Per hotel e ristoranti sono in arrivo aiuti veri che si baseranno sulla perdita di bilancio, ma non solo perché il Governo nello stilare il Decreto Sostegni bis da 40 miliardi prevede anche di tagliare i costi fissi e sospendere alcuni versamenti fiscali (Imu e Tosap su tutti) oltre a intervenire sugli affitti. Insomma finalmente sembra che all’accoglienza che da un anno sta annegando verrà gettato un salvagente degno di questo nome.
Lo scostamento è stato decretato nel pomeriggio di giovedì dal Consiglio dei Ministri e tutti i dettagli della vigiia dovrebbero essere confermati. Perquesto il presidente Fipe, Lino Stoppani si dice soddisfatto ma con pacatezza per evitare brutte sorprese e delusioni.
Dal Governo il salvagente ai ristoranti
Gli obiettivi del Sostegni bis
Il Decreto Legge Sostegni bis si profila come un intervento combinato tra emendamenti al
decreto legge Sostegni, ora in Senato, e il decreto Sostegni che sarà varato dal governo alla fine del mese proprio in
coincidenza delle possibili prime riaperture che sono state confermate anche questa mattina dal sottosegretario alla Salute,
Pierpaolo Sileri il quale però ha spiegato che tutto dipenderà da vaccini e ricoveri. L’
obiettivo dichiarato è: rafforzare gli aiuti alle imprese, intervenendo sui
costi fissi. Con gli emendamenti al primo decreto verrebbero sospesi alcuni versamenti, dall’Imu alla Tosap, e previsti crediti d’imposta sugli affitti e tagli alle
bollette degli esercizi commerciali, mentre col secondo decreto si interverrebbe sulla liquidità (proroga della moratoria sui prestiti e allungamento del periodo di rimborso) e sui nuovi indennizzi.
Come detto la principale novità allo studio, annunciata dal ministro dello Sviluppo,
Giancarlo Giorgetti è rappresentata da un passaggio dal ristoro sulla perdita di fatturato a quello sulla perdita di bilancio. Niente più e niente meno di ciò che la
Fipe chiede da un anno e che
anche nell’ultimo incontro avvenuto martedì dopo il vertice in piazza S.Silvestro a Roma ha sottoposto al Ministro.
Stoppani: Se la bozza sarà confermata, saremo molto soddisfatti
Per questo il commento del presidente Stoppani è di soddisfazione: «Aspettiamo la firma sul decreto - ha detto - perché parlare quando il
documento è ancora una
bozza è sempre rischioso e può nascondere delusioni e sorprese. Ad ora però si può dire che ciò su cui si sta lavorando è positivo a cominciare dal raddoppio della cifra che passa da 20 a 40 miliardi. Ma oltre al rafforzamento degli indennizzi ci sono anche gli
strumenti paralleli, dalla fiscalità, ai costi fissi senza dimenticare il nuovo parametro per cui questi soldi verranno distribuiti. Se davvero ci sarà questa
selettività annunciata che punta a non disperdere i fonti saremo assai soddisfatti, ci sentiremo finalmente considerati».
Il progetto di Giorgetti
Giorgetti ha spiegato che per «alcune categorie,
quelle che hanno subito l’arresto dell’attività», la «valutazione corretta» del danno «dovrebbe basarsi non tanto sulla diminuzione del
fatturato (parametro usato col dl Sostegni e negli altri decreti precedenti, aspetto che aveva fatto infuriare la categoria ndr.), quanto sulla diminuzione del
margine operativo lordo, che è la sintesi tra fratturato e costi, sia variabili sia fissi». Col prossimo decreto «il tentativo è di andare verso un indicatore di risultato di esercizio. Naturalmente questo sconta un problema: dobbiamo aspettare l’
approvazione dei
bilanci».
Pronti sostegni mirati all'accoglienzaCome uscirne? I prossimi
indennizzi, ha spiegato, potrebbero prevedere un acconto ancora basato sul calo di fatturato, e un saldo a giugno o luglio, parametrato sulla perdita di esercizio. Per i nuovi indennizzi il prossimo decreto dovrebbe stanziare all’incirca il doppio rispetto al primo dl Sostegni:
20-22 miliardi, anziché 11. In tutto, il nuovo provvedimento dovrebbe mobilitare una quarantina di miliardi, attingendo a un aumento del deficit 2021. Ieri, infatti, il consiglio dei ministri ha discusso del nuovo «scostamento di bilancio» che il governo varerà oggi insieme con il
Def, il Documento di economia e finanza. Il Pil crescerà del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024. Si tratta, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, di “tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”. Intanto, dall’inizio di quest’anno è stato già autorizzata una prima tranche di extradeficit da 32 miliardi, che si è tradotta nel decreto Sostegni, e ora il governo si appresta a chiedere appunto l’autorizzazione per altri circa 40 miliardi e finanziare così un nuovo decreto anti-crisi. Fonti di Palazzo Chigi, rilanciate dalle agenzie, sottolineano che il rapporto debito/Pil è stimato al 159,8% nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024. Per quest’anno la crescita sarà del 4,5%, partendo da un Pil tendenziale a +4,1% sempre nel 2021. Si tratta di «previsioni prudenziali», ha detto il ministro Franco, «dati i tassi di crescita Pil mai sperimentati prima».
Nella bozza del
Def appena approvato si legge anche che «la
riforma fiscale, da definire nella seconda metà del 2021, affronterà il complesso del prelievo, a partire dall’imposizione personale; sarà collegata anche agli sviluppi a livello europeo e globale su temi come le imposte ambientali e la tassazione delle multinazionali. Saranno riformati i meccanismi di riscossione». Inoltre, il nuovo provvedimento avrà come destinatario principale «i
lavoratori autonomi e le imprese, e concentrerà le risorse sul rafforzamento delle aziende più impattate dalle chiusure, la disponibilità di credito e la patrimonializzazione. Si darà la priorità alla celerità degli interventi, pur salvaguardandone
equità ed efficacia».
Circa mezzo miliardo del nuovo
scostamento di bilancio dovrebbe essere subito dirottato in
Senato, dove è in discussione il primo dl Sostegni, con l’obiettivo di portare a circa un miliardo le risorse disponibili per gli emendamenti e permettere di finanziare alcune misure di
ristoro dei costi fissi. Per i commercianti dovrebbe essere sospesa la rata di giugno dell’
Imu e la Tosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, prorogato il credito d’imposta sugli affitti (
uno dei temi più bollenti di tutto questo periodo di crisi), tagliate le bollette di
luce e
gas e il canone Rai.
Il piatto forte del prossimo decreto saranno appunto i sostegni, ma ci saranno anche le misure sulla
liquidità: proroga, probabilmente alla fine dell’anno, della
moratoria sui prestiti e allungamento del periodo di restituzione degli stessi. Infine, il governo chiederà al Parlamento anche uno scostamento di bilancio pluriennale per il fondone (si parla di almeno 35-40 miliardi) pluriennale per finanziare le opere che non rientreranno nel
Pnrr, come per esempio l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, la linea Roma-Pescara e gli interventi sui porti. La prima
tranche dovrebbe scattare nel 2022 ed essere di circa 5 miliardi.