Il mondo dei microrganismi e la scienza che li studia, la microbiologia, sono attualmente alla ribalta - purtroppo o per fortuna - a causa della pandemia provocata dall’infezione umana pandemica SARS CoV19. Ecosistemi microbici complessi, formati da vari batteri, funghi, virus, possono collettivamente essere indicati come microbiomi che abitano e interagiscono con gli organismi viventi che li ospitano attraverso una serie di relazioni simbiotiche, con risultati benefici finali per l'ospite medesimo. L'ecosistema microbico più esplorato fino ad oggi è il microbioma intestinale umano.
500 milioni di euro per la ricerca sui microbiomiI microbi nel nostro tratto gastrointestinale sono dieci volte più numerosi di tutte le cellule che compongono il corpo umano, includendo diversi tipi dal punto di vista genetico, batteri, lieviti, funghi e i loro virus. La principale influenza su di essi è rappresentata dallo
stile alimentare, cioè da cosa e da come mangia un individuo. I microbiomi concorrono a determinare la
salute della vita sul pianeta Terra, dell’ambiente e quindi dell’uomo, essendo tutto interconnesso e ben rappresentato nel concetto di salute unica “
One World one Health”.
Tutto è interconnessoNell’ultimo decennio sono stati finanziati, a livello europeo, 216
progetti relativi allo studio del microbioma, per un totale di circa 500 milioni di euro. Queste
ricerche evidenziano diverse associazioni tra alterazioni del microbioma e patologie varie: gastrointestinali, vascolari, respiratorie e persino neurologiche. Tali evidenze sottolineano per esempio la stretta correlazione tra comunità microbica intestinale e la relativa bioconversione nei nutrienti fondamentali, piuttosto che la generazione di molecole bioattive fondamentali per il
metabolismo umano. In questo contesto sono ancora una volta il
cibo, il suo
ambiente di produzione e le modalità con cui è fatto il fattore influente principale.
Il Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (Cnbbsv) della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha promosso un’
iniziativa nazionale a sostegno della ricerca ed innovazione nel campo del microbioma dell’uomo e della filiera agroalimentare. Infatti secondo alcuni ricercatori, intervenendo su uno o più di questi microbiomi, si potrebbero garantire filiere agroalimentari più produttive, sostenibili e resilienti, le quali influenzerebbero favorevolmente la salute umana.
Maggiori conoscenze agevoleranno il lavoro della filiera agroalimentare sostenibileProprio per questo motivo il settore agroalimentare (rappresentato dai cluster nazionali: Clan Agrifood e Alisei Scienze della vita, parternariati di portatori di interesse come centri di innovazione pubblici e privati) sostengono l’iniziativa di studio sul microbioma. Necessariamente per colmare una lacuna rispetto alla scena internazionale, si vuole coordinare e programmare al meglio, a livello italiano, la ricerca e l’applicazione di tale
scoperte. Nel settore primario riducendo l’impiego di
antibiotici negli
allevamenti e di
fitofarmaci sulle
coltivazioni. Nei processi di trasformazione e distribuzione agendo sulla
shelf-life, sulla possibilità di assumere probiotici, sulle fermentazioni cuore vero e proprio di molte preparazioni alimentari.