Ristoranti, bar, alberghi e tutti i pubblici esercizi guardano al 2021 con tanta speranza, pronti a lasciarsi alle spalle questo anno, negativo sia per la salute che per l'economia. Basti pensare che nel settore dei pubblici esercizi, quest'anno sono già stati persi 33 miliardi di euro su 86, con il danno più enorme per ristoranti, bar, hotel. Già migliaia di aziende hanno abbassato definitivamente le serrande e, senza dubbio, a cominciare dal 2021 saranno decine di migliaia quelle che sceglieranno di non riaprire.
Le novità sul lavoro per i pubblici esercizi dal 2021
Le novità che aspettano ristoranti e hotel dal nuovo anno sono molte. Dall'allungamento della
cassa integrazione e del
blocco dei licenziamenti alle
agevolazioni per le assunzioni di under35 e al Sud. Vediamole nel dettaglio.
Altre 12 settimane di cassa integrazione d'emergenzaÈ stata
confermata la proroga della
Cig per l'
emergenza Covid-19 di altre 12 settimane (gratuita per le imprese), che devono essere collocate:
- Nel periodo compreso tra l'1 gennaio e il 31 marzo per i trattamenti di cassa integrazione ordinaria
- Nel periodo compreso tra l'1 gennaio e il 30 giugno per l'assegno ordinario e la cassa integrazione in deroga
Inoltre, ai datori di lavoro privati (con esclusione di quelli del settore agricolo, che non richiedono i trattamenti di Cig Covid) è riconosciuto l'
esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un massimo di 8 settimane, fruibili entro il 31 marzo 2021.
La Cig per gli autonomi della gestione separata InpsArriva, per la prima volta in Italia, un
ammortizzatore per le circa 300mila partite Iva della
gestione separata Inps. Questo strumento, che può interessare soprattutto aziende che al settore dei ristoranti e degli alberghi fan da fornitori, si chiama
Iscro - Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa. È previsto in via sperimentale dal 2021 al 2023 e prevede un
sostegno monterario per 6 mensilità, che va da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 euro.
Per accedere a questo fondo occorre:
- avere prodotto un reddito nell'anno precedente la domanda inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti;
- aver dichiarato un reddito non superiore a 8.145 euro;
- essere in regola con i contributi;
- avere aperta la partita Iva da almeno 4 anni
Blocco dei licenziamenti fino al 31 marzo, ma ci sono delle eccezioniLa manovra vuole prolungare nuovamente il
blocco dei licenziamenti, che prosegue ininterrotto da un anno. Il divieto di licenziare viene dunque allungato sino al 31 marzo.
Sono state però confermate anche delle
eccezioni:
- Per gli esodi incentivati, frutto di un accordo aziendale
- In caso di cessazione d'attività dell'impresa
- Nell'ipotesi di fallimento
Contratti
Proroga dei contratti a tempo determinatoPer quanto riguarda i contratti a termine, resta la deroga fino al 31 marzo alle causali del
Decreto Dignità su
rinnovi e
proroghe di questa tipologia di contratto. Era già stato confermato a metà novembre 2020: la norma prevede che fino al 31 marzo è possibile rinnovare o prorogare, per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta, i
contratti di lavoro subordinato a tempo determinato.
Il contratto di espansioneIl
contratto di espansione si ridisegna, con lo scivolo per i soggetti a 5 anni dalla
pensione di vecchiaia o anticipata esteso alle imprese con oltre 250 addetti (per quanto riguarda invece quelle che contano oltre i mille addetti, c'è il vincolo a fare un'assunzione ogni tre uscite, ma ci sono altri 12 mesi di sconto Naspi, oltre ai canonici 24 mesi).
Gli sgravi: dagli under 35 al Sud ItaliaSono sgravi al
100% e per
3 anni quelli previsti per le
nuove assunzioni a
tempo indeterminato e per le
trasformazioni di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Valgono per tutti i contratti compresi tra il 2021 e il 2022. Lo scopo è aumentare l'assunzione di giovani, in questo caso
sotto i 35 anni.
Non 3 anni ma 4 (l'esonero sale quindi fino a 48 mesi) per le assunzioni fatte in una sede / unità produttiva ubicata in una delle seguenti regioni:
- Abruzzo
- Molise
- Campania
- Basilicata
- Sicilia
- Puglia
- Calabria
- Sardegna
Per le aziende localizzate al
Sud, fino al
2029 è previsto l'
esonero al 30% dei
contributi previdenziali e assistenziali per i dipendenti. La proroga per ora è automatica fino al 30 giugno 2021, dopodiché, per prorogarla nuovamente, servirà il consenso di Bruxelles.
Lavoro in rosaFondo per sostenere la parità salariale di genereIl ministero del Lavoro istituisce per il 2021 un fondo per il
sostegno della
parità salariale di genere. Si tratta di 2 milioni di euro in tutto, a decorrere dal 2022, per interventi finalizzati al sostegno e al riconoscimento del valore sociale ed economico della parità salariale di genere e delle
pari opportunità sui luoghi di lavoro.
Incentivi per assumere donnePer quanto riguarda le
assunzioni di lavoratrici donne, effettuate nel biennio 2021-2022, l'esonero contributivo previsto già dalla
Legge Fornero è riconosciuto al 100%, nel limite massimo però di 6mila euro annui. Attenzione: le assunzioni devono comportare un incremento occupazionale netto calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori occupati rilevato in ciascun mese e il numero di lavoratori mediamente occupati nei 12 mesi precedenti.
Rientro al lavoro delle madriSi stanziano 50 milioni di euro per il 2021, da destinarsi al sostegno delle
misure organizzative adottate dalle imprese per favorire il
rientro al lavoro delle madri lavoratrici dopo il parto.
Più giorni per il congedo paternitàIl
congedo paternità passa da 7 a 10 giorni per il 2021, con la legge di Bilancio dello scorso anno i giorni erano passati da 5 a 7).
Taglio al cuneo fiscaleLa
legge di Bilancio conferma per i lavoratori dipendenti il
taglio del cuneo fiscale anche per i redditi tra i 28mila e i 40mila euro (in scadenza a fine 2020). L'operazione, a parere del Governo, dovrebbe essere una sorta di antipasto della più generale
riforma dell'Irpef, più volte annunciata ma ancora solo sulla carta.
Incentivi per il rientro di lavoratori altamente qualificatiSì anche all'estensione degli incentivi fiscali in favore dei lavoratori altamente qualificati rientrati in Italia prima del 2020 e già iscritti all'
Aire (Anagrafe italiani residenti all'estero). Dovranno versare un
contributo del 10% o del 5% del reddito imponibile a seconda del numero dei figli.