Il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani torna sulla questione del rapporto tra i vari Dpcm e le restrizioni per bar e ristoranti. «Il governo - ha detto - ha praticamente scaricato sui pubblici esercizi e su pochissimi altri settori l’onere di appiattire la curva dei contagi. Una decisione politica, certamente legittima, ma che denota un accanimento pericoloso verso il nostro settore, nonostante sia stato ampiamente dimostrato che i pubblici esercizi sono luoghi sicuri, anche in ragione dei rigorosi protocolli sanitari che sono stati loro assegnati».
Fipe chiede sostegno al Governo
La chiusura delle attività mette a repentaglio la nostra sopravvivenza«Noi, con la
chiusura delle nostre attività, ci stiamo facendo carico di un
problema sociale collettivo, ma questo sacrificio mette a repentaglio la sopravvivenza stessa del settore. Ecco perché, chi ci ha messi in queste condizioni ha il dovere di provvedere a
ristorare adeguatamente le nostre imprese, in base alla
reale perdita di fatturato. Dopodiché ha il dovere di aprire un tavolo di confronto permanente per porre le basi di una ripartenza definitiva e sicura, che non può essere più
procrastinata».
Discutiamo su come ridurre i costi fissi«Questo - ha chiuso - non è più il tempo di parlare di
distanziamento tra i tavoli e di mascherine. È ora di discutere di come
ridurre i costi fissi delle nostre attività, canoni di
locazione, utenze, assicurazioni, tasse locali e
oneri finanziari. Ed è il momento di individuare soluzioni che garantiscano nuova liquidità ai pubblici esercizi, con piani di ammortamento sostenibili. Serve, insomma, un piano per le riaperture e la ripartenza di un settore
strategico per il Paese. E serve subito».