Fra ristoranti chiusi o ad orario ridotto, e mense contingentate, gli italiani non possono che aumentare consumi alimentari domestici. Dopo il +9,3% del primo semestre 2020, secondo una ricerca Ismea-Nielsen la spesa domestica delle famiglie italiane, guarda caso, continua a restare più elevata dello scorso anno, tanto che a fine settembre si è arrivati a +7%. Una tendenza che per fine anno dovrebbe portare al record degli ultimi 10 anni. Stupisce solo l’enfasi che la ricerca da un valore che non solo era prevedibile, ma che non poteva essere diverso anche solo considerando quanti milioni di italiani non pranzano più fuori casa durante la pausa dal lavoro.
Per quanto riguarda le tipologie c’è da segnalare la stagnazione delle acque minerali, le cui vendite si fermano ai livelli del 2019 (+0,1%), il che fa capire, più di tante analisi, perché questo settore è letteralmente in crisi a seguito della chiusura di bar e ristoranti: gli italiani preferiscono bere l’acqua dell’acquedotto...
Incrementi sono invece registrati, oltre che dagli alcolici, da uova (+16,1%), carni suine (+14%), polli (+9%), carni bovine (+7,3%) e salumi (+8%). Per i lattiero caseari le vendite dei primi nove mesi 2020 sono risultate in netto incremento rispetto a quelle del 2019, con un +8,4%, sintesi del +12,5% dell’insieme dei formaggi e del +5,1% del latte, a cui ha però contribuito solo il latte Uht (+9,5%). Frutta e ortaggi chiudono i primi 9 mesi con un incremento della spesa rispettivamente dell' 11% e dell’8,4% su basa annua.
Tra i canali di vendita la pandemia ha favorito il ricorso ai piccoli esercizi di prossimità e all’e-commerce che in passato avevano un peso marginale, penalizzando invece gli ipermercati, spesso inseriti all’interno di centri commerciali dove la chiusura nei negozi ha disincentivato la frequentazione dei consumatori. Al punto che il 2020 potrebbe essere uno dei peggiori per il mondo della Gdo.
La voglia di convivialità e di "ricompensa" in un periodo di sacrifici e rinunce spinge gli acquisti di bevande alcoliche tra le mura domestiche. Spumanti, birra e aperitivi hanno registrato, secondo l’indagine sul panel famiglie Ismea-Nielsen, un’impennata dei consumi nei primi 9 mesi dell’anno, con aumenti a doppia cifra della spesa rispettivamente del 12,1%, 11,1% e 10,5%. Vivace la domanda anche per i vini fermi che nel periodo in esame ha fatto segnare un aumento del 7%.