Arrivano ottime notizie da Bruxelles. Sì, perché la plenaria del Louise-Weiss, sede del parlamento dell’Unione Europea, ha approvato a larghissima maggioranza la sua posizione sulla riforma del sistema Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) con ben 603 voti a favore, 18 contrari e otto astenuti. Il testo, che vede come responsabile Paolo De Castro (parlamentare del Partito Democratico), prevede la protezione rinforzata degli alimenti e bevande a indicazione geografica, anche se usati come ingrediente e nel commercio online, e contiene emendamenti per mettere in sicurezza alcune denominazioni italiane la cui eslcusiva è stata messa in discussione da più Paesi negli anni passati (vedi il Prosek croato e l’aceto balsamico della Slovenia). Dunque, come riferiscono alcuni portavoce, nelle prossime settimane ci saranno i primi negoziati tra il Parlamento, la Commissione e il Consiglio dell’Unione Europea per redigere e definire il nuovo regolamento. L’esito finale è atteso nei mesi autunnali durante la presidenza spagnola.
Il parlamento dell'Unione Europea a Bruxelles
Riforma Dop-Igp, Prandini (Coldiretti): «Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese»
Come ha sottolineato in una nota stampa il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, «il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico e occupazionale rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese».
E poi, «è importante la volontà del Parlamento di indicare obbligatoriamente la provenienza in etichetta dei prodotti a indicazione geografica protetta per proteggere i consumatori dagli inganni ma è anche da rilevare l’emendamento di tutela anti-Prosek in cui si chiarisce come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp. Un indirizzo significativo - conclude - in attesa del pronunciamento definitivo sulla vertenza che oppone l’Italia alla Croazia da parte della Commissione».