo quanto riportato da Open, infatti, “la Bce nel 2019 ha inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato e all’allora ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (c’era il governo Conte II). In primo luogo Francoforte lamentava di non essere stata consultata riguardo una decisione non ancora presa da parte del governo. In secondo luogo segnalava che il limite all’uso dei contanti può mettere in difficoltà quella parte di popolazione che non ha un conto corrente né altri mezzi elettronici per regolare i pagamenti. Ricordando anche che i contanti sono l’unico mezzo di pagamento che non impone tariffe per il suo utilizzo. Quindi, la Banca Centrale Europea chiedeva all’Italia di dimostrare che le limitazioni permettano, di fatto, di conseguire la dichiarata finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale. Infine, la Bce non si dichiarava a sfavore del tetto ai contanti ricordando il parere su una legge dei Paesi Bassi che voleva portare il limite a 3 mila euro”.
L’attuale legislazione sul tetto ai contanti in Italia
In primo luogo vediamo l’attuale legislazione sul tetto ai contanti in Italia. “Al momento da noi il tetto è fissato a 2.000 euro per effetto di un emendamento inserito da Lega e Forza Italia nel decreto Milleproroghe che ha spostato l’entrata in vigore del tetto a mille euro al 2023 - come ha illustrato Open - Ma è dal 1991 che il tetto ai contanti è oggetto di modifiche legislative, di solito a ogni cambio di maggioranza. In quell’anno il limite fu fissato a 20 milioni di lire. Nel 2008 fu portato a 12.500 e nel 2010 a 5 mila. Poi il parlamento ha fissato il limite a mille nel 2011. Nel 2016 nuovo cambio: 3 mila euro poi portati a 2 mila il primo luglio 2020. La Legge di Bilancio 2020 lo ha portato di nuovo a mille nel 2023”.
Ma come funziona negli altri Paesi europei?
A scattare una fotografia è l’European consumers center. Se in Austria, Germania, Lussemburgo, Olanda, Ungheria, Irlanda, Estonia, Finlandia e a Cipro non ci sono limiti, in Grecia è 500 euro. In Spagna, Francia, e Svezia la soglia è di mille euro. In Romania è 2mila euro; 2.700 in Danimarca, 3.300 in Polonia. In Belgio e Portogallo e Lituania il limite è di 3mila euro. In Bulgaria, Slovacchia e Slovenia è 5mila; 7.200 euro in Lettonia. La soglia è di 10mila euro in Repubblica Ceca e a Malta. In Croazia sale a 15mila, che così risulta prima nella classifica della soglia più elevata.
La posizione di Bankitalia sul contante
Secondo quanto riportato da Open, “la Banca d’Italia si è espressa in più occasioni a favore di un tetto al contante. In questo Occasional Paper che risale all’ottobre 2021 Palazzo Koch ha parlato del legame tra uso del contante e incidenza dell’economia sommersa. Le conclusioni sono inequivocabili: «Un aumento della quota di transazioni in contanti determinerebbe, a parità di condizioni, un incremento dell’incidenza dell’economia sommersa; quest’ultima sarebbe cresciuta anche a seguito dell’innalzamento della soglia di uso del contante da 1.000 a 3.000 euro, in vigore dal 2016 con l’obiettivo di sostenere la domanda. Sebbene le metodologie adottate presentino alcuni limiti, il lavoro mostra che le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione fiscale».
L'opposizione non è d'accordo
Le prime reazioni erano già nei giorni scorsi, a seguito della proposta del deputato Alberto Bagnai, con Carlo Calenda, leader di Azione, che aveva subito dichiarato: ««La linea di politica fiscale di Salvini è nota fin dall'inizio: evasione, condoni e ognuno si faccia i fatti suoi». A cui Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci del Partito Democratico e primo cittadino di Pesaro aveva aggiunto: «Ma poi chi va in giro con 10 mila euro in contanti? A meno che ... Condoni annunciati, flirt con i no vax, arretramento sulla lotta alla evasione fiscale. Tre messaggi culturali pessimi e pericolosi nei primi tre giorni del Governo». Negativa la risposta anche di Antonio Misiani, responsabile economico del Pd chee ha dichiarato: «È una proposta che non condividiamo in alcun modo, è in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei Paesi europei per ridurre progressivamente l'uso del contante e spingere la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all'economia sommersa». Secondo il leader del M5S Giuseppe Conte alzare il tetto del contante significa «premiare chi va in giro a fare pagamenti con 10mila euro di banconote in una valigetta e non sono persone povere, perché quelle "di solito non vanno in giro con 10mila euro in contanti in tasca».
Il parere negativo dell'Anticorruzione
Tra le voci contrarie all'innalzamento del tetto ai contanti si è aggiunta intanto, dalle colonne de La Stampa, anche quella di Giuseppe Busia, presidente dell'Autorità anticorruzione. «Alzare il tetto del contante? Il mercato non lo richiede, perché oltre certi importi ormai non si paga più cash, a meno che non si tratti di attività illegali o di economia sommersa - ha evidenziato - Bisogna essere onesti: la fissazione di un tetto non riduce la corruzione in quanto tale, perché le tangenti sicuramente non si pagano con contributi tracciabili. Da questo punto di vista l’efficacia della soglia è molto relativa, e oggi per corrompere ci si serve di pagamenti che non sono neanche in denaro, ma passano attraverso consulenze, favori e modalità molto più sofisticate. Però, dal punto di vista scientifico, ci sono studi della Banca d’Italia, ma anche di altri soggetti, che evidenziano come tanto più cresce il tetto nell’uso del contante e tanto più, a parità di altre condizioni, si ha un incremento dell’economia sommersa, del lavoro nero e dell’evasione fiscale».